Sinfonia napoletana:"In Memoria di una signora amica" di Patroni Griffi nella regia di Saponaro

"In memoria di una signora amica" è un testo di Giuseppe Patroni Griffi, drammaturgo napoletano tra i più importanti del Novecento, che il Teatro Mercadante ha avuto ed ha il merito di valorizzare attraverso la costante ripresa, da qualche anno, della sua opera. La pièce si articola in quattro quadri distinti che Francesco Saponaro articola in un unico flusso spettacolare, intervallato da intense transizioni teatral-musicali.

L'opera racconta di quattro serate tra il 1945 e il 1960, di una madre borghese e di suo figlio, del loro rapporto d'amore-odio, delle dinamiche complesse che il contesto sociale, economico e culturale impone alla relazione che intrattengono con amiche, amici, amanti, serve, prostitute, soldati stranieri e maestri di musica antifascisti.

Inutile soffermarsi sulla trama, si farebbe torto allo stesso Patroni Griffi, che non la riteneva tanto centrale, in teatro, quanto i personaggi e, per loro tramite, gli attori. Meglio indugiare sulle sensazioni evocate da un cast che fa dello spettacolo un gioiello d'eleganza: l'energia esplosiva del figlio Roberto (Edoardo Sorgente), la raffinatezza della madre Mariella Bagnoli (Mascia Musy), la freschezza lazzara del giovane Alfredo (Eduardo Scarpetta), l'estro brillante del maestro di musica (Tonino Taiuti), la voce tenera e potente della cameriera prostituta (Clio Cipolletta), per non parlare dell'amorevolezza delle amiche di casa (la come sempre intensa Imma Villa con Fulvia Carotenuto, Antonella Stefanucci e Valentina Curatoli), la ruvidezza di Michele (Carmine Borrino) e la bella figura della giovane Olga (Giorgia Coco).

Ricordare questi attori-personaggi mentre si muovono tra le scene discrete e con i bei costumi di Lino Fiorito, o mentre intonano e danzano le deliziose composizioni musicali di Mariano Bellopede, ricordarli illuminati dalle luci calde di Cesare Accetta, mentre calcano un palco che sconfina in platea, rievocarli ad accarezzare tutti immersi nella loro storia le colonne del teatro, ripresentarseli così, dà un senso di pace ed armonia. E' l'armonia dell'abbraccio del teatro, quando sai che la scena che ti si para davanti non è un'altra cosa: è solo l'altro lato di una realtà la cui prima metà è quella da cui la guardi, quella in cui si radica la poltrona che ti regge. E le parti si invertono, anzi forse si confondono, perchè quegli attori, quei personaggi, quei conflitti, quelle storie, sono anche i tuoi, di chi ti accompagna questa sera al teatro, e di tutti gli altri che ti circondano, visi più o meno conosciuti, magari mai visti, che potrebbero essi stessi riempire quel palco con i loro vissuti, così singolari ma così condivisibili. Hai le netta sensazione che la Napoli che lassù si rappresenta è la stessa Napoli di oggi, quella a cui ti sei sottratto quando sei entrato in teatro poco fa e alla quale tornerai tra poco.

La regia di Saponaro è capace di orchestrare tutti questi elementi d'umana napoletanità come se fossero strumenti di un'orchestra sinfonica, la cui unica nota stonata potrebbe essere individuata nell'accento non perfettamente napoletano dell'interprete protagonista Mascia Musy, la quale appare anche priva di quella carnalità napoletana che il testo invece prevede per il suo personaggio. Ma se la sinfonia non è perfetta, non per questo smette di essere gradevolissima. Al di là dalla "disgrazia, dal destino fetente di essere nati napoletani", questo spettacolo sinfonico che inizia non a caso con un attore di spalle al pubblico in platea come fosse un direttore d'orchestra, riesce a pervadere il mondo del suo conforto, della sua vitalità, della sua drammaticità salvifica.


Note stampa

IN MEMORIA DI UNA SIGNORA AMICA

regia Francesco Saponaro

con Mascia Musy (Mariella Bagnoli), Fulvia Carotenuto (Gennara), Imma Villa (Urania prostituta) Antonella Stefanucci (Margherita prostituta), Valentina Curatoli (Antonia prostituta), Edoardo Sorgente (Roberto, figlio di Mariella), Eduardo Scarpetta (Alfredo, amico di Roberto e Pascariello), Tonino Taiuti (Il maestro, marito di Gennara), Clio Cipolletta (Pupatella la cameriera e prostituta), Carmine Borrino (Michele, amante di Gennara), Giorgia Coco (Olga, ragazza di Roberto), Giovanni Merano (Un soldato americano), Anna Verde (Ester, moglie di Roberto)

scene e costumi Lino Fiorito
luci Cesare Accetta
musiche composte ed eseguite al pianoforte da Mariano Bellopede 

aiuto regia Peppe Bisogno
assistente alla regia Giovanni Merano
assistente ai costumi Anna Verde

direttore di scena Silvio Ruocco 
macchinista Alessio Cusitore
elettricista Fulvio Mascolo
fonico Paolo Vitale
sarta Simona Fraterno
foto di scena Marco Ghidelli
sartoria Ass. Factory costume
scenotecnica Retroscena

produzione Teatro Stabile di Napoli

prima assoluta

SPETTACOLO IN ABBONAMENTO: MERCADANTE FISSO / SAN FERDINANDO A SCELTA

In memoria di una signora amica si svolge in quattro quadri, quattro serate dal 1945 al 1950, in una geografia che oppone Napoli a Roma. Le quattro serate sono il racconto di un conflitto generazionale, tra la necessità di partire e la consapevolezza del restare, tra il passato nostalgico delle madri e il futuro incerto di figli carichi di ideali, giovani irrisolti che si dibattono nel tentativo di dare un senso alla fuga da una città-rifugio. Le storie della protagonista Mariella Bagnoli e delle sue amiche sembrano risalire dagli antri bui degli ipogei che furono i ricoveri promiscui di una guerra che «non basta a liberarci dall'infelicità, dalla disgrazia, dal destino fetente di nascere napoletani» e che, insieme alle notti profonde, non vuole proprio passare. Nel 1963 Francesco Rosi, anch'egli figlio geniale di una generazione lacerata dall’odio-amore per Napoli, mise in scena per la prima volta In memoria di una signora amica, a breve distanza dall'uscita del suo film Le mani sulla città.

“Un filo rosso lega il mio lavoro di questi ultimi anni alla messa in scena di In memoria di una signora amica di Giuseppe Patroni Griffi, uno dei grandi maestri dell'ultimo Novecento: dall'incontro con il teatro di Eduardo De Filippo, alle rarefatte armonie della letteratura di Raffaele La Capria, fino alla poesia ardente di Enzo Moscato. I personaggi di Patroni Griffi si inseguono tra i vicoli e i palazzi a spuntatore, nei bassi dei quartieri spagnoli, ma anche in certe case borghesi di Chiaia o di Posillipo, solo apparentemente confortate dai panorami di una bella giornata”Francesco Saponaro

Tournée 2015/16

17-22 novembre 2015 Milano, Teatro Franco Parenti 

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