Sul palco del Teatro Argentina approda lo spettacolo UOMO SENZA META, in scena fino al 25 ottobre. La microsaga familiare di Arne Lygre, dallo stile forte e tagliente, è affidata alla sapiente regia di Giacomo Bisordi, che dopo l’anteprima romana in forma di studio dello scorso luglio, offre al pubblico una messinscena studiata per la nuova fase di riapertura delle sale teatrali, conforme quindi alle norme anti Covid-19 per quanto riguarda l’azione scenica e l’allestimento.
UOMO SENZA META: le relazioni umane fra ruoli e identità
Pietro (Francesco Colella), imprenditore potente e facoltoso, decide di vendere tutto e di acquistare da Proprietario (Giuseppe Sartori) un fiordo, sul quale edificare una città ideale. L’utopia si concretizza: la città è realmente la migliore possibile. Trent’anni dopo, Pietro è in punto di morte, circondato da un’ex Moglie (Monica Piseddu), una Figlia (Anna Chiara Colombo) e un Fratello (Aldo Ottobrino), che sembrano non ricordare nulla di lui. Lo sconvolgimento generato dalla morte di Pietro li farà sprofondare in un profondo baratro emotivo, mettendo in crisi il ruolo che l’uomo aveva costruito per loro e lasciandoli incapaci di ritrovare la loro vera identità.
UOMO SENZA META: regia di Bisordi potente e suggestiva
Il cast attoriale, che oltre agli artisti citati comprende anche Silvia D’Amico nel ruolo di Sorella, colpisce per l’eccezionale bravura e capacità artistiche. La regia di Bisordi è potente e suggestiva, e sa ben rappresentare gli aspetti metaforici del testo di Lygre, a partire dal maestoso allestimento di palco e retropalco, con fondale e praticabili in stile industriale, fino agli accorgimenti scenotecnici utilizzati dal regista, come gli arredi della camera d’ospedale che vengono calati dall’alto, agganciati alle americane. Il palcoscenico è in continuo divenire grazie alle maestranze presenti sulla scena, che Bisordi integra perfettamente con il resto del cast artistico.
Il disegno luci di Vincenzo Lazzaro crea e definisce gli ambienti con equilibrio e maestria: raffinatissimo nell’illuminazione del palco a inizio spettacolo, gioca con toni caldi e freddi sino alla fine, così che l’ascesa, la trasformazione e la disgregazione psicologica dei personaggi si rispecchino coerentemente nella metamorfosi del paesaggio, che li accompagna silenziosa e onnipresente. L’illuminazione e l’allestimento rappresentano, quindi, molto bene lo sgretolamento del capitalismo e delle falsità di cui esso stesso si era alimentato per crescere.
Anche la colonna sonora è studiata con molta attenzione. I rumori di fondo, che richiamano quelli di una fabbrica, si alternano a brani più noti dei Queen o di Harry Belafonte, dai toni stranianti, beffardi e ironici, che nel contesto sortiscono un effetto a tratti dissacrante.
Al Teatro Argentina UOMO SENZA META si muove tra simbolismo e metafore, dal palco alla realtà
Il dramma è ricco di significati simbolici e metaforici, a partire dai nomi dei personaggi, identificati in base alla funzione che hanno per Pietro, l’unico ad avere un’identità propria. C’è chi detiene i cordoni della borsa, sa come usarli e non ha paura di rischiare, anche se questo vuol dire commettere ogni sorta di nefandezza, atteggiamento possibile solo in un sistema capitalistico. Per contro, c’è chi subisce gli effetti di tali comportamenti, e non potendoli combattere ne cavalca l’onda finché può, anche a scapito della propria identità e accettando di diventare qualcun altro: la naturale conclusione è la collusione con un sistema che genera un’utopia destinata al fallimento interiore e che distrugge le relazioni umane.
Con UOMO SENZA META, Giacomo Bisordi sceglie di rappresentare un testo minimalista, dove i dialoghi sono brevi, serrati e, in alcuni casi, espressi anche in terza persona. A livello drammaturgico c’è un prima, dove la scena rinforza efficacemente la narrazione, e un dopo, dove quest’ultima perde di efficacia, si contorce un po’ più su se stessa e diventa meno fruibile, senza nulla togliere all’adattamento in quanto tale.
