Siamo stati al Centro Culturale Artemia di Roma per assitere ad Unicum, un testo di Giorgio Tosi che ha visto debuttare per la prima volta in una regia tutta a suo nome l’attore Bruno Petrosino. Una commedia che racconta un rapporto d’amicizia e d’amore di lunga data tra due persone mature che, nel corso degli anni, hanno condiviso molti aspetti importanti della vita, senza mai dichiarare il proprio amore l’uno per l’altro.
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Unicum, un amore a cottura lenta

Un invito a cena tra due amici che si conoscono da una vita diventa l’occasione per dichiarare un amore reciproco, sbocciato negli anni, messo da parte e mai sopito, anzi cresciuto col tempo fino al punto di permettere ai due maturi protagonisti di potersi finalmente dichiarare. E’ questo il soggetto di Unicum, commedia scritta da Giorgio Tosi e che vede in scena Giancarlo Di Giacinto e Romano Maggiora Vergano nei panni rispettivamente di Marco e Giorgio. Un tavolino con due sgabelli, i calici e le bottiglie del vino, un contenitore con lo stracotto preparato da Giorgio con tanta cura per il pranzo da offrire all’amico sono i pochi oggetti di scena che incorniciano la rappresentazione, basata tutta sul dialogo e sulla parola. Proprio lo stracotto, con la cura della preparazione e la cottura lenta e paziente che richiede per arrivare al risultato finale diventa un elemento simbolico, metafora dell’amore non consumato ma provato da lunga data da entrambi e che non poteva nemmeno essere dichiarato prima, non per mancanza di volontà, ma proprio perché non maturo, come se non fosse ancora giunto il suo tempo. Un amore fatto di attese, di sguardi, di contemplazione, di distanza, mentre la vita sembra scorrere indipendente con il suo corso e porta al cambiamento e alla maturazione dei sentimenti.
Unicum, l’amore come incontro di due unicità

L’opera descrive l’amore maturo e il bisogno di amare. Un amore diverso dall’infatuazione, che non è incentrato sul sesso ma è invece voglia di amare l’altro al di là della fisicità animale, un coinvolgimento di anime che trova nella condivisione, nella vicinanza e nell’accettazione della totalità dell’altra persona il proprio significato. I due protagonisti dichiarano il proprio amore l’uno per l’altro dopo una vita di esperienze sessuali e sentimentali differenti, dopo le tante avventure di Giorgio e il matrimonio di lunga data con figli di Marco; è l’incontro di due unicità, in cui ciascuno è un unicum che, come tale, può accettare l’altro nell’insieme del suo essere con pregi e difetti, nella sua unicità; un’unicità che però non è garanzia di salvezza o antidoto alla solitudine, come suggerisce l’epilogo della storia, con quella dissoluzione dello stracotto-amore in sabbia che chiude simbolicamente la pièce.
Unicum, due interpreti per un amore maturo

All’inizio la recitazione dei due attori è un po’ spiazzante, poco naturale e impacciata e rende un po’ difficoltoso entrare nello spirito del testo. La poca spontaneità nelle inflessioni delle battute rompe la credibilità della rappresentazione, ma l’impressione è solo iniziale, perché poi i due interpreti entrano nei ruoli -e forse noi ci abituiamo a loro- e quello che all’inizio sembra un elemento di disturbo diventa parte integrante della rappresentazione stessa; la stessa voce un po’ tesa di Di Giacinto diventa anche funzionale all’imbarazzo che il suo personaggio prova nel ricevere la dichiarazione d’amore dell’amico e nel comunicare, aprendosi, i propri sentimenti.
Unicum, una regia attenta alla delicatezza della storia
La regia di Petrosino è attenta a rendere vivido e coerente lo svolgimento della pièce, senza appesantirla e valorizzandola con grazia. La tenerezza che scaturisce dalla storia dei due protagonisti, che sono stati compartecipi della vita l’uno dell’altro come amici e si ritrovano, dopo tanti anni, ad avvicinarsi ulteriormente in una forma ancora più profonda, è trattata con amorevole cura e garbo da una regia attenta a rendere dinamico e godibile tutto lo spettacolo. Una delicatezza che si fa apprezzare quando Marco e Giorgio si siedono nella parte frontale del palco vicino al pubblico e, attraverso la vicinanza fisica, creano un senso di calore e immedesimazione che rende partecipi gli spettatori della tenerezza del loro rapporto. La voce fuori campo, registrata dallo stesso Petrosino, è la voce narrante di un amore maturo e non confessato che accompagna la rappresentazione e lo scandire dei dialoghi dei due personaggi e si sostituisce a quella di Giorgio quando, poco prima del finale, deve leggere la sua ultima poesia, a voler dichiarare la portata universale del significato della loro storia.
Unicum, l’equilibrio del testo di Giorgio Tosi
Il testo di Giorgio Tosi, prolifico autore piacentino, scorre gradevolmente, con morbidezza e sagacia piena di pepe. Le poesie di Giorgio sono divertenti e brillanti, un elemento dinamico che goliardicamente fornisce movimento e ritmo. Dal punto di vista drammaturgico Unicum riesce a bilanciare elementi comici e malinconici in un dialogo che invita a riflettere sul senso profondo dell’amore e dell’esistenza. Un testo scritto che descrive affettuosamente la familiarità di due amici di vecchia data, facendo entrare il pubblico nelle delicate dinamiche tra i due. Il pubblico ride e, allo stesso tempo, si commuove davanti all’amore di Giorgio e Marco.

Il risultato finale è molto gradevole. Assistere a Unicum è come bere un buon vino d’annata, affinato per anni in una botte buona e poi lasciato riposare in bottiglia, che svela il suo bouquet dolce e amaro dato dallo scorrere del tempo in una complessità equilibrata e ferma. Unicum regala un senso di pace e ci pone allo stesso tempo davanti a temi profondi, che vengono però resi con leggerezza e brio. Tutto esaurito per le tre date di questa prima regia di Bruno Petrosino, una conferma del gradimento del pubblico del Centro Culturale Artemia, diretto da Maria Paola Canepa, nella cui programmazione viene dato grande spazio alla scoperta e alla valorizzazione dei talenti emergenti. Unicum è stato realizzato grazie al sostegno dell’Associazione di Promozione Sociale Agapanto.
Unicum, credits
UNICUM
di Giorgio Tosi
con Giancarlo Di Giacinto e Romano Maggiora Vergano
regia di Bruno Petrosino
con il sostegno dell’Associazione di Promozione Sociale AGAPANTO
28-29-30 aprile 2023
Centro Culturale Artemia
Via Amilcare Cucchini, 38 – Roma
Direzione artistica Maria Paola Canepa