Si è svolto lunedì 18 giugno il primo dei quattro appuntamenti alla scoperta dei segreti del Teatro Duse: “Viaggio nella scatola magica”, una visita guidata-spettacolo tra passato e presente di uno dei teatri più importanti della tradizione bolognese.
Ci sono tanti modi in cui condurre un viaggio alla scoperta di luoghi e storie di una tradizione locale, e il Duse sceglie per sé quella che più si accorda alla sua identità di luogo teatrale: una visita guidata in forma di spettacolo in cui gli attori Andrea Ramosi e Beatrice Festi, accompagnati dal macchinista del teatro Marco De Barba, conducono i visitatori/spettatori alla scoperta dell’edificio teatrale, della sua storia e dei suoi spazi di norma inaccessibili al pubblico, tra aneddoti, sorprese e retroscena della macchina teatrale.
L’idea drammaturgica è molto efficace nella sua semplicità: far viaggiare lo spettatore tra passato e presente, rievocando la data del 12 giugno 1898, giorno in cui l’edificio storico di via Cartoleria, già Teatro Brunetti, vedeva una Eleonora Duse trionfante calcare le sue scene (nei panni de La locandiera goldoniana) e da allora esserle intitolato.
Tutto il percorso della visita, senza mai perdere di vista la sua dimensione conoscitiva, si apre a brillanti e inattese “incursioni” teatrali che, come per magia, diventano momenti di incontro e compenetrazione tra passato e presente, permettendo alle loro reciproche entità di calcare gli stessi luoghi, contemplarsi, parlarsi e finanche toccarsi.
La centralità della dimensione del tempo si evince già in apertura, quando le porte del teatro si schiudono e gli spettatori si trovano faccia a faccia con una figura femminile in elegante abito settecentesco. Illuminata dalla sola luce di tre candele e seduta alla scrivania del foyer, intenta a scrivere su una serie di fogli bianchi, Beatrice Festi è convincente nel suo ruolo di apparizione fantasmatica.
Da lì a poco, in elegante frac nero, fa il suo ingresso Andrea Ramosi, guida moderna in bilico verso altre dimensioni spazio-temporali (e teatrali), che accompagna gli spettatori alla scoperta del Teatro Duse: ogni luogo ha la sua serie di vicende rilevanti e aneddoti, narrati con un linguaggio che dal turistico ammicca al teatrale (degne di nota le letture di cronache d’epoca trattate alla stregua di testi drammatici).
Non mancano, pur nella dimensione di incanto evocativo, punte di comicità brillante che sfiorano la gag e momenti di intrattenimento affidati al macchinista-prestigiatore Marco de Barba, che quasi come in uno spettacolo di magia mostra e disvela alcuni dei trucchi più suggestivi della scena, rendendo la visita-spettacolo particolarmente adatta a ragazzi e famiglie.
Il percorso si snoda da una sala all’altra del teatro e fino agli ambienti degli addetti ai lavori, aperti al pubblico per l’occasione: dal foyer, lo spettatore è accompagnato lungo la galleria, il foyer Gino Cervi, il sottopalco, le quinte e, infine, il palcoscenico, alla scoperta dei segreti di ciascuno di questo luoghi.
Scarni e dislocati sono gli elementi scenografici: la grossa scrivania di legno, la sedia, i fogli bianchi e le tre candele all’ingresso; sul palcoscenico, due piccole sedie e un tavolino che, coperto da un telo nero che nasconde alla vista una serie di oggetti misteriosi, ricorda vagamente “L'enigma di Isidore Ducasse” di Man Ray. Ma a farla da padrona indiscussa è la scenografia maestosa dello stesso Teatro Duse, con i suoi colori caldi, i lampadari brillanti, i pertugi e le porte. Esse in particolare, con la loro intrinseca possibilità di apertura/chiusura, assurgono al ruolo di veri e propri personaggi drammatici.
Da rilevare un utilizzo molto semplice ma efficacemente della componente sonora: la visita-spettacolo si svolge nella totale assenza di musica, che fa la sua comparsa esclusivamente per accompagnare l’accesso dello spettatore nel luogo più magico del teatro, il palcoscenico, spazio extra quotidiano per eccellenza, quasi a voler sottolineare l’ingresso in una dimensione altra, spettacolare. Contemporaneamente, l’assenza di un elemento musicale costante permette ai suoni del teatro stesso (l’eco dei passi nelle sale, lo scricchiolio delle assi di legno, il rumore della scenografia in movimento) di risaltare nel silenzio tra le parole.
Emerge, nel complesso, l’immagine di una visita guidata efficace nella sua dimensione didattico-divulgativa ma che non vuole rinunciare alla natura teatrale del luogo visitato. Le nozioni storiche e architettoniche sul Duse sono ben veicolate, comprensibili ed esaurienti, ma al tempo stesso la messa in scena è curata e coerente con l’idea drammaturgica. Con un po’ di immaginazione, lo spettatore può davvero sentire di star compiendo un viaggio indietro nel tempo, o, forse, di star assistendo a una manifestazione fantasmatica in cui, come in The Others di Alejandro Amenábar, le dimensioni del passato e del presente albergano nello stesso luogo.
Info:
VIAGGIO NELLA SCATOLA MAGINA
di Enrico Cavalleri
con Andrea Ramosi e Beatrice Festi
date 25/07 ore 19, 24/09 ore 19, 03/10 ore 20
durata 50 min circa
I prossimi appuntamenti:
- lunedì 18 giugno | ore 19:00
- lunedì 25 giugno | ore 19:00
- lunedì 24 settembre | ore 19:00
- mercoledì 03 ottobre | ore 20:00