Ottima, quindi, la prova di Bisordi e della sua compagnia, che in un periodo così delicato per lo spettacolo italiano regalano alla platea del Teatro Argentina un’occasione in più per una riflessione autentica sui rapporti umani, all’interno di un sistema economico senza scrupoli, per svincolarci del quale dovremmo imparare a “liberarci dalle cose e far entrare le persone”.
Chi è Arne Lygre?
Arne Lygre ha debuttato nel 1998 con la commedia «Mother and Me and Men». Da allora ha scritto altre sei opere teatrali, che sono state messe in scena e pubblicate nei paesi di tutto il mondo. Arne Lygre ha scritto la sua prima raccolta di racconti nel 2004, «In Time», per il quale ha ricevuto il prestigioso premio letterario norvegese Brageprisen. Ha anche scritto due romanzi, «A Last Face» e «My Dead Man», entrambi molto ben accolti dalla critica. Nel 2010 è stato insignito del premio letterario Mads Wiels Nygaards 'Legacy.
Teatro Argentina
17 â— 25 ottobre
Giacomo Bisordi dirige
Uomo senza meta del norvegese Arne Lygre,
uno spettacolo sulle delusioni del sogno capitalista, tra sentimenti e politica, per centrare la riflessione
sull'ambiguità dei comportamenti umani, da sempre facilmente manipolabili dal desiderio di profitto, grandezza e successo.
Uomo senza meta
di Arne Lygre
traduzione Graziella Perin
regia Giacomo Bisordi
con Francesco Colella (Pietro), Aldo Ottobrino (Fratello), Monica Piseddu (Moglie),
Anna Chiara Colombo (Figlia), Silvia D’Amico (Sorella), Giuseppe Sartori (Proprietario/Assistente)
costumi Anna Missaglia – luci Vincenzo Lazzaro
aiuto regia Fausto Cabra – assistente alla regia Angelo Galdi
i diritti dell’opera Uomo senza meta di Arne Lygre sono concessi da Colombine Teaterförlag, Stoccolma
in collaborazione con Zachar International, Milano
Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale
PER APPROFONDIRE SU UOMO SENZA META – incontri al Teatro Argentina
Martedì 20 ottobre e sabato 24 ottobre attorno allo spettacolo Uomo senza meta di Arne Lygre sono programmati talk, conversazioni e attività per espandere e approfondire i temi chiave della nuova regia di Giacomo Bisordi. Un doppio appuntamento per addentrarsi nel testo e nel lavoro del drammaturgo norvegese, che permetterà di ragionare sulle tematiche del capitalismo moderno, dell'alienazione sociale e delle disfunzioni affettive, strettamente connesse con la politica e la cultura di un popolo, proprie dell'epoca in cui viviamo.
Primo appuntamento, martedì 20 ottobre (ore 18.30) nella Sala Squarzina del Teatro Argentina, con un talk dal titolo Senza Meta, la drammaturgia di Arne Lygre, figura molto apprezzata in Francia e in altri paesi centro europei, ma ancora poco conosciuta in Italia. L’incontro – moderato da Graziano Graziani – sarà un’occasione per approfondire il suo percorso artistico e la sua scrittura drammaturgica, che si inserisce nella tradizione scandinava pur distaccandosene e rinnovandola. Per raccontare la sua esperienza con l’Uomo senza meta, Giacomo Bisordi, insieme agli attori della compagnia, dialogherà con l'addetta culturale dell'Ambasciata di Norvegia Linda Gaarder e con il regista Jacopo Gassmann (che ha recentemente portato in scena un altro testo del drammaturgo, Niente di me), mentre lo stesso Lygre – che non potrà spostarsi per impegni pregressi e disposizioni anticovid – sarà presente in video in conversazione con Fausto Paravidino, drammaturgo italiano tra i più riconosciuti all'estero, della stessa generazione di Lygre. I due drammaturghi, infatti, hanno studiato assieme nel 2000 presso l’International Recidency del Royal Court di Londra, ambitissimo stage del teatro inglese frequentato agli esordi, e porteranno in questa conversazione un confronto fra nord e sud Europa. Infine, il secondo momento di questa trama di attività culturali attorno allo spettacolo è programmato sabato 24 ottobre (dalle ore 10 alle 13) sul palco dell’Argentina con protagonista Giacomo Bisordi che condurrà un Atelier aperto al pubblico.
Lo spettacolo Uomo senza meta, prodotto dal Teatro di Roma – Teatro Nazionale, prosegue le repliche fino al 25 ottobre al Teatro Argentina.