Arriva anche a Bologna uno spettacolo atteso, intenso, che da voce ad una delle voci più poetiche della letteratura italiana del 900 :Sandro Penna. Grande poeta nato a Perugia nel 1906 e morto a Roma 1977, espressione ed esempio di una poetica sempre controcorrente, pudica e dirompente allo stesso tempo, violenta e semplice un po’ come la vita di tutti i giorni.
La pièce teatrale si apre un po’ come la lettura di uno spartito musicale, come la lettura di poesie di fronte ad una platea in attesa di un discorso epocale, bigliettini cadono, il monologo inizia: ed è un racconto intimo, acuto da parte dell’attore che coinvolge il pubblico fin dalle prime battute, guardandoci dritto negli occhi, sussurrandoci parole che ci evocano gesti, emozioni.
I suoi versi rivivono grazie a questo testo in cui Elio Pecora (poeta, scrittore, saggista italiano, direttore della rivista internazionale poeti e poesia) insieme ad uno straordinario Massimo Verdastro (pluripremiato attore 2002: Premio UBU migliore attore non protagonista per lo spettacolo “L’Amleto” di Giovanni Testori;2007: Premio ETI-Olimpici del Teatro miglior attore non protagonista per l’interpretazione de “Gli Uccelli” di Aristofane- regia di Federico Tiezzi),ci rivelano un Penna intimo, quasi familiare dentro la sua inquieta follia.
Ed allora si ripercorrono tutti i punti salienti della sua vita: la sua infanzia tormentata, i rapporti difficili con i genitori, il padre e la guerra ,la madre e le sue distanza, il primo amore per suo cugino, l’omosessualità, l’ipocondria, l’amicizia con i suoi amici poeti Saba, Pasolini, Montale, la poesia come antidoto e la vecchiaia come rassegnazione verso l’ignoto.
Nel delirio dei versi, nel racconto della vita di questo stimolante personaggio, arriva lui, Giuseppe Sangiorgi, giovane alter ego del protagonista, con una forte carica erotica, oggetto del desiderio del poeta. Rappresenta l’amore giovanile, forte, ribelle quella diversità zoppicante che lo portano a correre ancora più veloce, a ricordare la sua vita da giovane, la bella adolescenza legata ad una poesia folle usata come rimedio contro l’angoscia contro la diversità, una poesia come dono alla mancanza, una poesia come un fiore a volte purtroppo senza gambo.
Ed allora "Ricordati di me dio dell’amore,” ed anche “Felice chi eÌ€ diverso, essendo egli diverso, ma guai a chi eÌ€ diverso essendo egli comune”.
Toccante è la raccolta dei fogli sparsi per tutto il palco come un vortice in cui il poeta annega, nudo di fronte alla sua pura follia che sfocia in malattia, nella paura del contatto che porta il poeta alla solitudine di quella stanza in cui regna il caos, in cui le serrande sono sempre chiuse, in cui il giorno si confonde con la notte, in cui ormai solo le campane sentite in lontananza danno la percezione ancora del reale. Con una musica incresciosa sempre più forte, la luce si spegne sentiamo solo il rumore di un treno impegnato in una folle corsa ed il nostro viaggio con Penna arriva alla fine.
È un viaggio in cui la tensione non ti lascia, il racconto di una vita che rappresenta 70 anni del 900, è un viaggio tra delirio, follia, solitudine e rimpianto, di mancanze prima del niente; sublime l’interpretazione di Massimo Verdastro, intense le musiche di Riccardo Vaglini, azzeccata il rumore di una macchina da scrivere che batte sui tasti a ritmo incalzante, scenografia semplice ma adatto al testo.
Info:
TEATRI DI VITA, BOLOGNA
di Elio Pecora; drammaturgia, regia e interpretazione Massimo Verdastro
con Giuseppe Sangiorgi
musiche originali Riccardo Vaglini
venerdì 16 dicembre 2016, ore 21
sabato 17 dicembre 2016, ore 20
domenica 18 dicembre 2016, ore 17
Prossimamente
da lunedì 19 a giovedì 22 dicembre 2016, ore 21
Biglietti da camere separate
uno sguardo di Andrea Adriatico su Pier Vittorio Tondelli
con Alberto Baraghini in Camera 1; Stefano Toffanin in Camera 2
produzione Teatri di Vita