Al Teatro Cantiere Florida di Firenze per la regia di Andrea Chiodi UNA BESTIA SULLA LUNA ci porta nel mondo drammaturgico di Richard Kalinoski. Stati Uniti, anni Venti, Aram Tomasian è fuggito dal genocidio del popolo armeno, unico sopravvissuto della sua famiglia. Ricominciare significa ricostruire, ripartire da dove si è interrotto il filo. Ma la vita spesso ha modi tutti inediti per esaudire i desideri degli uomini, dissolve aspettative e tradizioni, offre vie d’uscita al dolore, solo a chi sa improvvisare.
Il sogno di Aram di dare vita ad una numerosa discendenza inizia con un matrimonio per procura con una moglie armena, anche lei supersite, anche lei sola al mondo. Ma la famiglia Tomasian nasce su un desiderio impossibile: Seta (Elisabetta Pozzi) e Aram (Fulvio Pepe) non possono avere figli, non possono avere un futuro, non riescono a staccarsi dal loro passato perduto. Ne sono rappresentazione e testimonianza una bambola di pezza, a cui la donna vive aggrappata con mani di bambina, e una foto di famiglia, in cui i volti degli assassinati sono stati tagliati via, in attesa che nuovi eredi colmino quel vuoto, aperto brutalmente dalla violenza della Storia. Il loro amore è intriso di malintesi, di distanze, di struggenti tentativi di superare la paura con la tenerezza. La vana ricerca di ricreare il calore di una famiglia, di fare rumore sul silenzio assordante di quei morti rimossi, su quelle immagini orribili, su quell’inferno da cui qualcuno, senza un reale perché, è riuscito a sfuggire, cozza con l’imprevedibile: Vincent (Luigi Bignone), un ragazzo di strada che si infila solare nelle loro vite e diventa il loro figlio adottivo, la risposta inattesa alle loro speranze. E’ dalla voce di Vincent anziano (Alberto Mancioppi), narratore dimesso che attraversa la scena come se entrasse nel tessuto dilatato dei propri ricordi, che apprendiamo i retroscena della storia dei protagonisti, le note amare del loro vissuto che rendono comprensibili le stonature psicologiche: rigido e ossessivo il marito, nel suo continuo declamare la Bibbia e richiamarsi a tradizioni e identità perdute; delicatamente bambina nel cuore la moglie col suo desiderio di tornare a sorridere, di addolcire con un affetto tutto da inventare le memorie dolorose del passato.
La scena è scarna, pannelli bianchi su cui si aprono le porte del povero appartamento americano da immigrati di primo Novecento. Pochi oggetti carichi di memorie: una bambola, un quadro, un cappotto. Gli spazi, lineari e spogli, sono il correlativo oggettivo di un’anima desertificata dalla falce impietosa della Storia che ha spazzato via persone, ricordi, appartenenza ad un popolo. Un deserto vuoto su cui timidamente si tenta di ricostruire a piccolissimi passi, ripopolare il proprio mondo di quotidianità, nuovi riti, nuove immagini che a tratti si stagliano come foto ricordo sui muri bianchi, come sui fogli di un grande album.
La recitazione è delicata e curata, i personaggi esprimono un faticoso risveglio dello slancio vitale, del sangue nelle vene, del desiderio, in chi ha visto la morte davanti agli occhi e ancora non si capacita di non averla dovuta attraversare.
La banalità della gente normale sembra l’unica salvezza da incarnare, per Seta, Aram e Vincent, l’unico raggio di sole a cui riannodare l’esistenza. E così accade, in una vicenda il cui ritmo alterno di tragedia, ironia e semplicità delle piccole cose, ci lascia il sapore dolceamaro della comprensione e dello stupore di fronte alla tenacia della speranza umana anche dopo le notti più cupe.
Vincitore di cinque premi Molière in Francia, Una bestia sulla luna risveglia in noi risonanze contemporanee: dalle pagine del passato ci conduce ad interrogarci sui bagagli interiori dei rifugiati e degli sradicati di tutti i tempi e a comprendere la legittimità dell’aspirazione a nuovi inizi, che irriducibili si ostinano a nascere, ovunque.
Info
UNA BESTIA SULLA LUNA
di Richard Kalinoski
con Elisabetta Pozzi, Fulvio Pepe, Alberto Mancioppi, Luigi Bignone
Regia Andrea Chiodi
Traduzione Beppe Chierici
Scene Matteo Patrucco
Costumi Ilaria Ariemme
Luci e video Cesare Agoni
Musiche Daniele D’Angelo
Produzione CTB Centro Teatrale Bresciano, Fondazione Teatro Due
Teatro Cantiere Florida, Firenze
17 novembre 2018