SCUSATE SE NON SIAMO MORTI IN MARE @ Teatri di vita: quando i migranti siamo Noi

A volte non ci rendiamo conto di qualcosa che accade vicino a noi, anche se è un evento singolare o importante, perché non ne siamo (o non ci sembra di essere) coinvolti; l’unico modo per schiarirsi la vista sarebbe viverlo in prima persona.
Emanuele Aldrovandi in “SCUSATE SE NON SIAMO MORTI IN MARE”  in scena dal 24 al 26 marzo presso Teatri di Vita, cerca proprio di portare lo spettatore ad immedesimarsi nelle condizioni di vita dei migranti, che già da tempo arrivano in massa sulle coste italiane. Il testo è stato finalista
al Premio Riccione "Pier Vittorio Tondelli" 2015 e finalista al Premio Scenario 2015.

In un futuro prossimo Aldrovandi immagina un'Europa in cui la crisi economica si è aggravata, rendendo così poveri i paesi dell’Unione, trasformandolo in un continente di migranti. I cittadini europei cercano una vita migliore nei paesi stranieri, ma si trovano ovunque la strada sbarrata perché tutti hanno chiuso le frontiere.

La gente comincia quindi a rivolgersi a metodi illegali, diventando clandestini. Mille dollari prima di partire e mille dopo, il gioco è fatto. Le persone vengono stipate in container, senza sapere dove esattamente finiranno, sperando in un futuro migliore. I personaggi della storia non hanno nome, vengono solo identificati attraverso una loro caratteristica fisica; questo dettaglio drammaturgico è importante perché mostra allo spettatore che quelle persone non sono uniche, ma stanno a rappresentare una categoria, un gruppo umano. Non importa il loro nome, vengono catalogati per il loro status sociale.
Aldrovandi vuole farci capire che dietro ad un documento falso può celarsi una persona vera, bisognosa di aiuto e volenterosa di ricominciare per il bene dei suoi cari, e che dovremmo essere tutti disponibili e pronti ad aiutare, perché potremmo esserci noi al loro posto. In un mondo dove tutto è collegato, attraverso i media, a volte ci si sente smarriti e un fenomeno vicino pare paradossalmente lontano se lo si legge su Facebook. Ci sentiamo distaccati da esso, poiché ne veniamo a conoscenza tramite uno strumento “neutro”, e non con l’esperienza in prima o terza persona.

Un testo molto profondo che colpisce dritto nel segno, che ti ingloba al suo interno, facendoti sentire davvero coinvolto: assumendo il punto di vista dei migranti Aldrovandi ci mostra le fatiche e le disgrazie che accadono ogni giorno a queste persone.

Visto il 26/3/2017

SCUSATE SE NON SIAMO MORTI IN MARE
di Emanuele Aldrovandi
con Luz Beatriz Lattanzi, Marcello Mocchi, Matthieu Pastore, Daniele Pitari
regia di Pablo Solari
scene Maddalena Oriani, Davide Signorini
sound Designer Alessandro Levrero
locandine Francesco Lampredi
produzione Ass. Centro Teatrale MaMiMò in collaborazione con Arte Combustibile
in collaborazione con La Corte Ospitale – Residenza 2016

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