STORTO @ Teatro di Rifredi: ciascuno è storto a modo suo

STORTO della Compagnia Inquanto Teatro, vincitore del Premio Scenario Infanzia 2018, dopo i matinèe per le scuole, riempie la sala del Teatro di Rifredi. Due banchi, due studenti, come ce ne sono tanti, al rientro a scuola dopo le vacanze di Natale, zaini in spalla, Davide (Arena) e Elisa (Vitiello); una lavagna-schermo sulla quale compaiono le belle illustrazioni di Mattia Bau Vegni che accompagnano il racconto della loro fuga, amicizia nella scoperta reciproca.

Il Teatro di Rifredi ha una lunga tradizione nel proprio cartellone di teatro per ragazzi, sia nella proficua collaborazione con Il Paracadute di Icaro che propone domeniche per i più piccoli, sia nei progetti per le scuole a cui sono riservati alcuni titoli della stagione, oltre a spettacoli che ormai vengono replicati da anni come Nel mezzo del Cammin, arrivato alla tredicesima stagione e oltre 33mila giovani spettatori.

L’adolescenza è un’età in cui è difficile vivere, in cui il bisogno di definizione della propria identità e del proprio posto nel mondo hanno una tale potenza da togliere il fiato. Chi sei? Da dove vieni? Che futuro ti aspetti? Gli amici di allora con cui abbiamo sperimentato, scoperto, sbagliato mille strade, sono quelle che restano nei racconti mitici di avventure mai replicate con tanta forza nel cuore, perché dopo non è più stato come quella prima volta. Identità ed amicizia sono gli ingredienti di questo spettacolo, semplici e comuni: pur raccontando una storia di diversità e disabilità, riesce a farci entrare in una dimensione condivisa con delicatezza, lasciando agli spettatori la riflessione sul proprio sentirsi sbagliati, fuori posto, irregolari, storti.
Il linguaggio spontaneo e diretto dei due protagonisti, a tratti gergale giovanilistico, ci catapulta indietro nel tempo, ai nostri anni di formazione in fondo non così diversi da oggi. Capiamo che possano fare breccia nei cuori dei giovani spettatori. Non hanno la prosopopea degli adulti, l’insegnamento nel tono di ogni affermazione, l’arroganza della maturità che si fa guida per il futuro altrui. Elisa e Davide esprimono con forza la propria incertezza, il proprio non sapere quale sarà il futuro. La storia della loro amicizia, iniziata con una fuga dalla scomoda realtà in cui si trovano, è accompagnata dagli elementi pop della musica, delle serie tv, dei fumetti e dei sogni che pervadono le vite quotidiane dei ragazzi.

La drammaturgia originale elaborata da Andrea Falcone, nasce dalla collaborazione e incontro con Matilde Piran autrice di un testo autobiografico sulla sua vita con il fratello down. È interessante questo punto di vista, storto, obliquo, con cui Inquanto si accosta al tema della disabilità. Che cosa accade quando il rapporto fraterno, di confidente e punto di riferimento, viene meno? Il fratello più fragile è al centro dell’attenzione della famiglia che ne segue ogni difficile passo di crescita. La sorella resta fuori da questa necessaria cura: come si reagisce a tutto questo nell’adolescenza? Elisa, che incarna sulla scena il tormentato amore e odio di questa condizione, restituisce un’immagine credibile di una ragazza matura e responsabile per il fratello, ma anche con il bisogno di vivere le sacrosante contraddizioni dell’adolescenza, di trasgressione delle regole e dei voleri provenienti dalla famiglia, per mettersi alla prova e crescere. «Ho diritto di cambiare strada. Di deragliare. Di essere un problema. Di andare storta. Di esserlo.»

L’incontro con Davide unisce due anime tenere. Anche lui ha motivo di sentirsi storto, sottilmente emarginato dal resto della classe, con pochi amici, nerd, chiuso nella sua passione per i fumetti, smarrito nel guado del proprio percorso di ricerca di identità sessuale.
Nel confronto, a volte scontro a volte unione dei due ragazzi, si rafforza in entrambi il desiderio d’avventura, d’esplorazione, di scoperta di sé. Elisa e Davide sperimentano nuove condizioni ed emozioni, imparano a dare un nome alle sensazioni, costruiscono un vocabolario emotivo comune, definizione a cui fa giustamente riferimento la compagnia. «Le persone vengono sempre nella tua vita per una ragione» dice Paulo Coelho. La paura dalla ‘fuga in avanti’ viene contenuta dalla coppia di amici che diventano una nuova famiglia sociale, attenuando i sensi di colpa e fornendo il necessario coraggio per affrontare l’ignoto: i due ragazzi rubano un pulmino per disabili e scappano diretti verso l’immaginaria e fantomatica New York, passando per Livorno, fermandosi ad una casa abbandonata a pochi chilometri dal parcheggio di partenza. Inizia così il loro viaggio metaforico di crescita, dove gli occhi dell’uno sono specchio dell’identità dell’altro, dove entrambi troveranno il proprio modo di essere ed accettarsi storti, come tutti.

Elemento più interessante della messa in scena è l’uso delle illustrazioni a palesare i pensieri dei personaggi, allargandone il respiro in un mondo non espresso a parole, fatto di immagini, scritte nelle nuvolette, onomatopee di suoni, fotogrammi splatter, esplosioni, personaggi trasfigurati in caricature, capaci di svelare oltre l’apparenza. Una guida illustrata che segue tutti i passaggi narrativi e costituisce elemento di originalità e intelligenza di questa messa in scena. Ci pare più debole su altri aspetti: nonostante il tema sia trattato con grande delicatezza, la compagnia per avvicinare la sensibilità dei ragazzi ha ecceduto nel rendere tutto accessibile, spiegato, didascalico, sottovalutando i loro giovani spettatori. Gli adolescenti vivono con ardore il fascino per il mistero, hanno la capacità di perdersi nelle grandi domande della vita, vagano con energia sulla spinta di ciò che non è immediato: «così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare».
 

Info:
STORTO
uno spettacolo di inQuanto teatro
con Elisa Vitiello, Davide Arena
testo Andrea Falcone, Matilde Piran
disegno luci e tecnica Monica Bosso
Illustrazioni Mattia BAU Vegni
elementi scenici Eva Sgrò, Massimiliano Galligani
regia Giacomo Bogani
Produzione inQuanto teatro

Teatro di Rifredi
15 febbraio 2019

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