Per la prima volta a Roma è andata in scena il 27 e il 28 febbraio al Teatro Ambra Jovinelli la commedia musicale Van Gogh Café. Scritta e diretta da Andrea Ortis, che interpreta anche uno dei protagonisti, si avvale degli arrangiamenti del chitarrista e compositore Antonello Capuano, in scena insieme a una compagine di altri quattro musicisti. Una produzione della MIC International Company che arriva per la prima volta sui palcoscenici romani, dopo una tournée che ha riscosso unanimi riscontri da parte di pubblico e critica. Visto il grande successo, lo spettacolo verrà replicato in via straordinaria, sempre all’Ambra Jovinelli, dal 30 marzo al 1 aprile prossimi.
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Van Gogh Café: la commedia musicale che racconta Van Gogh
Lo storico teatro Ambra Jovinelli traboccava di pubblico per questa seconda data romana dello spettacolo Van Gogh Café, una commedia musicale che racconta, in maniera coinvolgente e suggestiva la parabola artistica ed esistenziale di Vincent Van Gogh, il grande pittore olandese, tra i massimi esponenti del Post-Impressionismo, nato nel 1853 a Zundert e morto in Francia, nel 1890, a Auvers-sur-Oise. Proprio quest’anno ricorre il 170esimo anniversario dalla nascita di questo sommo artista che, con il suo talento visionario e rivoluzionario, ha contribuito in maniera centrale all’evoluzione della pittura del suo tempo, traghettandola verso la modernità del ‘900.

Van Gogh Café: un allestimento di prim’ordine
La commedia musicale Van Gogh Café presenta un allestimento di prim’ordine. Il cast vede in scena contemporaneamente fino a tredici persone, compresi i cinque musicisti. Bravissimi gli interpreti, che spiccano nelle parti recitate, come in quelle cantate , ottime le parti di danza, che si avvalgono delle coreografie di Marco Bebbu. E’ raro vedere uno spettacolo di questo livello, con un cast così numeroso, in cui tutti gli elementi, dal testo alle parti musicali, dalle luci alle scenografie, dalle coreografie ai costumi, sono curati in ogni dettaglio e concorrono alla riuscita di uno spettacolo avvincente ed emozionante.
Van Gogh Café: un doppio binario narrativo
Van Gogh Café utilizza un doppio binario narrativo; la storia è infatti ambientata in un café chantant parigino della seconda metà dell’800, gestito da Mme Odile, interpretata dalla bravissima Floriana Monici. I café chantant erano locali nei quali si esibivano cantanti, attori, ballerini ed erano il fulcro di un’intensa attività culturale. E così, nel suo Café di Mme Odil ricorda, tra i propri avventori, di aver ospitato alcuni tra gli artisti che diventeranno tra i più rappresentativi di quell’epoca, quali Renoir, Degas, Gaugin e, appunto, Van Gogh. Un cliente del café, un antiquario (Andrea Ortis), venuto in possesso delle lettere che costantemente Vincent Van Gogh indirizzava al fratello Teo, inizia a raccontare allo staff del café chantant (barman, ballerine, musicisti) la storia del sommo pittore olandese e ne ripercorre, insieme a loro, tutta la parabola artistica e di vita. L’espediente narrativo di rappresentare le attività di un café chantant per raccontare la vita e le opere di Vincent Van Gogh ha permesso di presentare al pubblico il dramma della vita di Van Gogh, a livello personale e artistico, attraverso la leggerezza di una commedia musicale, senza mai banalizzarlo. Un dramma anch’esso a doppio binario, in quanto dramma esistenziale, perché la vita di Van Gogh risulta inesorabilmente segnata dalla malattia mentale, e dramma artistico, perché la sua arte, troppo innovativa per l’epoca, non poteva essere compresa e apprezzata dai suoi contemporanei (e quindi nessuno acquistava i suoi quadri).

Van Gogh Café: la prima parte
Van Gogh Café è un’opera struttturata in due atti. All’inizio viene narrata la prima parte della vita di Van Gogh, i suoi inizi come predicatore, fino all’arrivo a Parigi, dove la sua statura artistica non viene compresa. Commovente la ricostruzione dei celebri “Mangiatori di patate”, di cui viene offerta una lettura minuziosa e piena di immedesimazione verso gli umili personaggi ritratti al desco familiare, che vede il pubblico fortemente partecipe dal punto di vista emotivo. Fin da subito si apprezza l’efficacia della scrittura e della regia, la perfezione del meccanismo scenico, la bellezza delle musiche e la bravura di tutti gli interpreti.

Van Gogh Café: la seconda parte
La seconda parte si apre con gli attori e i musicisti che irrompono in sala, per un coinvolgimento ancora maggiore con il pubblico. In questa seconda parte vengono raccontati il soggiorno di Van Gogh a Arles, l’invito e la convivenza con Gaugin, la follia dell’artista fino all’internamento in manicomio e alla tragica fine. La seconda parte è tutta un crescendo continuo e travolgente, per una pièce già intensa fin dall’inizio. Viene ripercorsa la genesi di alcuni dei quadri più famosi e iconici di Van Gogh: Caffé di notte, la camera dell’artista ad Arles, Campo di grano con corvi, Cielo stellato. Molto suggestiva nella seconda parte la proiezione simultanea dei vari autoritratti di Van Gogh, che lentamente scompaiono in dissolvenza, a simboleggiare, così, la progressiva perdita della ragione del pittore. Ma, accanto alla follia, viene descritto ed esaltato anche l’amore per la vita di Van Gogh, che trasborda dai suoi quadri con tutta la sua forza espressiva.

