Spesso all'uscita dal teatro, camminando sotto i lampioni in mezzo agli altri spettatori, mi permetto indiscretamente a origliare le prime impressioni che si scambiano. “It was nice, I did enjoy it!” sento dire due signore dietro di me alle porte della cripta della suggestiva chiesa S. Genesio, che ospita l'omonimo teatro, e non saprei trovare una sintesi migliore per lo spettacolo YOU NEVER CAN TELL in scena fino al 24 aprile.
Lo spettacolo è estremamente piacevole, anche negli aspetti in cui forse non dovrebbe esserlo in una maniera così spiccata. È vero che la storia di un'anziana suffragette, madre single di tre figli, che dopo 20 anni incontra l'ex marito il giorno stesso in cui la figlia più grande, educata all'indipendenza e all'orgoglio femminista, viene conquistata da un astuto giovane che con l'ingegnosa dialettica riesce a mettere in crisi tutte le sue convinzioni, ispira simpatia già nella sua veste letteraria.
Questa versione scenica, però, porta la simpatia quasi all'estremo. Sono gradevolissime le giovani femmine, soprattutto la protagonista Gloria, che, per via della dolcezza dei tratti e della soave voce dell'attrice (Fabiana De Rose), sembra qualsiasi cosa fuorché un'ardente femminista. È molto cordiale e umano il padre dei tre giovani e l'ex marito della signora Clandon (attore Grant Thompson), accusato dagli altri personaggi di essere troppo duro di carattere. Lo sfasamento peggiore in questa direzione è forse il giovane medico Dr. Valentine (recitato da Rishad Noorani) che, pur pronunciando le battute che dovrebbero dimostrare un personaggio ingegnoso e vispo, fa pensare piuttosto a uno spettabile gatto domestico di buone maniere.
Le buone maniere sono, tra l'altro, un argomento molto discusso durante lo spettacolo, il ché lo rende perfettamente inglese, non solo per la questione della lingua o dell'ambientazione. Allo spettatore viene offerto sì un discreto e piacevole divertimento, ma gli viene portato anche il massimo rispetto. Il lavoro che sta dietro alla rappresentazione è un lavoro di qualità su tutti i livelli. Per una sera siamo fuori dal caos e dalla vivacità delle strade di Roma. Sul palco regnano la precisione e la perfezione. La recitazione degli attori è impeccabile, il set costoso ed elegante, le grandi piante che decorano gli interni dell'immaginario e convenzionale Marine Hotel sono vere, e le teiere di porcellana bianca occupano lo spazio scenico non meno dei protagonisti.
Anzi, per una buona parte del 2° atto il disinvolto e gioviale Philip Clandon (Edoardo Camponeschi) rimane praticamente nascosto dietro i menù, i bicchieri e le splendide zuppiere. Una svista molto indicativa. Tra le componenti essenziali che compongono lo spettacolo e definiscono la suo atmosfera c'è da annoverare il suo pubblico internazionale, con forte prevalenza della componente anglosassone. Affettuoso, ma delicato, reagisce prontamente alle battute particolarmente interessanti, ma soprattutto – non esce dalla sala per l'intervallo, nonostante nel programma sia indicata la sua esatta durata.
Niente folla di accaniti fumatori, niente appassionate telefonate in famiglia, solo dei timidi small talks senza alzarsi dalla poltrona. Una platea popolata, essenzialmente, dai gentiluomini e gentildonne poco diversi da quelli presenti sul palco.
YOU NEVER CAN TELL non pretende di essere una grande novità artistica, ma garantisce una gradevole serata all'insegna della tradizione, eleganza e il chiarore luminoso della porcellana bianca.
“You Never Can Tell” di George Bernard Shaw, fa parte di una rassegna dedicata al Teatro Inglese in lingua madre ospitata al Teatro San Genesio che proporrà un ultimo appuntamento in Giugno che verrà presto segnalato da Gufetto !
Nel medesimo teatro, segnaliamo che va anche in scena anche LIBRE la 7^ rassegna di Teatro Civile e di Narrazione, realizzata in collaborazione con Terre Vivaci ed in scena fino al 6 maggio!
Note stampa
YOU NEVER CAN TELL
You Never Can Tell (Non si può mai dire) è stata scritta nel 1897, priva di qualsiasi sentimentalismo, sarcastica e brillante, rientra tra le commedie definite “Gradevoli” (Pleasant Plays) della prolifica produzione drammatica di George Bernard Shaw. Racconta le vicende di un corteggiamento e intreccio amoroso di una giovane coppia ma anche le difficoltà (forse autobiografiche) di una famiglia, i cui membri sono troppo egocentrici per cogliere il valore del compromesso e del perdono. In quest’opera, si contrappongono da una parte abitudini e convenzioni rigide e borghesi, così descritte dall’autore, e dall’altra la sua fiducia nella capacità umana di superare le sovrastrutture sociali e di saper amare e perdonare. Shaw affronta i temi del legame matrimoniale, dell’indipendenza e affermazione femminile, delle ingiustizie sociali con una contestualizzazione incredibilmente contemporanea e riconducibile ai giorni nostri.
Tuttavia, preserva nel racconto e nel testo un tono di leggerezza, riversando in questa commedia, tutta la sua filosofia positiva rispetto all’evoluzione creativa e alla forza vitale dell’essere umano; temi che riprenderà anche nelle sue opere successive. La modernità che caratterizza questa commedia è resa dai temi universali che affronta, dalla scioltezza di dialogo, dalla vivacità del dibattito e dall’acuta caratterizzazione dei personaggi. Nel 1925 il premio Nobel per la letteratura coronò quasi sessant’anni di attività letteraria di questo commediografo d’eccezione, narratore e saggista irlandese, definito un enfant terrible, un dissacratore saggio e solido, un’istituzione dell’anticonformismo. Deciso fautore di un teatro d’idee fondato su un programma di rigenerazione sociale, illuministicamente fiducioso della bontà e razionalità della natura umana, padrone della tecnica teatrale, è sempre in grado di calcolare e controllare l’effetto di ogni battuta. Sosteneva, in polemica con il repertorio del tempo, un teatro che fosse “una fucina di pensieri, una guida della coscienza, un commentario della condotta sociale, una corazza contro la disperazione e la stupidità, e un tempio per l’Elevazione dell’Uomo”.
Info:
Wonderwall Entertainment
Presenta
You Never Can Tell
di George Bernard Shaw
diretto da Michael Fitzpatrick
Spettacolo in lingua originale Inglese
con
Anna Butterworth, Rishad Noorani, Antonella Micone, Edoardo Camponeschi, Helen Raiswell, Fabiana De Rose, Jim McManus, Michael Fitzpatrick, Grant Thompson, Jim Schiebler
Una commedia romantica che suscita ancora dibattito e curiosità, emozionando ed intrattenendo il pubblico con umorismo sagace.
Dal 19 al 24 aprile
Martedì – Venerdì ore 20.30; Sabato e Domenica ore 17.30
Teatro San Genesio (Via Podgora 1)
http://www.teatrosangenesio.it/1516younevercantell.html
Info e Prenotazioni: wonderwallenter@gmail.com ; 347-8248661
Ingresso: Intero 15€, ridotto 12€ (gruppi & over 65), studenti & bambini 10€; Spettacolo in abbonamento
Pagina facebook https://www.facebook.com/events/739707386170305/