Nello spazio post indistriale di Officina Giovani, il festival di circo contemporaneo, teatro di strada e musica Cirk Fantastik presenta SIC TRANSIT uno spettacolo di e con Alessandro Maida, Giorgia Russo e Lorenzo Crivellari, produzione MagdaClan, progetto Aria Network Culturale in collaborazione con Comune di Prato. Il Magdaclan dopo il successo riscosso con lo spettacolo EXTRA VAGANTE, è tornato a Prato nell’ambito della rassegna Prato Estate 2019, progetto dell’Assessorato alla Cultura. La nuova creazione, pensata per un’equipe extra small della compagnia MagdaSX, ha debuttato per la prima volta ad Aprile 2019, e stavolta è andata in scena non sotto il tendone ma sotto il cielo stellato.
a cura di Serena Rosati
L’idea del circo richiama nell’immaginario collettivo un coacervo di ricordi e immagini risalenti alla nostra infanzia, ai libri di favole, al profumo dello zucchero filato e all’idea di un mondo fantastico fatto di tendoni colorati, popolati da acrobati giocolieri e clown. E’ conoscenza di pochi che a partire dalla seconda metà del 1900 nasce in Francia il fenomeno del noveau cirque, un circo contemporaneo che pur affondando le sue radici nella tradizione circense si avvicina al mondo del teatro, integrando le discipline circensi con le tecniche teatrali, la danza e la musica. Non è più l’immagine fiabesca e malinconica che aleggia nei film di Federico Fellini, neppure la polaroid sbiadita che tiriamo fuori dal cassetto dei ricordi. Il circo contemporaneo si presenta come uno spettacolo completo, con un suo percorso lineare avulso dalla frammentazione dovuta all’alternarsi delle varie discipline. Si tratta di una rappresentazione che si attiene ad un tema di fondo, con una regia e una sceneggiatura definite, ma integrate con performance circensi. L’artista è poliedrico, oltre che attore, ballerino e mimo, deve essere dunque anche performante come acrobata e giocoliere.
Non vengono abbandonate totalmente le estetiche del “vecchio circo” (anche se fortunatamente il primo cambiamento che lo spettatore moderno e più consapevole nota è l’assenza degli animali): entrando ad Officina Giovani ci ritroviamo in quelle istantanee nostalgiche fatte di fili di luci colorate, di cuscini stesi a terra con il piccolo bar retrò che accoglie gli ospiti. Immagini romantiche sparse qua e là come cartoline gettate da un aereo e posatesi casualmente in uno scenario post industriale. Il palco è accennato da pochi elementi scenici e si staglia sulle figure delle fabbriche sullo sfondo, integrandosi perfettamente con il paesaggio urbano. Fondendo lo spazio circostante interseca direttamente le cose tra loro in linee di forza rette. L’ambiente viene reso visivamente attraverso la compenetrazione di piani e volumi, azzerando la differenza fra oggetti e spazi, fra ciò che è dinamico e ciò che è statico, creando un quadro dal sentore futurista.
Quando calano le ombre della sera si accendono le luci e inizia l’esibizione. Inizia SIC TRANSIT, uno spettacolo che si rivolge ad un pubblico orientato su due livelli: da una parte un’audience giovanissima, i primi frequentatori del circo classico, i bambini, che apprezzano principalmente le giocolerie e i lazzi; dall’altra gli adulti che vengono coinvolti attraverso la narrazione di una storia, una drammaturgia che funge da legante per le performance dell’artista in scena. Alessandro Maida è protagonista di un one-man-show, è colui che tiene le parti del narratore, del protagonista e della spalla. Attore e performer, si muove in scena fluidamente, alternando vari personaggi con sapienti cambi d’abito, catturando l’attenzione di grandi e piccini, utilizzando sfere di varie misure per produrre numeri di equilibrismo e giocoleria.
