UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO @ Teatro Quirino: deragliamento in diretta

Il Quirino ha ospitato dal 3 marzo l'opera anzi il capolavoro di Tennesee Williams: UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO. Qui la regia è di Pier Luigi Pizzi e i personaggi protagonisti sono affidati a Mariangela D'Abbraccio e Daniele Pecci.

La pièce viene partorita dall'autore nel '47 e messa in scena in un Teatro di Broadway alla fine dello stesso anno con un giovane Brando nel ruolo del ruvido Stanley. A quella prima seguirono un numero impressionante di repliche (quasi 900) e poi il film con la fascinosa Liegh e lo stesso Brando.

La storia è nota ai cinefili e pubblico del Teatro. Quel meritatissimo Pulitzer e le tante rappresentazioni in tutto il mondo ci confermano che siamo di fronte ad un'opera immortale, grandiosa e specchio fedele di un'America ancora imbavagliata dei gretti pregiudizi. La morale stretta e unta di ferocia, schiaccia il sogno americano e i personaggi rilegati ognuno nel proprio angolo e insieme pronti allo scontro al centro del salotto o ring. Tutto si svolge (sia in Teatro che al cinema) in casa: luogo simbolo dove affluiscono i rivoli avvelenati di ciascuno. Il testo coraggiosamente affronta temi come l'omosessualità, l'emarginazione, l'oppressione della famiglia inzuppata di pregiudizi, il maschilismo. Blanche sconvolge e squassa quel focolaio d'amore malato della sorella Stella e del rozzo Stanley.

Mariangela D'Abbraccio ci sembra più a suo agio in commedie in vernacolo. Qui si affeziona ad una cantilena che ci distrae dal dramma e delirio finale del personaggio al quale Williams dedica una moltitudine cromatica. Non ne sbaglia una ma sbaglia comunque e fa l'errore più grande: mancare di verità.
Ci piace di più Daniele Pecci. Ma anche lui usa poche corde. Stanley è una goduria per un attore: avrebbe potuto maltrattare di più gli altri personaggi e toccare più note. 

In tono con il loro personaggio e tra loro Mitch, Steve, Pablo. Stella e Eunice ci sembrano ancora acerbe per una palco così prestigioso. Le intonazioni sono accademiche.

La scenografia è meravigliosa, sembra rifarsi a certi antichi fasti viscontiniani e bozzetti di Zeffirelli in quella versione con la Morelli, Gassman e Mastroianni. Anche qui troviamo due piani dove gli attori possono muoversi su e giù nelle entrate e ancora meglio nelle fughe.Pier Luigi Pizzi, regista di grande livello e carriera, condensa la storia e i tre atti originari in un unico faticoso atto unico. Non dà omogeneità alla recitazione degli attori provenienti, ci sembra, da una differente estrazione artistica e formativa. Quel caro tram dei sogni viaggia su binari diversi e deraglia agli occhi di chi vi scrive.

Gitiesse Artisti Riuniti
in collaborazione con AMAT
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MARIANGELA D’ABBRACCIO
DANIELE PECCI
UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO
di Tennessee Williams
traduzione di Masolino D’Amico adattamento PIER LUIGI PIZZI
musiche Matteo D’Amico
artigiano della luce Luigi Ascione
regia e scene PIER LUIGI PIZZI

personaggi e interpeti
Blanche Du Bois      Mariangela D’Abbraccio
Stanley Kowalski      Daniele Pecci
Stella Kowalski      Angela Ciaburri
Harold Mitchell (Mitch)    Stefano Scandaletti
Eunice Hubbel     Erika Puddu
Steve Hubbel     Massimo Odierna
Pablo Gonzales    Giorgio Sales
Dottore    Francesco Tavassi
Infermiera    Stefania Bassino
Giovane    Giorgio Sales

Lo spettacolo ha una durata di 2 ore e trenta minuti senza intervallo

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