Siamo andati a vedere il 15 gennaio al Teatro Lo Spazio a Roma “Occhio al cuore”, spettacolo vincitore della rassegna “Idee nello Spazio” del 2020 presso il Teatro Lo Spazio in Roma e che aveva visto assegnare il premio come miglior attore a Mauro Toscanelli, che, per l’occasione, ne ha curato la regia insieme all’altro attore in scena, Bruno Petrosino.
Contenuti
Occhio al cuore: uno spettacolo onirico attraverso la lente deformante del ricordo
Occhio al cuore è uno spettacolo orinico, un viaggio nella psiche umana, nel lato ombra dell’essere umano, che vede il progonista ricostruire I frammenti di una vicenda che lo conduce al gesto estremo dell’omicidio. E i pezzi del puzzle da far incastrare sono frammenti ri-costruiti attraverso la lente deformante del ricordo. Una vicenda d’orrore e follia che si può dispiegare solo attraverso un percorso non lineare, intricato e a ritroso nel tempo.
Occhio al cuore: un atto unico liberamente ispirato al racconto “Il cuore rivelatore” di E.A.Poe
La pièce, in un atto unico, è liberamente ispirata al celebre racconto “Il cuore rivelatore” di Edgar Allan Poe, dalla cui storia prende solo vago spunto, quasi fosse apparentemente un pretesto, ma di cui sottilmente ne ripropone diversi elementi strutturali, che il modello letterario contiene in nuce, anche se solo vagamente tratteggiati.

Occhio al cuore: la drammaturgia di Emiliano Metalli segue la linea spezzata della memoria
Colpisce molto, della drammaturgia di Emiliano Metalli, la dimensione atemporale dello svolgimento della storia, che segue la linea spezzata della memoria. Memoria che, se già nella realtà è parziale, come ci insegna la psicologia, qui diventa deformante e deformata, perché è la memoria di un assassino con disturbi mentali. E così l’assassino, lo “scemo del villaggio”, segue a ritroso alcuni dei propri ricordi, arrivando alla fine dell’opera a un disvelamento dell’azione, in un crescendo che non è climax di azione drammatica, bensì è l’atto di mettere insieme i pezzi del proprio puzzle interiore, che frammentariamente e caoticamente vengono rievocati e fatti riaffiorare alla memoria. Non un crescendo drammatico di azioni, quindi, ma un crescendo interiore, che porta luce sulla follia dell’assassino, che rivive dalla sua cella vari incontri con personaggi del passato, fino alla rivelazione finale. Uno spettacolo che gioca con l’ambiguità tra realtà, ricostruzione mnemonica e sogno.
Occhio al cuore: la luce come terzo attore in scena
La luce ha un ruolo fondamentale in questo spettacolo, che sembra un viaggio distorto dal buio della non-coscienza verso la consapevolezza. L’uso della luce è espressionista e, al contempo, quasi caravaggesco. La luce sembra quasi un terzo attore in scena, che crea equilibrio e coerenza, valorizza ed enfatizza le movenze e I costumi grotteschi dei due protagonisti.
Occhio al cuore: una scenografia simbolica e onirica

Convince la scenografia minimalista. Sulla scena drappi rossi appesi a dei ganci a simboleggiare le carni dissezionate dal macellaio, impersonato da Mauro Toscanelli, che diventano anche drappi con cui l’attore si tra-veste, in maniera camaleontica e senza apparente soluzione di continuità, per impersonare gli altri vari personaggi (una prostituta, la madre, lo zio) che, a ritroso, ricorrono via via nella mente contorta dell’assassino, interpretato da Bruno Petrosino. La modularità dei due palchi della sala è stata sfruttata in maniera efficace. Onirica e simbolica l’altalena su cui ciondola Petrosino , sospesa su catene, a rappresentare la perdita della libertà del suo personggio, che si ritrova sì nella cella di un ospedale psichiatrico, ma la cui fantasia non è in gabbia e, anzi, oscilla e fluttua in un racconto delirante, così come il suo corpo penzolante dondola sull’altalena stessa. L’occhio (richiamo al modello di Poe) rappresenta lo sguardo interiore dell’assassino che, dal buio della scena, fa luce a fatica sulle proprie terribili azioni, così come la luna ne simboleggia il lato oscuro.
Occhio al cuore: la recitazione di Toscanelli e Petrosino
Molto bravo l’attore Mauro Toscanelli, che proprio con questa pièce ha ottenuto il riconoscimento del Premio “Lo Spazio” nel 2020 come miglor attore. Ottima la sua padronanza della voce e del corpo, che si esprimono attraverso una recitazione non innovativa ma di gran classe e consumata sicurezza. Convince pienamente anche la prova di Bruno Petrosino, attore che abbiamo recensito recentemente nello spettacolo Frammenti Queer e che, per l’occasione, è anche regista insieme a Toscanelli.
Occhio al cuore: un viaggio contorto e onirico nella follia dell’essere umano
Occhio al cuore è uno spettacolo che presenta molti elementi interessanti e suggestivi, presentati in una maniera originale dalla scrittura di Metalli. Una scrittura che non racconta in maniera lineare, ma accompagna in un viaggio contorto e onirico, oscuro e simbolico, che può essere apprezzato pienamente solo se lo spettatore mette da parte la ragione e si lascia condurre, con “un occhio al cuore”, in una terribile e immaginifica immersione pulp nella follia dell’essere umano.
OCCHIO AL CUORE
di Emiliano Metalli
liberamente ispirato a “Il cuore rivelatore” di E.A. Poe
regia Mauro Toscanelli Bruno Petrosino
con Mauro Toscanelli Bruno Petrosino
Una produzione IPAZIA PRODUCTION
Spettacolo Vincitore della rassegna “Idee nello Spazio” 2020 presso il Teatro Lo Spazio in Roma
Premio Miglior Attore a Mauro Toscanelli
14-15 gennaio
Teatro Lo Spazio-Roma