Il Giardino delle Esperidi Festival 2021, la cui direzione artistica è curata da Michele Losi, è organizzato da Campsirago Residenza. Nato diciassette anni fa dalla visione e dalla tenacia di giovani artisti milanesi che hanno visto le opportunità offerte da questi luoghi di coniugare arte e natura. E’ un festival che si snoda tra piccoli gioielli di natura, tra alberi di tant’anni di questa Brianza dolce e impenetrabile così ordinata e pacifica. Un itinerario teatrale e artistico che armonizza percorsi naturalistici, storici e cultura materiale. Si esce da Milano in un treno regionale che connette la pianura alle montagne. Una Lombardia che non ti aspetti verde, fresca come questa solitudine che viene spezzata al Festival. (Prima parte. Qui il link alla seconda parte)
INTRODUZIONE AL FESTIVAL E INAUGURAZIONE DI VIVARIUM
Ai piedi di Campsirago, luogo della residenza e centro vitale del festival, piccola frazione sulla vetta del colle Brianza, si squaderna la Pianura Padana dove giace maestosa Milano che si racchiude in un abbraccio di sguardo, una visione geografica ineccepibile.
Una caratteristica di Campsirago Residenza è l’adesione alla concettualizzazione del teatro natura, performance di parola, canto e movimento immersivi nella natura che non ha funzione scenica, ma con i suoi suoni e i suoi elementi diventa parte integrante dello spettacolo. Un site specific nature fit. Già il nome riecheggia il mitico giardino meraviglioso che custodisce i pomi d’oro da dove gli umani sono miracolosamente esclusi. In questa Brianza sorprendente si apre questo giardino delle meraviglie di Campsirago dove con tenacia un pugno di pirati e piratesse porta avanti una concettualizzazione del teatro naturale e umano che apre spazi di intelligenza e cambiamento generativo e equo per tutti gli essere viventi non solo per gli umani. E così come le esperidi sono custodi di oggetti magici e di riti segreti nel tempo di mezzo tra la fine del giorno e l’inizio della sera nella splendida cornice del loro giardino miracoloso, così qui l’arte diventa guardiana e raconteur inesorabile e bellissima dei frutti dell’immaginario, dell’intuizione dell’animo e della natura. Questo festival richiama queste figure mitiche e di grande suggestione. Nei suoi percorsi performativi, dominati e abbracciati da questo splendido paesaggio tra le dolcezze del lago e la durezza acerba della montagna, si spezza, attraverso la mediazione artistica, la solitudine che da sempre è fedele compagna dell’animo umano: a volte desiderata, a volte paventata.
Il 24 giugno ad inaugurare il Festival è stata la presentazione di Vivarium, installazione artistica site-specific in cui musiche, suoni e una drammaturgia originale si allacciano a opere digitali in realtà aumentata, che vengono evocate dagli alberi. Un percorso artistico e itinerante nel bosco fruibile attraverso il proprio smartphone, prodotto e realizzato da Campsirago Residenza e dalla Cooperativa Bepart. Attraverso l’app ImaginAR il pellegrino/spettatore è guidato lungo le nove tappe di un sentiero naturalistico che dal paese s’inerpica verso la vetta del colle su cui regna pacifico e immobile l’antico eremo di San Genesio. Un’esperienza che unisce la performance artistica alla digitalizzazione e alla fatica del camminare e di osservare e ascoltare. Il percorso permanente Vivarium è stato fruibile in autonomia per tutta la durata del festival. L’esperienza ha una durata di circa 60 minuti, lungo un percorso di 1,4 km su un dislivello di 157 metri alla portata di tutti. Vivarium è la prima sperimentazione di land art virtuale sui sentieri del Monte di Brianza nell’ambito del progetto Campsirago Luogo d’Arte con l’obiettivo di valorizzare una fruizione artistica del territorio che coniughi arte e natura. Con le parole del direttore artistico del festival, Vivarium è il luogo di un pellegrinaggio contemporaneo in cui l’immaginario arcaico del mondo della crescita umana viene evocato dagli elementi naturali che si squarciano per aprirsi a pezzi di digitale.
