Per il festival di drammaturgia contemporanea IL RESPIRO DEL PUBBLICO, a cura di Cantiere Obraz, giunto alla seconda edizione, sono andati in scena due spettacoli che hanno suscitato nel pubblico emozioni opposte: UNA STORIA DI BAFFI è uno spettacolo straniante che mette in discussione la realtà con l’efficace regia di Domenica Cucinotta, che è anche interprete; MEDEA PER STRADA, di Teatro dei Borgia della trilogia La Città dei Miti, è un monologo di Elena Cotugno emozionante e intimo, sospeso tra leggerezza di interpretazione e tragica verità sociale.
Di Livia Tacchi, Scuola di Critica Teatrale Ciuchi Mannari, Cantiere Obraz
Contenuti
UNA STORIA DI BAFFI: un guasto universale

Ispirato dal romanzo I baffi di Emmanuel Carrère, diretto e interpretato da Domenico Cucinotta, lo spettacolo UNA STORIA DI BAFFI mette in scena la vicenda di un uomo che, avendo deciso di radersi i baffi per imprimere un cambiamento significativo al suo aspetto, finisce per sconvolgere involontariamente tutte le sue dinamiche familiari e affettive. La rasatura dei baffi diventa per il protagonista la sua condanna: nessuno sembra accorgersi del cambiamento e quella che all’inizio sembrava solo un’innocua incomprensione tra marito e moglie (interpretata da Mariapia Rizzo), innesca a una catena di frustrazioni e tensioni che sorpassa presto l’ambito puramente estetico e finisce per interferire in dinamiche psicologiche e sociali ben più complesse. UNA STORIA DI BAFFI non è, dunque, soltanto la storia di un equivoco, è la storia di un vero e proprio “guasto” nel sistema dell’universo, che distorce completamente la percezione di sé e degli altri: ogni certezza crolla, tutto può essere e allo stesso tempo non essere. Questo turbamento investe non solo i due protagonisti, ma anche gli spettatori stessi che sono indotti a mettere in discussione le proprie sicurezze ed escono da teatro sopraffatti da un senso di confusione e profondo straniamento. Anche se la derivazione pirandelliana è del tutto evidente, la resa scenica non manca di originalità grazie ad alcune scelte di regia appropriate a veicolare i significati del testo di Carrère. L’ambientazione è piuttosto spoglia e buia: sulla scena sono presenti un divano, un telo e poco altro. Questa scelta fa sì che l’attenzione dello spettatore sia rivolta non tanto alle vicende e alle azioni dei personaggi, quanto alla loro dimensione psicologica; in questo modo è ampiamente favorita anche l’immedesimazione di chi osserva la scena e accoglie dentro di sé la frustrazione e lo smarrimento dei protagonisti. L’utilizzo della luce poi, puntata esclusivamente sui due attori e invece assente sul resto del palcoscenico, accentua la dimensione straniante, senza tempo e senza spazio definiti, che già si è venuta a creare con il dialogo. Molto originale inoltre è la resa del passaggio del tempo scenico, con gli attori che rallentano la propria camminata fino a cristallizzarsi in una posa immobile. La musica di sottofondo, dal taglio leggermente ipnotico, riafferma l’astrattezza della scena. Nel finale i due protagonisti, sgonfiando il divano sul quale sono distesi, si lasciano scivolare a terra piano piano, accompagnati da una musica dolce, un finale dal taglio quasi cinematografico, che sigilla perfettamente uno spettacolo spiazzante e suggestivo.
