Enrico Maria Carraro Moda è un outsider del teatro romano ( o se preferite italiano) i suoi spettacoli non vanno mai incontro alle esigenze del pubblico, mandano a quel paese tutte le regole che il teatro conosce per avventurarsi in sentieri ostici che non tutti i registi sarebbero in grado di padroneggiare. Il risultato è che il regista di Civitavecchia o si ama o si odia; e va detto che a nostro avviso i suoi detrattori sono perlopiù quegli spettatori che non vanno al di là del loro naso e che cercano cose che si confaciano a codici già utilizzati a teatro. D'altronde un teatro rivoluzionario e nuovo non può essere capito da tutti e il così detto pubblico teatrale di esperti spesso si accorge di determinati artisti solo nel momento in cui quest'ultimi hanno un riconoscimento importante.
Dopo il successo di FOSSE che è riuscito a conquistare addirittura un critico severo come Franco Cordelli del Corriere della Sera, il giovane regista laziale ha preferito non cullarsi sugli allori e non ha cercato facili consensi dalla critica e dall'odioso pubblico di radical che purtroppo affolla il nostro teatro. Carraro Moda ha continuato a essere un outsider, portando avanti il suo percorso impervio verso un teatro diverso da quello che siamo abituati a vedere.
La sua nuova fatica si chiama UOMO MANGIA UOMO andata in scena al teatro Agorà, e ispirata a Crave di Sarah Kane. I puristi dell'autrice inglese odieranno Enrico Maria Carraro Moda perché qui della Kane come nel precedente GIARDINO che si rifaceva a l'amore di Fedra c'è ben poco. Fare un'operazione del genere è un suicidio, perchè non si può prendere a calci l'anima di un autore e sostituirla con la propria per poi farla franca, ma Enrico Maria Carraro Moda è uno dei pochi registi che può permettersi questo e altro, anche di giocare con un testo della Kane, per il semplice fatto che è un fottuto genio.
La scena si apre con una canzonetta di Perry Como "Catch A Falling Star" ripetuta più volte nei primi cinque minuti della pièce, ossessivamente. Vediamo subito dopo alternarsi sul palcoscenico -il cui unico oggetto di scena è un water – un maniaco sessuale, un uomo bambino, una ragazzina a seno nudo e una madre che desidera un figlio a ogni costo.
Queste saranno le poche cose che capirete del testo perché Enrico Maria Carraro Moda ha giocato con le battute in una maniera che definiremmo psicotica. I quattro personaggi in scena sembrano difatti quattro psicotici in preda a deliri e flussi di coscienza che a volte hanno un senso e a volte non l'hanno. I risultato è che lo spettatore si sente catapultato in caos mentale dove non riesce a venire più a capo della storia o lo fa con molte difficoltà.
È una scelta più radicale perfino di certo teatro di Carmelo Bene dove benché si desse spazio all'inconscio, dandogli voce, si seguiva comunque un filo logico. In UOMO MANGIA UOMO invece regna l'illogicità e si esce dalla sala con la sensazione di essere pazzi come i personaggi che si sono visti in scena.
Le battute non hanno anima, i personaggi sono dei robot asserviti ai loro impulsi, le loro parole più che provenire dal loro cervello sembrano arrivare da impulsi primordiali. Mostrarlo veramente è avere il coraggio di essere audaci e di fare arte e non di scimmiotare l'arte che è ben diverso.
UOMO MANGIA UOMO è l'ennesimo tassello positivo del teatro di Enrico Maria Carraro Moda. Un raffinato regista italiano che ama sperimentare sul serio, senza seguire le mode del momento, cercando di creare un'arte teatrale tutta sua. Prendete nota registi italiani d'avanguardia " tra virgolette".
Info:
UOMO MANGIA UOMO
con Chiara Meschini, Domenico Bisazza, Federico Balzarini ed Arianna Paravani
di Enrico Maria Carraro Moda
regia di Enrico Maria Carraro Moda
In scena dal 15 al 18 dicembre al Teatro Agorà 80,
uno spettacolo liberamente ispirato a “Crave” di Sarah Kane
PROSSIMAMENTE al Teatro Agorà
DAL 24 GENNAIO AL 5 FEBBRAIO 2016 ALLE ORE 21:00
Testo e Regia di Lilli Eritrei
con Gabriele Cantando
con Federica Tessari
Contenuti
IL 6 GENNAIO 2017 ALLE ORE 21:00
PRESENTA :
“ANIME IN MOSTRA ”
di Anton Cechov
con Sarah Mataloni e Lavinia Lalle