UNA DISUBBIDIENZA STRAORDINARIA @ Teatri di Vita: a ciascuno la sua stella!

Anche se agli adulti scoccia ammetterlo i ragazzi hanno spesso ragione ed Elsa Morante, da brava intellettuale, non solo lo aveva capito ma aveva riposto la sua fiducia nella loro visione limpida e pulita, nella loro libertà e nel candore delle idee che forse solo a quell'età riescono a essere così chiare. Ed ecco qui un caso esemplare: la gioiosa anarchia di Carlotta e il suo inno alla libertà, all'anarchia senza paura, se è necessaria per proteggere i diritti di tutti.

Una ragazzina delle medie berlinese è la protagonista della raccolta di poesie Il mondo salvato dai ragazzini della Morante, e la Canzone finale della stella gialla detta pure La Carlottina è, nello specifico, il testo che ha ispirato la compagnia IAC per l'adattamento e la messa in scena ai Teatri di Vita di Bologna di questo atto unico per sola attrice "UNA DISUBBIDIENZA STRAORDINARIA" ironico e frizzante, ma non per questo meno forte politicamente. Anzi, è proprio nella leggerezza che spesso i messaggi arrivano più forti e più chiari, è proprio il tentativo di non forzare la mano ma di concentrarsi sul messaggio in sé a valorizzarlo e sostenerlo maggiormente.

La compagnia materana IAC (Centro Arti Integrate) nasce nel 2010 lavora nell'ambito del teatro sociale e di integrazione da sempre, ma non si accontenta di un'etichetta, sperimenta e si impegna alla condivisione con le realtà più diverse e dal 2016 realizza il Nessuno resti fuori – festival di teatro, città e persone in collaborazione con le realtà locali e nazionali. Andrea Santantonio, che ne cura le regie, dal 2007 scrive e dirige spettacoli e conduce laboratori dedicati a minori a rischio, migranti e persone della terza età. Come il testo della Morante anche il suo adattamento teatrale è aulico e popolare allo stesso tempo, è un teatro immediato e per tutti, che ha un messaggio talmente alto che non conosce confini. In un'alternanza di poesia e ironia dissacrante Carlotta ci accompagna nella sua utopica rivoluzione, nella sua personale resistenza all'orrore di tutti i giorni. La Morante parte da un caso personale per arrivare alla conscienza collettiva, a un caso che abbraccia potenzialmente tutti, Santantonio mantiene questo aspetto, per parlare dei totalitarismi e delle discriminazioni di oggi.

Nella natura e nella storia del teatro il compito di creare cultura e fare politica e lo può fare in vari modi, qui la strada scelta è l'efficace punto di vista di questa ragazzina che vive nella Germania nazista e non può tollerare l'ordinaria obbedienza che il popolo tedesco attua, per razzismo, intolleranza o semplice paura. La nostra ragazzina spensierata e candida decide così, per genuina e inevitabile reazione all'ordinanza che obbliga tutti gli ebrei a portare la stella, di attuare una sua personale disubbidienza straordinaria! Carlotta fa parte della categoria di persone definite “ariane” (cosa vorrà poi dire? Si chiede giustamente Carlotta), dettaglio non da poco, perché si potrebbe pensare che sia toccata solo in parte dalla tragedia delle leggi razziali, ma non ne è toccata solo in parte, perché i diritti sono di tutti e di tutti il compito di preservarli. E allora che il mondo possa riempirsi di stelle gialle – perché mai le stelle dovrebbero diventare un simbolo triste? Sono belle, le stelle, e lei ragiona giustamente da tredicenne – perché dovrebbero smettere di piacerle? Anzi, forse sarebbe proprio il caso di indossarne una bella gialla, vicino al cuore, come un fiore all'occhiello, e magari bisognerebbe anche regalarne affinché in tanti le possano indossare e far sì che non si possano più distinguere le persone.

La nostra sola attrice, una espressiva ed energica Nadia Casamassima, si muove nella scenografia che monta e smonta, è fatta di semplici scatoloni che creano varchi, porte, la nostra protagonista distrugge così muri, materiali e mentali, le scatole sono funzionali anche alle immagini che su di essi vengono proiettate e rafforzate dalle luci di Joseph Geoffiau e da una colonna sonora che ha il sapore della Germania anni Trenta. La sua Carlotta è una simpatica canaglia perfettamente credibile per esigenze di copione, risvegliando la sua ragazzina interiore, diventando nuovamente lei.

Come sarebbe stato umano e magnifico se tutti i tedeschi da un giorno all'altro avessero deciso di indossare le stelle gialle, nessuno escluso; come sarebbe stato giusto non poter più distinguere chi era ebreo da chi non lo era, quanta umanità si sarebbe espressa a favore della vita. Come sappiamo la stella di Davide fu la prima delle discriminazioni subite – nulla di ché rispetto a tutto il resto che sarebbe accaduto, fa notare la nostra attrice – ma tanto si poteva fare e non è stato fatto; tanto si può fare oggi e da alcuni viene fatto e possiamo diventare di più, possiamo essere tanti, come le tante stelle gialle glitterate che la compagnia ha regalato agli spettatori.

E questo non è stato l'unico regalo ricevuto: dopo lo spettacolo della domenica pomeriggio i presenti hanno potuto assistere a un monologo studio dal titolo Yeso Tang. Con la stessa spensieratezza di Carlotta, Alì Sohna, l'attore protagonista, ci racconta del suo viaggio dall'Africa all'Italia, ci racconta del deserto, delle prigioni libiche, del fratello, annegato a pochi metri dalle coste. Il monologo è pensato per le scuole, l'esigenza di condividere e la speranza che in tanti possano parlare e ricordare questo racconto prezioso che, come la canzone di Carlotta, è personale ma dà voce anche a migliaia e migliaia di altri voci che hanno vissuto questo stesso viaggio, una voce viva che racconta tutto d'un fiato la tragedia senza negarci il suo sorriso sincero, nonostante tutto. È necessario più che mai che si educhino i ragazzi alla solidarietà e all'accoglienza, purtroppo episodi di intolleranza, odio e razzismo non appartengono soltanto alla nostra storia passata e hanno tutto nelle loro mani.

Giorno dopo giorno, mantenendo vivo ciò che è umano, ciò che è giusto, anche se non approvato dalla massa o dalla legge, diventiamo noi stessi le stelle che illuminano il buio.

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