SE LA TERRA TREMA @ Sala Uno Teatro: cosa resta di noi

Fino al 18 marzo al Sala Uno Teatro,è andato in scena “SE LA TERRA TREMA” scritto e diretto da Maria Inversi, con Mariné Galstyan, prodotto da La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello.
Spettacolo intenso che ipotizza un dopo disastro che lo spettatore deve capire ed elaborare dentro di se per suo conto, la superstite in abito da sera, divenuta cieca di conseguenza, si agita a tentoni in mezzo a macerie reali e immaginarie.

La scena ha un tappeto di foglie autunnali e pezzi di mondo che simboleggiano uno sfacelo, ma sullo sfondo vengono proiettati disegni di pensieri sereni. In questo non luogo si muove la protagonista, che avendo perso il dono della vista, è guidata dalla paura e dall’emozione, e ogni scoperta è accompagnata da fiumi di parole connesse al suo passato, che è ricco di avvenimenti, e lei rimanendone fortemente attaccata, riparte da quello, confidando in un futuro che la spaventa e ma al contempo l’attrae.
Purtroppo non si riescono a fermare e a ricordare le parole che come un ruscello continuano a sgorgare dalla sua bocca, possiamo però sentire i turbamenti, le ansie, e i fragorosi pensieri che le accompagnano, e schierarci dalla sua parte, riflettendo su cosa possa essere successo, ed empaticamente soffrire con lei per le sue perdite.

Un’ora e dieci di pathos, Mariné Galstyan, armena, è impegnata in questo viaggio fantastico che esplicita in tante lingue, e nel dolore si riconosce una ricerca eterna che ci appartiene, nell’emergenza cosa ci succede? Riusciamo dopo lo shock iniziale a razionalizzare e a dare il meglio di noi? Riusciamo a eliminare i pensieri non utili e a ricostruire dentro e fuori un senso?
Maria Inversi come un direttore d’orchestra, con maestria ci mostra un’armonia di storie e pensieri, che come piccole luci si accendono in testa, e riesce anche con amore a dirigere i tuffi del nostro cuore.

SE LA TERRA TREMA
Testo e regia Maria Inversi
Attrice Mariné Galstyan
(foto di Massimiliano Fusco)

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