Una grande scacchiera disposta su di un prato. 33 attori, che rappresentano le due armate, i bianchi e i neri, più un “becchino”. Lo splendido giardino che impreziosisce la Reggia di Venaria Reale, una delle residenze sabaude parte del sito seriale UNESCO iscritto alla Lista del Patrimonio dell'umanità dal 1997. Questo contesto e struttura di un’esperienza teatrale atipica ma particolarmente interessante.
Tutto nasce quando al regista Oliviero Corbetta viene chiesto di pensare uno spettacolo che possa essere messo in scena nei Giardini della Reggia di Venaria. Nella ricerca di un’idea appropriata al contesto, arriva quella di rappresentare una partita a scacchi, ma trasformata in drammaturgia. Non stiamo parlando di una rappresentazione come la famosa partita vivente che si svolge a Marostica, ma di un vero e proprio evento teatrale in una forma e in un contesto inediti. Corbetta contatta quindi lo scrittore e poeta Ezio Partesana con una richiesta precisa: non solo quella di trasformare in storie e dialoghi una vera partita a scacchi, ma di farlo in versi, per conferire un ulteriore tono epico al progetto.
Il risultato è interessante, intrigante e a tratti straniante. Le performance degli attori sono ottime, la caratterizzazione dei personaggi/pedine, alcuni dei quali rievocano alcuni topoi del teatro classico, sono funzionali e d’effetto, nel make-up, ma soprattutto nella gestione di coreografie, movimenti e uso degli oggetti, che caricano ulteriormente e simbolicamente l’impatto di SHA MAT. Risulta appena un poco rigida la gestione del coro, per via di una serie di pause necessarie agli attori per coordinarne la sincronia.
La modalità teatrale spiazza leggermente e probabilmente la situazione del contesto crea qualche piccola difficoltà all’immersione nel mondo ricreato su quel quadrato. Scenograficamente il contesto è suggestivo, più che appropriato (anche se forse la possibilità di vedere lo spettacolo dall’alto rappresenterebbe una condizione ancora più ideale), ma il suo posizionamento all’interno del giardino lo trasforma in una casualità per molti spettatori. Se è vero che alcuni si presentano per cercare lo spettacolo, venuti a conoscenza per le pubblicità, i volantini o le comunicazioni tramite altoparlante, molti ne scoprono l’esistenza durante la visita, in un meccanismo che è tipico soprattutto in spettacoli di strada. È vero che SHA MAT! viene messo in scena nel pomeriggio e replicato qualche ora dopo, a favore anche di coloro volessero recuperarlo se scoperto già iniziato, eppure questa modalità ne lede in parte atmosfera e pathos, cuore centrale della performance.
La presenza di 33 attori in scena, contemporaneamente, ha un suo ulteriore impatto. Non deve essere una parte semplice dell’organizzazione dello spettacolo, ma sicuramente appare come un’occasione estremamente formativa e interessante per gli artisti. Si percepisce una certa intensità nel gruppo durante tutto SHA MAT!.
Sha Mat rappresenta un esperimento sotto diversi aspetti, un evento teatrale piuttosto riuscito. Probabilmente, una maggiore contestualizazione, come ad esempio il posizionamento di sedie che creino ai lati dello stesso due piccole platee, permetterebbero di migliorare l’esperienza teatrale, a frutto degli spettatori, dello spettacolo stesso e del giardino che lo ospita.
INFO:
SHA MAT! – Domenica 7 settembre Ore 15 e 17 -Giardini della Reggia di Venaria