MEDEA PER STRADA scuote le coscienze

MEDEA PER STRADA, scritto da Fabrizio Sinisi e Elena Cotugno e prodotto dal Teatro dei Borgia, trasporta il pubblico in un’esperienza unica ed immersiva. Il luogo della rappresentazione non è un teatro ma la sala dell’associazione Il Giardino dei Ciliegi, dove gli spettatori siedono in attesa dell’inizio della performance, ignari del fatto che l’attrice si trovi proprio in mezzo a loro. Elena Cotugno si mimetizza nel pubblico e chiede informazioni sullo spettacolo, avviando con uno spettatore una conversazione che si allarga poi all’intera sala. Il discorso è portato avanti in modo estremamente spontaneo ed è inevitabile che l’attenzione di tutti sia trasportata sulla tragica storia della protagonista, una donna albanese fuggita in Italia, le cui speranze di felicità e benessere sono state presto stroncate dalla dura realtà̀ della discriminazione. Costretta a lavorare come prostituta, ingannata e sfruttata da un uomo italiano che non la ama, trascina il pubblico nel suo doloroso percorso di vita, fin dall’infanzia, che lei stessa ci racconta, insieme con ironia e sofferenza. Lo spettatore, totalmente coinvolto grazie alla rottura della quarta parete, è costretto a scontrarsi faccia a faccia con una realtà pesante e difficile, che provoca emozioni forti e tocca il suo apice alla fine del racconto , quando si ricongiunge a quello della Medea di Euripide. Il fortissimo impatto emotivo generato dalla vicenda rende inevitabile per chi osserva interrogarsi sui temi controversi presentati dalla messinscena: il mondo della prostituzione, le discriminazioni, l’immigrazione. La protagonista, raccontando la sua storia con ironia e apparente leggerezza, pone l’attenzione su quella che è la terribile condizione di migliaia di donne nel mondo e riesce così ad attualizzare la classicità di una tragedia tanto antica, eppure ancora così pregnante di significato. La bravura di Elena Cotugno sta nel riuscire a dare vita ad un personaggio così emotivamente impattante ma anche complesso e controverso: MEDEA è un personaggio assolutamente reale e attuale. Il dialogo che si sviluppa con il pubblico è talmente intimo e toccante da apparire in ogni momento vero e genuino, né più né meno di una qualsiasi chiacchierata con una delle tante donne “reali” che vivono dinamiche analogamente difficili. Anche l’ambientazione e le luci sono quelle del Giardino dei Ciliegi, un luogo di accoglienza e di ritrovo in cui è facile immaginare di imbattersi in una delle tante “medee” quotidiane che continuano a scuotere le nostre coscienze.
Il Respiro del Pubblico Festival 22: gli spettacoli
UNA STORIA DI BAFFI
atto unico di Domenico Cucinotta
regia Domenico Cucinotta
con Domenico Cucinotta e Mariapia Rizzo
produzione Teatro dei Naviganti
prima assoluta
30 novembre 2022, Teatro di Cestello, Firenze
MEDEA PER STRADA
una produzione Teatro dei Borgia
ideazione e regia Gianpiero Borgia
drammaturgia Fabrizio Sinisi ed Elena Cotugno
con Elena Cotugno
progetto scenografico Filippo Sarcinelli
ufficio stampa Antonietta Magli
Teatro dei Borgia ha vinto il Premio Rete Critica 2022, per il progetto “La città dei miti” e il Premio ANCT 2022
5 dicembre 2022, Giardino dei Ciliegi, Firenze
Scuola di critica teatrale
L’articolo è stato realizzato nell’ambito del progetto Scuola di critica teatrale Ciuchi Mannari all’interno della seconda edizione de Il Respiro del Pubblico Festival 22 di Cantiere Obraz, con la direzione artistica di Alessandra Comanducci e Paolo Ciotti, realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze.
I partecipanti al Gruppo di visione Ciuchi Mannari sono stati (in ordine alfabetico): Ayaman Abouelkhir, Renato Bacci, Emma Bani, Gaetano Barni, Patricia Bettini, Viola Caliendo, Lorenzo Cervini, Yana Chimienti, Angel Grace Corales, Elena Faggioli, Medard Lekli, Alessandra Mancarella, Marika Sani, Livia Tacchi.