VICTOR @ Mutaverso Teatro: chi puಠrassegnarsi di fronte alla paura della morte?

Unica data in Campania per lo spettacolo pluripremiato di Dispensa Barzotti liberamente ispirato al FRANKESTEIN di Mary Shelley: il 16 Febbraio l’Auditorium Centro Sociale di via R. Cantarella, 22 a Salerno ha ospitato VICTOR il terzo appuntamento di MUTAVERSO TEATRO, la rassegna ideata e curata da Vincenzo Albano di cui abbiamo già recensito HALLO I'M JACKET e CANTICO DEI CANTICI.

Quando la sala è immersa nel buio, se siedi in prima fila e senti uno scroscio d’acqua sul palco pensi che ti ritroverai qualche goccia sugli abiti. Invece, appena un occhio di bue si accende, illumina un uomo di spalle sotto un ombrello grondante, allora ti dispiace di aver pensato egoisticamente alle tue scarpe: lì sul palco c’è lui, solo, immerso nel buio, protetto semplicemente da una giacca nera, forse è anche infreddolito.
Sta per ricevere compagnia: dei flûte danzanti ce lo suggeriscono. Una luce fioca, scricchiolii del palco sotto i suoi passi, un profumo di terriccio: così discretamente attrae la nostra completa attenzione Victor.

Sulla scena viene svelato un bianchissimo divano a tre posti, sotto il quale l’uomo si insinua per cercare qualcosa: sporche di terra le mani, tira fuori delle bianche décolleté.
Dunque la compagnia che Victor sta aspettando è femminile: da dove arriverà se le scarpe sono emerse da un cumulo di terra? Un braccio, una gamba, poi un’altra: quasi sorge dal divano e si palesa infine una creatura effimera dallo sguardo fisso e dalle membra molli. Sei del tutto con noi, Elizabeth?

 

In una dimensione onirica e surreale, illusionista e mistica, le paure incontrollabili nascoste nell’animo, da cui gli uomini di ogni tempo cercano di liberarsi, vengono qui rappresentate e sono palpabili, come nel primo romanzo gotico da cui lo spettacolo trae ispirazione.
Il dottore del libro di Mary Shelley non sopporta la perdita della madre e cerca un’altra via per riportare indietro chi si è inesorabilmente allontanato. Da nuovo Prometeo riesce a generare vita da materia inanimata creando un mostro, assemblato con parti del corpo di cadaveri, che semina morte e sofferenza. Il Victor di Dispensa Barzotti restituisce solo questo dolore: della tracotanza del protagonista del romanzo non c’è traccia, alla superbia del Victor Frankenstein non c’è accenno: l’unico comune denominatore possibile per gli uomini di fronte all’abbandono e alla perdita è il dolore.

Una bara bianca si lascia intravedere dalla finestra a grandi lastre sul fondo della scena: Victor è impotente su quello che accade al di là del vetro. Così accade nel romanzo, quando il dottor Frankenstein, spiato dal mostro attraverso una finestra, distrugge la compagna che stava costruendo per lui in quanto terrorizzato dalle conseguenze che sarebbero potute scaturire da una loro unione, e a sua volta Victor lo guarda inerme attraverso i vetri mentre il mostro si vendica del suo patrigno uccidendo Elizabeth durante la prima notte di nozze.

Non c’è rimedio alla morte, non c’è soluzione, né via di scampo. Si deve riconoscere, affrontare, ed elaborare. Se l’uomo non accetta questa sofferenza resta prigioniero dell’angoscia e dell’abbandono, che continua a vivere ogni giorno: ecco che scena dopo scena, fino a che diventano anziani, Consuelo Ghiretti, Riccardo Calabrò, Rocco Manfredi danno vita ad un reiterato e duraturo rinnovarsi della pena, come in un cerchio infernale, in cui i peccatori sono ormai arresi al continuo supplizio. Convinti che possa lenire il tormento, nei secoli gli uomini hanno fatto erigere mausolei, hanno portato fiori sulle tombe, hanno acceso candele. A Victor non bastava, ma dal suo lavoro ottiene un crescendo di sofferenze che lo rende inesorabilmente umano.

Per la regia di Alessandra Ventrella lo spettacolo -primo di un’ideale “Trilogia dell’Immortalità” che assolve al compito di narrare attraverso i racconti dell’orrore le paure ancestrali- delinea in modo intimo, concreto, afono, il sentimento universale di chi non riesce ad arrendersi al lutto. Suona la Fantasia sui temi della Traviata di Francisco Tàrrega, il profumo delle candele inebria le narici e la platea si ridesta: dopo essere stati trasportati in un sogno, ora ci sentiamo tutti un po’ più vivi.

Info:
Auditorium Centro Sociale

Via R. Cantarella 22, Salerno (zona Pastena)
Visto il 16 febbraio 2018, ore 21.00

VICTOR

liberamente ispirato al Frankenstein di M. Shelley

di DispensaBarzotti

con Consuelo Ghiretti, Riccardo Calabrò, Rocco Manfredi 

regia, luci e suono Alessandra Ventrella

collaborazione al progetto Riccardo CalabròConsuelo Ghiretti
scene Rocco Manfredi

con il contributo di UOT – Teatro alla Corte di Giarola
residenze artistiche Santa Caterina, Performing Arts, Teatro Europa, Spazio ZUT, Casa del Teatro Ragazzi e Giovanni Onlus

Premio delle Giurie Direction Under 30 2017 | Premio Strabismi 2017 
Premio Casa con Vista Fringe 2017

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