SHAKESPEARE/SONETTI @ Teatro Fabbricone: il Bardo anima(le) da palcoscenico

A completamento della trilogia aperta con Venere e Adone e Lo stupro di Lucrezia, Valter Malosti ha proposto al Teatro Fabbricone di Prato (repliche dal 14 al 17 febbraio) Shakespeare/Sonetti, un omaggio all’opera più puramente poetica del grande Bardo, fattasi performance per il pubblico contemporaneo. Grazie alle contaminazioni musicali (su progetto dello stesso Malosti) e alle conturbanti coreografie di Michela Lucenti, diventa protagonista sul palcoscenico un William Shakespeare intimo e tormentato così come lo sono stati molti dei personaggi usciti dalla sua penna geniale.

Se nel corso dei secoli sono state riproposte svariate letture, più o meno riuscite, di Amleto, di Otello, di Romeo e Giulietta o addirittura di “personaggi minori” come Rosenkranz e Guildenstern che hanno ispirato Tom Stoppard quasi 30 anni fa, perché non rendere protagonista della scena per una volta il loro padre drammaturgico? Possiamo immaginare che, volendo raccogliere questa sfida, Valter Malosti e Fabrizio Sinisi abbiano deciso di cimentarsi nell’adattamento dei testi forse più autenticamente intimi di Shakespeare, ovvero quei Sonetti che nel Rinascimento inglese rappresentavano un’avanguardia letteraria sublimata dal Petrarca in Italia circa due secoli prima.

Un’intimità che si fa carne, musica e parole ogni qual volta gli immortali versi del poeta rievocano l’eterea ed irraggiungibile grazia del Fair Youth, la spigolosità dell’intrigante Dark Lady o il misterioso ed ignoto Rival Poet. Mattatrice e conduttrice è l’anima buffonesca del Bardo che si compiace delle sue metafore con un’aria sbarazzina (favorita dall’indomato ciuffo sul capo) assecondata dai finti applausi in sottofondo. Uno squallido cabarettista che con tanto di gelato si fa intrattenitore capace di infondere vita con i propri versi ai suoi interlocutori che, opportunamente incastonati sullo sfondo come in una teca, si portano così in primo piano. Essi pertanto esistono ma assumono una loro vitalità solo nel momento in cui vengono chiamati in causa, evocati, bramati, come fossero “personaggi in cerca d’autore”.

Il tuo monumento saranno i miei versi”: attraverso il suo lirismo, fatto talvolta di un linguaggio volgare inatteso e carnale tra Catullo e Boccaccio, il poeta celebra l’eternizzazione che da sempre ispira gli autori di ogni luogo e tempo in contrasto con l’immancabile caducità. Pertanto il bel ragazzo biondo viene esortato a riprodursi per non disperdere il suo patrimonio di bellezza assoluta e il buffone si spoglia della sua schiettezza abbandonando i lustrini iridescenti del suo arlecchinesco costume, curato minuziosamente, come gli altri, da Domenico Franchi. E la stessa consapevolezza del decadimento diventa combustibile per il fervore nei confronti dell’oscura Dama, donna di dubbia moralità che accende la sensualità del buffone desideroso di averla al più presto nonostante abbia perduto la freschezza della gioventù.

Un contrasto quello tra il Giovane e la Dama che ricorda vagamente il confronto tra Beatrice e Donna Petra nelle rime dantesche e nel quale si inserisce preponderante la figura del Poeta rivale, terzo e forse più misterioso destinatario dei Sonetti che nella trasposizione di Malosti e Sinisi sembra assurgere al ruolo di terzo incomodo, geloso del Giovane e allo stesso tempo attratto da lui. Una trama fatta di desideri reciproci quella intessuta dai personaggi sulla scena grazie alle dinamiche e conturbanti coreografie di Michela Lucenti, sinuosa e accattivante Dark Lady, capace di attirare l’attenzione e di ammaliare il pubblico con le note di Modugno proposte a cappella con voce armonica e suadente. A lei si affianca Maurizio Camilli, interprete di un Poeta rivale forte e determinato durante il contrastato amplesso figurato con il Giovane, impersonato da Marcello Spinetta. Quest’ultimo, con la sua prestante fisicità e il suo diabolico sorriso è stato abile a coltivare quella tensione sessuale che ha percorso tutto lo spettacolo fino al malinconico e inevitabilmente poetico finale.

L’adattamento dei Sonetti che è stato proposto ha pertanto conseguito il duplice intento di sviluppare, come fosse un solido geometrico, l’anima del Bardo così da vederne prendere vita tutte le sfaccettature, e di spogliare i componimenti per smascherare il nucleo profondamente umano e privarli di quell’aura che talvolta ci intimorisce nell’approcciarci alla poesia “alta”. La gelosia, la paura del decadimento e dell’oblio, il desiderio di carnalità e di bellezza, la malinconia, l’autostima: ognuno di questi diventa protagonista sulla scena mentre il vero poeta, interpretato da Elena Serra sullo sfondo, legge i suoi versi nella penombra e a microfono spento. Del resto l’anima non può parlare con una sola voce e non può esprimersi esclusivamente attraverso le parole. Serve una contaminazione di forme espressive fatta di ballo, musica, canto, corporeità per restituire un quadro completo.

Proprio con questa formula ancora una volta Valter Malosti si immerge nell’opera shakespeariana riportandone in superficie i frammenti necessari a ricostituire il mosaico dell’uomo Shakespeare che ancora oggi riesce a parlare ad un pubblico contemporaneo non tanto per il suo lirismo ma soprattutto per aver smascherato i torbidi retroscena delle emozioni umane. Emozioni che nei Sonetti non sono permeate dai personaggi dei suoi drammi e pertanto diventano ancora più cristalline ed autentiche, disegnando l’anima di ognuno di noi. Si esce così dal teatro vittime di un processo catartico in cui ci si sente messi a nudo, privati di quel costume buffonesco che resta alla fine involucro vuoto perché le emozioni sono state ormai indomabilmente liberate.

Info:SHAKESPEARE/SONETTI
versione italiana e adattamento teatrale Fabrizio Sinisi e Valter Malosti
regia Valter Malosti
coreografie Michela Lucenti
scene e costumi Domenico Franchi
luci Cesare Agoni, Sergio Martinelli
acconciature e trucco Bruna Calvaresi
assistente alla regia Elena Serra
canzoni Domenico Modugno
progetto sonoro Valter Malosti
musiche voci e frammenti sonori da Alan Splet, Murcof, Bruno Pronsato, Michale Nyman, Al Pacino, Scanner, Arvo Part
estratti da Liquefatto, progetto musicale di GUP Alcaro e Valter Malosti
suono Fabio Cinicola
con Valter Malosti, Michela Lucenti, Maurizio Camilli, Marcello Spinetta, Elena Serra
produzione TPE-Teatro Piemonte Europa, Centro Teatrale Bresciano, Teatro di Dioniso

Teatro Fabbricone Prato
17 febbraio 2019

Shakespeare / Sonetti from Teatro della Tosse on Vimeo.

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