WS TEMPEST @ Teatri di Vita: siamo tutti coinvolti, tutti in balia di questa tempesta!

Bologna, Teatri di Vita, la compagnia del teatro del Lemming ci porta all'interno di una dimensione nuova, strutturale e mentale, una tempesta emotiva con uno spettacolo di una carica potente, quasi lancinante che ci sconvolge e ci lascia realmente in balia delle onde. WS TEMPEST, spettacolo coraggioso, con la drammaturgia, la musica e la regia del Maestro Massimo Munaro (fondatore Teatro del lemming, musicista, attore, regista ), vincitore del premio Sarajevo winter snow flake del 2013, prodotto dal Teatro del Lemming di Rovigo, uno dei gruppi di punta della nuova scena teatrale italiana.

Una pièce teatrale che chiude la trilogia di Shakespeare, dopo "Amleto" e "Giulietta e Romeo" si arriva al mondo liquido della Tempesta, in un naufragio prima di tutto mentale oltre che fisico che ci catapulta con una velocità repentina dentro un delirio di personaggi evocativi e non, dentro un'esperienza profonda e radicale che non può lasciarci distaccati; ed allora siamo tutti gelosi come Otello, siamo tutti riflessivi come Amleto, siamo fragili come Ofelia, forti come Cordelia, vaghiamo e naufraghiamo con Prospero.

La compagnia sperimenta ormai da decenni la possibilità di un teatro un cui il ruolo dell'attore e dello spettatore si ampliano, confondono e spesso passano il testimone, lo spettatore diventa cosi partecipante attivo dell'evento teatrale, non vedi rappresentare qualcosa, vivi qualcosa "Siamo a teatro è tutto finto. Siamo a teatro è tutto vero." Non c'è un palco, l’azione è viva siamo fin da subito catapultati dentro, non ci sono comode poltrone ma una stanza ampia, buia illuminata in principio solo da calde candele, è una scelta azzardata è un teatro d' azione. Noi come gli attori avvolti dal movimento, corriamo ci spostiamo, veniamo trascinati in questa maratona di pensieri, maratona di pazzia ed adrenalina sferzante. Ed allora tutto funziona, ti senti dentro, sfiorato, toccato, spostato fisicamente, da spettatore/attore muovi lo spazio scenico e ti senti parte integrante di un tutto, di una tempesta, che non è solo quella narrata da Shakespeare, ma è anche quella sociale nella quale naufraghiamo più o meno consapevolmente tutti i giorni.

Siamo tutti dentro la tempesta, la vediamo, la porta è aperta e non ci occorre la chiave, siamo attivi dentro un circo folle di delirio in cui non esistono confini, veniamo spostati, assistiamo e siamo in qualche modo partecipanti attivi delle torture, siamo dentro la scena, noi con loro e loro con noi. Lo spazio quasi vuoto e quasi buio prende vita e, nella sua essenzialità, lo si percepisce come pieno; infatti lo è, è pieno di energia, talvolta tangibile ed altre volte impalpabile, di coraggio, di teatro che non vuole e non ha bisogno di dimostrare, ma arrivare al pubblico.

Il numero di spettatori è inevitabilmente limitato, in modo che gli attori possano prendersi cura di tutti, nessuno escluso, ma con delicatezza nessuno si sentirà troppo protagonista suo malgrado. La luce è stata utilizzata in maniera minimalista, poetica ed efficace allo stesso tempo: le candele, volutamente spente alla fine di un racconto forse troppo personale, e le luci anche loro protagoniste attive della scena, oltre al fattore estetico valorizzano la coraggiosa e sublime espressività degli attorii.

WS Tempest è uno spettacolo coraggioso, il giovane cast si dona senza riserve al pubblico, con l'onestà e l'intensità di chi è consapevole che è necessario continuare a valicare i confini, in realtà inesistenti, tra chi è qui e chi è lì, i confini di un teatro convenzionale che cerca di seminare sulle rovine, mentre qui no, si semina sulla nuda persona, sulle nude anime che si concedono. Ed allora sono preparati, forti, fragili, pazzi, onesti, espressivi, energici.

Dopo il delirio che anima tutti noi nella scena ed al di fuori, la riconciliazione ed il perdono sono necessari. Bella la scena finale, la nudità, un omaggio alle parole, attaccate al corpo come un tutt'uno, perché le parole sono importanti, perché le parole vivono oltre il corpo oltre l'anima e rimangono ai posteri . E cosi questi 8 spiriti se ne vanno ad ogni buio uno sparisce, sono sfocati bianchi, pallidi, ed alla fine non rimane più nessuno, e cosi la Tempesta finisce e se noi "siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni", il finale è fatto di sublime poesia.

Siamo tutti Prospero.

Info:

WS Tempest

drammaturgia, musica e regia  Massimo Munaro
con Chiara Elisa Rossini, Diana Ferrantini, Alessio Papa, Maria Grazia Bardascino, Boris Ventura, Marina Carluccio, Katia Raguso, Alessandro Sanmartin
elementi scenici Luigi Troncon
una produzione Teatro del Lemming 2016

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