“Esiste un modo ebraico di essere donne. Un modo coraggioso, generoso e risoluto. Una forza che deriva dalla natura stessa di donna, dalla tradizione, dall’antica consuetudine all’esclusione”. Così, al teatro Lo Spazio comincia il recital TI RICORDI, SARA? dalla bocca di Caterina Venturini che si incede lentamente sorreggendo una candela in mano. Una eleganza antica che non passa di moda. Una donna che racconta la storia di altre donne.
Una serie di racconti sulle donne, dagli albori della storia ebraica, quella che affonda le radici nel testo sacro della Bibbia, fino alle vittime della Shoah. Con voce quasi sussurrata, confidente, La Venturini si cala nei panni di Sara, la moglie di Abramo, e in prima persona narra le vicende della sua lunga esistenza pluricentenaria: di quanto desiderasse quel figlio che non arrivava, di come spinse suo marito a giacere con Agar, la schiava, di come poi l’allontanò per salvaguardare il suo popolo e del dono più grande che Dio le concesse, rendendola madre in tarda età. Il pubblico immerso in questo monologo viene dolcemente trasportato in una delle tante canzoni che imperlano la pièce, accompagnate dalla soave fisarmonica di Fabio Ceccarelli, eccellenza musicale del nostro Paese: infatti è l’esecutore della colonna sonora de "La vita è bella", il pluripremiato film di Roberto Benigni e di altri numerosi film di grandi registi come Gianni Amelio e Giuseppe Tornatore.
Altri personaggi, altre fantastiche donne vengono presentate al pubblico, madri (stra)ordinarie, donne che allontanano i propri compagni per salvarli dall’orrore nazista e infine la straordinaria Etty Hillesum, coltissima, intelligente e dotata di una sensibilità fuori dal comune, che pure avendo la possibilità di salvarsi dall’olocausto, abbraccia con forza le sue convinzioni umane e religiose e decide di rimanere a fianco alla sua famiglia che verrà deportata nel campo di sterminio di Auschwitz, dove troveranno la morte.
Non solo racconti e canzoni, ci sarà spazio anche per calarsi maggiormente nella tradizione ebraica, grazie a freddure spassosissime in stile yiddish perché, come la stessa Venturini afferma, quello che ha salvato il popolo ebraico, da sempre esiliato, errante, braccato, è stato il suo spiccato sense of humour.
Le canzoni sono in lingua sefardita e yiddish, ottimamente interpretate dalla Venturini. Una ricerca che l’autrice ha fatto grazie a profondi studi e a testimonianze raccolte in quel di Ferrara, dai sopravvissuti della Seconda Guerra Mondiale.
I costumi sono semplici, ma il talento dell’attrice li rende versatili. Il semplice foulard inizialmente turbante attorcigliato attorno alla testa di Sara, copricapo ancora in uso fra le donne del deserto, diventa poi fagotto che avvolge un bambino delicatamente tenuto fra le braccia e infine, legato alla vita, diventa l’elemento che unisce tutte le massaie di ogni civiltà: un grembiule.
La scenografia è composta da figure stilizzate di uomini, di colore bianco, come gli omini che i bambini ritagliano dai fogli, una installazione scenica di Domenico Giglio.
Le atmosfere sono sempre rarefatte, impalpabili, rendendo lo spettacolo non solo una rappresentazione visiva, acustica, di narrazione, ma un vero e proprio viaggio nell’immaginazione, nella tradizione e nel femmineo di una cultura millenaria intrecciata alla nostra. Le donne di Caterina Venturini, fra poesia e ricordo, rivivono sul palcoscenico ancora una volta, delicate e coraggiose, materne e religiose, in una staffetta a passo lento che delizia e rapisce. L’attrice e autrice di questo recital sa giostrare la scena con garbo, riuscendo a infondere nell’aria tutto ciò che è stato nascosto dal passare del tempo e dagli orrori. Racconta queste protagoniste nella loro parte più umana e intimista, quella che unisce tutte le donne del mondo, quello stesso mondo che generano e che spesso le vorrebbe cancellare e distruggere. Però Sara, Etty e le altre sopravvivono oltre la morte fisica grazie alle loro azioni, alla loro fede in Dio, alla loro infinita bontà d’animo e al loro coraggio. Uno spettacolo da vedere per conoscere la storia ebraica da un altro punto di vista, del tutto nuovo, a tratti romantico, a tratti drammatico e a tratti davvero divertente.
Info:
TI RICORDI, SARA?
Di e con: Caterina Venturini
Fisarmonica: Fabio Ceccarelli
Luci: Alessio Pascale