A Trastevere c’è un piccolo Teatro che adora nascondersi dietro il grande e lungo viale con lo stesso nome del vecchio quartiere. Teatro Le Maschere. Non so cosa sia nato prima: viale o quartiere. Forse insieme? Quella di nascondere poi sembra essere la vocazione di quel luogo col sipario e degli attori tutti che ne hanno fatto il loro mestiere e missione di vita. Nascondere tutto e tutti per poi “scoprire”. Sco-pri-re. In quel melodico preludio di sorpresa che suona le sue note: Elda Alvigini ci introduce già dalla locandina il suo “Saturno dietro” dall’11 al 13 marzo.
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SATURNO DIETRO: un compendio della Sfiga
Lo spettacolo è un compendio sulla “sfiga”. Quasi un trattato. Quella che si nasconde e poi aderisce sopra, accanto e infine “dietro” a ogni vita e soprattutto quella di Elda: autrice e attrice dello spettacolo. Già da subito conquista il palco arrivando dalla platea con il suo rito scaramantico.
Lei è la punta dell’ombrello che attira il fulmine. Le probabilità non sono tante ma a lei potrebbe succedere pure di rimanere fulminata e non dagli uomini che ogni tanto spariscono per colpa degli alieni. Secondo il teorema alviginiano: essa (la sfiga) ha il superpotere di condizionare gli accadimenti e ha la capacità di cambiare forma e soprattutto nome: sfortuna, provvidenza, caso, fato e molto altro.

Elda Alvigini e il racconto della “Sfiga”
Si accomoda con te, anzi con Elda, nel sedile posteriore della macchina, senza invito, e inizia a tessere la sua diabolica rete di rovinose coincidenze. E le riesce meglio il fine settimana, quando ogni essere umano si abbandona e depone le armi. È nei momenti più deboli che la “sfiga” attecchisce come malerba, come un virus che attende che gli anticorpi smettano di funzionare. Allentano la morsa. Si rilassano. Il periodo “esaminato” dalla brillante autrice e attrice non è poi così lungo: un mese scarso di piccole catastrofi che pesano tutte come un unico macigno su un’unica desiderosa donna. Desiderosa di serenità, come lei stessa dirà.
Inizia minuziosa la sequela di fatti, orari, luoghi di quando la sfiga agisce con crudeltà e insolenza. Sfrontatezza. Accade in macchina, a casa, dopo il concerto di Jovanotti: quello che balla tanto e canta “Sono un ragazzo fortunato”. Lui forse… Per Elda la serata di ritorno da Pescara termina con una macchina morta… e il giorno dopo un preventivo che fa paura. Allora “sti cazzi e ce se pensa lunedì”. E non è solo una frase ma è un rito che mette in pausa la sfiga e derivati.
Elda Alvigini e la Tragedia della Sfiga nel mondo contemporaneo
Elda dimostra di conoscere il Teatro Greco, “La Tragedia” e quindi può dissacrarlo in quelle curiose contraddizioni e si chiede come mai Edipo si deve proprio innamorare della madre? Ma non c’era n’artra? Poi c’è pure Pirandello con la sua “Patente” quella meravigliosa commedia in un atto solo, dove Chiarcaro chiede l’attestato della sua professione di Jeattatore. L’attrice, tra serio e faceto…, ci dice e fa riflettere sull’innegabile verità che i grandi personaggi vincenti del Teatro e cinema sono in realtà degli illustri “perdenti”.
Come tanti attori (presenti in sala), Elda racconta la fatica accumulata in tanti, tantissimi provini dove sembrava adatta, persino giusta, e poi quell’odioso “le faremo sapere…” e dunque l’idea geniale dell’agente di stilare il contro-CV di Elda, ovvero quella serie numerosa di provini quasi vinti, di quei ruoli quasi giusti ma che poi non ha avuto. E questa è la tortura autentica d’ogni attore. È la caratteristica del lavoro d’attore precario per antonomasia che fomenta tanta ansia e nota stranezza…
Contro il logorio della vita moderna… e della “sfiga”, l’Alvigini, sfida il pubblico a mostrare i loro amuleti: il Teatro diventa d’improvviso un colorato mercatino di oggetti curiosi. Qui l’attrice mostra la sua capacità d’improvvisazione e inventa battute a soggetto e in rima con l’oggetto.
SATURNO DIETRO: uno spettacolo brillante
Lo spettacolo è brillante. Alvigini tiene la platea per un’ora e quaranta tra testo, immagini, video e invenzioni nuove. È forse quella che oggi chiamano Stand up comedy? Non saprei… perché in realtà c’è una sedia. C’è Teatro. C’è la Recitazione. C’è la stoffa dell’attrice che non è solo la preside dei Cesaroni: è molto altro.
Elda non abbatte la quarta parete perché l’ha proprio rimossa da subito. Parla al pubblico e aspetta persino le risposte; non tutti lo sanno fare nella fretta di concludere. Di esibirsi nei tempi: odioso termine in gergo. È, lo spettacolo, un racconto biografico irriverente di sé stessa. È la lista impietosa e analitica delle sue disavventure e tutte racchiuse in quella lontana, calda e breve estate. Troppa breve per quel condensato di sfiga. Il pubblico partecipa divertito. Qualcuno è addirittura uno dei personaggi del racconto.
Spettacolo interessante. Comico. Solo due appunti doverosi: avrei condensato la durata (dato che l’argomento è unico seppure raccontato nelle tante declinazioni) e non avrei usato il microfono che spesso disturbava perché più adatto a grandi Teatri. O almeno non a quel volume da concerto. La voce sarebbe arrivata comunque e meglio. Avrei voluto sentire la voce viva dell’attrice senza inutili distorsioni di volume. Senza filtri.
Visto io 10 marzo
Saturno dietro
Già Inutilmentesfiga
Scritto e interpretato da: Elda Alvigini
Produzione: Teatro Le Maschere