TRE ROTTURE @Teatro di Rifredi: la crisi in leggerezza

Il Teatro di Rifredi rinnova la sua “mission” internazionale, con un focus prezioso sulla drammaturgia contemporanea; un importante lavoro di produzione, traduzione e messa in scena che ha fatto conquistare alla compagnia Pupi e Fresedde il Premio Ubu. Dopo il successo di TEBAS LAND (recensito da Gufetto) dell’autore spagnolo Sergio Blanco, Angelo Savelli torna alla regia di un nuovo spettacolo scritto dall’autore francese Remi de Vos: TRE ROTTURE.

Tre episodi bizzarri ed esemplari incentrati su finali di coppia. Sul palco un tandem d’attori saldo ed affiatato: Monica Bauco e Riccardo Naldini sono straordinari nei cambi interpretativi dei personaggi e donano energia a ogni capitolo. Grottesca e provocatoria la regia nel freddo allestimento chirurgico/sanitario, con un figurante dotato di camice ed orologio che prepara i passaggi tra una scena l’altra.
I due busti da sarto che attirano la nostra attenzione propongono inizialmente la vetrina del matrimonio, sostenendo un abito da sposo e uno da sposa, poi restano spogli, esponendo i disegni di muscolatura e interiora, infine spariscono, lasciando spazio all’introduzione di uno scheletro. Il crescendo di una metaforica vivisezione dell’amore che arriva letteralmente all’osso. Ogni coppia è al capolinea a causa del classico e immancabile terzo: la cagna, l’amante e un piccolo figlio ingestibile. La prima rottura è studiata, la seconda posticipata, la terza in passivo accordo.

Nei primi due episodi avvertiamo un testo che spara educatamente ‘a salve’, le battaglie risultano ammaestrate e facilmente digeribili, senza scossoni di sorta nè in direzione grottesca nè acida. Pur essendo la messa in farsa della separazione, il ridicolo delle nostre fragilità ed egoismi resta sfocato, a favore di un’ironia leggera come una brezza, incapace di turbarci o emozionarci particolarmente. Fioriscono le battute, ma sono spesso ammiccanti o forzate. Le notevoli invenzioni situazionali, con lo scivolamento in vendetta o prepotenza, non bastano a far carne. Sono affondi annacquati che galleggiano in un’atmosfera da gag. Alla cena d’addio squisitamente offerta al suo partner per restargli indigesta, segue l’innamoramento di un marito per un pompiere e la sua pretesa di restare insieme a entrambi.
Nel terzo episodio la separazione tra i coniugi è provocata dall’incombenza ingestibile di un figlio piccolo, osservato con lo spavento dell’estraneità. Come bambini i due protagonisti siedono tra i balocchi ed esasperati da una fantomatica dittatura del figlio, vegliano sulle sue reazioni spiandolo dalle tende veneziane, spaventati dalle sue possibili e ultrasubìte strilla. Sentendosi sottomessi ed espropriati da se stessi fantasticano quindi di liberarsene.
Emerge una scrittura mista di sadica ironia e disarmo, che mette al centro un’inadeguatezza estrema, con i toni smascherati dell’indicibile e del politicamente scorretto.

Info:
TRE ROTTURE
di Rémi De Vos
traduzione e regia di Angelo Savelli
con Monica Bauco e Riccardo Naldini
scene Federico Biancalani
musiche Federico Ciompi
luci Roberto Cafaggini
assistente e figurante Pietro Grossi
foto Francesco Niccolai

Teatro di Rifredi, Firenze
14 febbraio 2020

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