IL TEATRO RAGAZZI CON SCARLATTINE TEATRO E LA POESIA DI GIUSI QUARENGHI
Il festival venerdì 2 luglio si è aperto con il teatro ragazzi della compagnia Scarlattine Teatro e il loro Angeli di terra, uno spettacolo con Anna Fascendini e Stefano Pirovano in un ambiente del tutto particolare: una yurta che come modalità abitativa apre lo spazio tra natura e antropizzazione armonica, non invasiva. La forma circolare ricorda gli astri, la volta del cielo e gli elementi di cui è fatta sono naturali e distruttibili, finalmente. Sarebbe opportuno che l’essere umano rientrasse nella concezione delle sue opere come distruttibili e non eterne. Il teatro ha in sé, contemporaneamente, il concetto di finito e di eterno. La performance è consumata in un arco di tempo ben preciso e i posteri possono ricreare la propria senza avere sulle spalle l’eredità pesante e invasiva degli antichi, dei quali rimangono tracce più o meno ingombranti che possono essere del tutto dimenticate e ignorate. La solitudine umana è il Leit Motiv che è affiorato in questo percorso di performance, mostre e dialoghi. Esseri umani frammentati che nella loro antropizzazione ormai portata alle estreme conseguenze cercano disperatamente un’uscita, un contatto estremo e vitale. Siamo di fronte a Gli angeli di terra: si entra nella yurta e incontriamo dei cyborg a metà tra umano e scarafaggio, in una terra di mezzo, dove la trasformazione o il passaggio non è ancora completamente avvenuto, si consuma il loro ultimo atto tra il divino e il bionico: ricreare la vita. Una vita vegetale primaria per poter crescere attraverso l’aria i colori e il sole e non essere destinati a una vita minima nel ventre della terra come esseri fatti solo di corazza croccante e dura, dove all’interno non scorre niente, solo sabbia secca e periferica. I due scarafaggi stanno nel loro buco dove hanno raccolto frammenti e spazzatura di questo mondo di sopra, ormai inaccessibile e lontano, con complicate macchine attraverso suoni discreti, non sinfonici, non armonici ma solitari e distanti, e attraverso un lambiccato cerimoniale di terra e di acqua e di macchine infernali la morte mostra il suo desiderio in questi esseri indifesi, candidi e duri. Questa atmosfera ctonia e disperata viene rischiarata dalle parole, dai pensieri che sbocciano come fuochi della poetessa Giusi Quarenghi, con la quale si è potuto dialogare nell’incontro Seminar poesia per raccogliere bellezza: incontro con Laura Campanello (filosofa) e la poetessa Giusi Quarenghi, moderatrice dell’incontro la regista Anna Fascendini. Ci si è interrogate sul senso della poesia in questo momento storico che stiamo vivendo, sui limiti imposti e messi da noi stessi, su quello che sappiamo e quello che non capiamo, sul silenzio e il tempo della guarigione, sul vuoto e il troppo pieno, sulla società che si osserva e riscopre un noi, dimenticato. Un dialogo ricco di una visione femminile ironica e potente e soprattuto fuori dagli schemi patriarcali e maschilisti.
In Nina e il mare la prospettiva si rivolta. Siamo in mezzo alla natura, evocata e reale, su una zattera in mezzo al mare, due donne: una che impara, che fa esperienza e un’altra che insegna. Non è la usuale prospettiva labirintica e malata del rapporto madre -figlia come gioco perverso ma come gioco di esperienza generativa e di liberazione. Attraverso catene di ogni grandezza e tipo si creano suoni e ogni genere di presenza animata e grottesca che ci può essere in mare e su una zattera attraverso i gesti quotidiani e usuali di una vita familiare carica di calore e colori. Le due donne sono alle prese con tuti gli elementi e le emozioni del mondo che a volte le sopraffanno a volte le fanno divertire in una allegra lezione di esperienze. La zattera arriva anche in porto e lì chissà cosa succederà? Si diffonderà cosa imparato in alto mare? Le catene che suonano le meraviglie dell’acqua troveranno i timbri delle tenerezze della terra? Spettacolo interattivo con il pubblico dei più piccoli.
IL TEATRO NATURA DELLA COMPAGNIA O THIASOS
I Canti dal vivo di O Thiasos con Camilla Dell’Agnola e Valentina Turrini sono un concerto che si snoda all’imbrunire di venerdì su un sentiero che si slaccia sulle pendici dove è adagiato un incantevole mulino. Con i suoni dei passi degli spettatori, lo scorrere del ruscello sottostante e i cinguettii degli uccelli pronti al riposo si sbrigliano i canti popolari della saggezza secolare femminile frutto di una preziosa ricerca. Un lavoro di raccolta e studio encomiabile. Sono canti finemente eseguiti ricchi di emozioni, vibranti di malinconia, solitudine, delusione e dolore che raccontano con delicatezza la disperata e immutabile condizione disperata e solitaria della donna. Donne che vengono inghiottite dall’abbraccio della natura in lontananza dove riecheggia il loro canto persistente. Mischiato all’odore di castagni e di erba tagliata il viandante-spettatore si perde anche lui nel lamento sempre più lontano di fatica e nostalgia. Elogio della lentezza e del silenzio che accompagna gli eventi sonori.
La compagnia di origine romana O Thiasos è da anni che si occupa del teatro natura e all’interno del festival la troviamo con Athene Noctua, un altro concerto-spettacolo di Sista Bramini che si sarebbe dovuto tenere nella natura inebriante del Mulino Tincati, ma per la pioggia si è tenuto al chiuso perdendo la componente naturale che permette uno straniamento fortissimo. Athene Noctua è un concerto-spettacolo dove le voci e gli strumenti s’impastano con il poemetto di Pascoli La civetta, racconto vivido e cinematografico della morte di Socrate attraverso gli sguardi dei fanciulli il cui crudele gioco di bimbi si mescola alla crudele realtà della stupidità e avidità umana. Esecuzione impeccabile che nel contesto naturale si sarebbe arricchita di quelle note conturbanti e sensuali della notte estiva. La musica e il canto annodano elegantemente melodie tradizionali dell’area mediterranea, in particolare greca e grecanica, nell’interpretazione di Camilla Dell’Agnola alla viola, Daniele Ercoli al contrabbasso, Silvia Balossi alla kora, e di Sista Bramini nella teatralizzazione poetica.