Si narra, o meglio si riscrive, in chiave ironica e postmoderna la storia della creazione. Il titolo Sic Transit è parte di una citazione derivante da un passo dell’Imitatio Christi: “O quam cito transit gloria mundi” (Oh, quanto rapidamente passa la gloria di questo mondo) e per contrappasso introduce il tema narrante: la caducità e il carattere transitorio delle cose terrene che vengono travestite da immortalità effimera, legata all’illusione di una permanenza data dalla costruzione dell’io attraverso immagine mediatica. Il detto viene citato anche a proposito di insuccessi seguiti da grandi trionfi, quali sono quelli che si susseguono nella storia dell’umanità (e del suo presunto salvatore) fino a giungere ai giorni nostri, dove si prende in considerazione di rivalutare l’immagine divina attraverso la comunicazione di massa, come un brand appunto. La missione ha bisogno di un nuovo testimonial e quale miglior modo di svecchiare il concetto se non attraverso un talent? Il presentatore si rivolge ai concorrenti invitandoli a promettere di esaudire desideri, aspirazioni, pensieri, bisogni del pubblico secondo la logica dell’utile e del successo immediato. I concorrenti quindi si propongono quali novelli salvatori, dispensando soluzioni a qualsiasi tipo di problema.
Un gioco che produrrà un nuovo leader, che gli spettatori credono di avere scelto, come fosse uno di loro, ma che si rivelerà invece calato dall’alto, pronto a millantare un cambiamento proseguendo comunque sulla consumata strada del potere precostituito. La bravissima Giorgia Russo interpreta la parte della concorrente in maniera magistrale, facendoci credere di essere una persona convocata casualmente, la quale si trasformerà in seguito, attraverso un iter messianico, nella “prescelta”. Saranno la sua bravura e perizia crescenti nell’eseguire gli esercizi di acrobazia che riveleranno agli ignari spettatori la verità. In effetti Giorgia era metaforicamente stata prescelta, faceva parte fin dall’inizio del disegno e dunque, una volta scoperto l’arcano, restiamo a domandare a noi stessi qual è il nostro ruolo nella soluzione di questo problema complesso, il quale ci lascia la percezione di uno schema precostituito apparentemente immutabile.
L’aspetto visuale e coreografico dello spettacolo prevale, senza però attenuare la critica sociale rivolta ad un modello culturale che punta sull’esteriorità, ad una società che fa riferimento ad immagini idolo provenienti da una sub cultura fatta di modelli e icone generati dal mondo dello showbiz, dove esibire e ostentare sembra essere l’unico messaggio di successo. La comunicazione contemporanea ha subito un cambio di sensibilità, tralasciando la centralità del narrato, in favore di tutte le forme di espressione visuale, incentrandosi sull’influsso che le immagini possiedono nei confronti dello spettatore. Le dinamiche del pensiero sociale hanno progressivamente subito un cambiamento, dovuto alla facilità con cui reperiamo le informazioni, una dinamica che conduce alla perdita di valore del pensiero critico: una corrente nascosta che ha come conseguenza l’accantonamento di ragionamenti profondi in favore di una propensione al superficiale che trova il suo terreno più fertile nell’audience dei reality-show. La società è ormai convinta di trovare le sue risposte partendo da se stessa, quando invece lo sviluppo di un pensiero critico è indispensabile per non incorrere nell’omologazione e nel conformismo, strumento necessario a svelare le apparenze della società, gli inganni e i falsi miti. Compito del pensiero critico è anche ispirare una piena presa di coscienza contro un sistema esistente basato sulla crescita incondizionata, sul consumismo più sfrenato coadiuvato dal potere dell’immagine, prologo di un mondo che ci vorrebbe tutti come automi. Sta a noi decidere se quella che ci è stata narrata è solo una favola distopica o semplicemente l’inizio di una realtà precostituita e immutabile.
SIC TRANSIT
MagdaClan Circo
con Alessandro Maida, Giorgia Russo
musica Pino Basile, Lorenzo Crivellari
aiuto messa in scena Giorgio Bertilotti
scenografia Stefano Boccardo
consulenza magica Andrea Speranza
foto Serena Rosati, Andrea Emilio Beretta
co-produzione Cie Circoncentrique Veregra Street Festival Dinamico Festival Circo all’Incircal, Cirk Fantastik
con il sostegno di Mibact
Officina Giovani – Prato
8 giugno 2019