Van Gogh Café: scenografia, light-design e costumi
Particolarmente efficace e d’impatto dal punto di vista visivo la scenografia di Gabriele Moreschi. Su un telo, posto sulla parte anteriore del palcoscenico, vengono proiettati i quadri di Van Gogh, che si alternano con i vari paesaggi del racconto della sua vita, nei quali e con i quali gli interpreti interagiscono. Sullo sfondo, il café chantant è ricostruito con grande minuzia. La riproduzione del locale restituisce un’immagine iconica e perfettamente riconoscibile, per un effetto immersivo totale nella Parigi di fine ‘800. Le luci, a cura di Virginio Levrio, sono molto suggestive e ben studiate, così come i costumi di Marisa Vecchiarelli sono un altro elemento perfettamente integrato nello spettacolo e insieme contribuiscono al fascino e alla riuscita dell’allestimento.
Van Gogh Café: le musiche e i musicisti

Belle e molto ben eseguite le musiche.Gli autori francesi la fanno da padroni con una scelta di canzoni di Edith Piaf, Charles Aznavour, Yves Montand, ma non mancano richiami al flamenco e al jazz. L’ensemble è capitanato dal bravissimo chitarrista e compositore Antonello Capuano, anche autore delle musiche e degli arrangiamenti. I musicisti, tutti di prim’ordine, suonano in maniera molto affiatata, con tecnica e gusto e risultano perfettamente inseriti nel resto del cast, integrandosi con disinvoltura con gli altri attori e dando prova di ottima presenza scenica. Oltre alla chitarra di Capuano, suonata sempre con musicalità e maestria, spiccano Il vibrato intonato e il timbro caldo del violino di Mattia Iannaccio, che dialoga sapientemente con il pianoforte di Angelo Miele, mentre le percussioni di Marco Molino e il contrabbasso di Lorenzo Mastrogiuseppe contribuiscono a una componente ritmica solida e briosa. I musicisti e la musica non sono quindi solo un mero accompagnamento né un elemento di contorno, ma una componente cardine e imprescindibile di Van Gogh Café, una commedia in cui ogni pezzo musicale strappa applausi a scena aperta.
Van Gogh Café: gli interpreti
Floriana Monici, nel ruolo dell’affascinante Mme Odile, oltre a cantare in maniera espressiva e con una voce suadente, spicca e brilla per l’ottima recitazione e la straordinaria presenza scenica. Si impone per la notevole capacità vocale anche l’altra cantante, Mlle Aline, interpretata dalla bravissima Chiara di Loreto, una voce stupenda, sicura e potente, perfettamente a fuoco nei suoi pezzi cantati. Il vero mattatore di questa commedia musicale è Andrea Ortis, che è anche autore e regista, straordinario interprete che riesce a trascinare il pubblico dentro l’essenza delle opere di Van Gogh, a cui fa da spalla in maniera impeccabile l’ottimo Giulio Maroncelli nel ruolo del barman.

Van Gogh Café: un’opera complessa e ricca di elementi
Van Gogh Café è un opera profonda e ricca di elementi, il cui fascino e la cui complessità è data dalla fusione di molteplici elementi e linguaggi: musica, parti recitate, coreografie, suggestive proiezioni in 3D e light design contribuiscono a una sfolgorante e coinvolgente messa in scena, per un allestimento di fortissimo impatto visivo ed emotivo. Eppure, nonostante la lunghezza di oltre due ore e la complessità dell’opera, Van Gogh café è uno spettacolo scorrevolissimo e profondo al tempo stesso. Il pubblico viene catapultato nella realtà sfolgorante della Parigi della seconda metà dell’ottocento e vive un’immersione nelle opere di Van Gogh fino quasi a toccarle con mano. Con una tavolozza di colori vivissima e variopinta vengono dipinte le luci e le ombre della vita di questo grande artista. Van Gogh Café emoziona fino alla commozione e al tempo stesso diverte, nel significato più nobile del termine. E’ questo, forse, il merito maggiore di questa commedia musicale e la sua più importante ragion d’essere.
Van Gogh Café ha visto il pubblico letteralmente entusiasta e in visibilio. Agli autori e agli interpreti va tutto il nostro plauso. Consigliamo i nostri lettori di non lasciarsi sfuggire le prossime repliche.
Van Gogh Café: credits
VAN GOGH CAFÉ
Commedia musicale
Una produzione
MIC International Company
Testi e Regia di Andrea Ortis
Arrangiamento musicale di Antonello Capuano
Coreografie di Marco Bebbu
Scene di Gabriele Moreschi
Sound Designer Francesco Iannotta
Light-video Designer Virginio Levrio
Direzione Vocale Elisa Dal Corso
Costumi di Marisa Vecchiarelli
CAST
Andrea Ortis, Floriana Monici, Chiara Di Loreto
Giulio Maroncelli, Lavinia Scott, Rebecca Erroi
Lara Ferrari, Lucrezia Zizzo
ORCHESTRA
Chitarra Antonello Capuano
Violino Matteo Iannaccio
Pianoforte/Musette Angelo Miele
Percussioni Marco Molino
Contrabbasso Lorenzo Mastrogiuseppe
PRODUTTRICE ESECUTIVA
Lara Carissimi
27 -28 FEBBRAIO ORE 21
TEATRO AMBRA JOVINELLI-ROMA