Un festival ricco di suggestioni e atmosfere oniriche che mettono insieme spaccati di vite reali con la magia della messa in scena teatrale.
IL FESTIVAL DELLE ESPERIDI TRA RICERCA E INTERNAZIONALIZZAZIONE
L’idea del festival nasce nel 2004 nel sole e nella natura avvolgente e acerba dell’isola di Ikaria. Lì MIchele Losi, Giulietta De Bernardi, Anna Fascendini, Josef Scicluna e Tania Corradini hanno concepito la visione di fare un festival tra i monti e i boschi di Campsirago. Natura e sperimentazione digitale, accessibilità e multidisciplinarietà, performance site-specific e musica, teatro e poesia sono le parole chiave della XVII edizione de Il Giardino delle Esperidi Festival, che si è svolto da giovedì 24 giugno a domenica 4 luglio 2021 nei comuni di Colle Brianza, Ello e Olgiate Molgora. Sabato 3 luglio si è svolto un incontro sui percorsi performativi nella natura di The International Accademy for Natural Arts fondata da una joint venture internazionale tra Olanda, Giappone e Italia. Un dialogo tra i fondatori di The International Academy for Natural Arts, Sjioerd Wagenaar, Ryoko Baba, Michele Losi, il sindaco del Comune di Ello Virginio Colombo ed il giornalista Marco Fratoddi, per presentare il percorso TREETment, installazione tra land art, natura, fisioterapia e benessere, che verrà realizzato tra luglio e settembre 2021 nel territorio della marcita di Ello. Il progetto nasce dall’idea dell’olandese Sjoerd Wagenaar artista audiovisivo, scenografo, docente universitario e direttore artistico. L’idea è quella di creare attraverso il lavoro di artisti visuali opere di Land Art che diventino anche “attrezzi” per la cura del corpo e della mente, costruiti con materiali naturali reperiti sul luogo di realizzazione. Queste opere/attrezzi verranno fruite dal pubblico attraverso l’accompagnamento di esperti nel campo del benessere, del wellness e delle discipline integrate che si occupano del benessere psicofisico e attraverso il racconto di attori e performer. L’obiettivo del progetto è quello di aumentare il potere benefico di un luogo naturale creando un “percorso vita 2.0” che appaghi lo sguardo e le cui tappe, vere e proprie opere di land art, siano attrezzi volti al benessere della persona. Sempre in un’ottica di recupero della dimensione di relazione tra umano e naturale è anche l’idea Pig Project di Sjioerd Wagenaar, realizzato in Olanda, paese ormai del tutto votato all’agricoltura industriale, dove per un anno in una cittadina gli abitanti hanno vissuto con un maiale, battezato Hank, e poi l’hanno ammazzato e magiato, con tutto quello che ne ha conseguito. Forse lo stesso progetto verrà replicato in Italia.
INFO: IL GIARDINO DELLE ESPERIDI – SPETTACOLI
ANGELI DI TERRA
di Anna Fascendini e Diego Dioguardi
con Anna Fascendini e Stefano Pirovano
drammaturgia Giusi Quarenghi
costumi Stefania Coretti
produzione ScarlattineTeatro e Campsirago Residenza
la macchina è stata costruita con l’aiuto di Matteo Lainati
ricerca realizzata presso il Terrain D’aventure de Chemin de Pierrefleurs a Losanna
Yurta alla Tana, fraz. Bestetto, Colle Brianza
venerdì 2 luglio 2021
CANTI DEL VIVO
di e con Camilla Dell’Agnola e ValentinaTurrini
produzione O Thiasos TeatroNatura
Mulino Tincati, fraz. Mondonico, Olgiate Molgora
venerdì 2 luglio 2021
ATHENE NOCTUA
concerto spettacolo
con Sista Bramini nel poemetto La Civetta di Giovanni Pascoli
musiche Trio Viola Contra Kora: Camilla Dell’Agnola (canto e viola), Daniele Ercoli (canto e contrabbasso) Silvia Balossi (canto e kora)
produzione O Thiasos TeatroNatura
Mulino Tincati fraz. Mondonico, Olgiate Molgora
sabato 3 luglio 2021
NINA E IL MARE
regia Anna Fascendini
con Giulietta De Bernardi e Francesca Cecala
produzione ScarlattineTeatro
Parco comunale di Ello
domenica 4 luglio 2021
ALBERI MAESTRI ACCESSIBILE
spettacolo accessibile per persone con disabilità sensoriali
lingua ITA e LIS
composizione nello spazio Michele Losi
drammaturgia Sofia Bolognini, Michele Losi
coreografie Silvia Girardi
costumi e scene Stefania Coretti
suono Luca Maria Baldini, Diego Dioguardi
un progetto di Pleiadi, Campsirago Residenza
con il contributo di Associazione Culturale Fedora
Lo spettacolo è stato cancellato a causa del peggioramento delle condizioni atmosferiche.