Al Centro Culturale Il Funaro arriva, con due sole date sold out, l’atteso one woman show R.OSA con Claudia Marsicano, premio UBU 2017 under 35, regia e coreografia di Silvia Gribaudi. Nei dieci esercizi per nuovi virtuosismi di R.OSA c’è poesia, divertimento, grazia, riflessione: c’è poco e c’è tutto.
Il Funaro conferma di saper proporre nella propria stagione alcune perle di bellezza, come nel caso di R.OSA, una tappa del tenace e ironico percorso sul corpo, avviato nel 2009 da Silvia Gribaudi con A corpo libero e proseguito in What age are you acting? per indagare il rapporto con le trasformazioni e le possibilità del fisico non conforme, con l’invecchiamento e l’identità di genere.
L’invito, contenuto nel titolo, è di -Osare, andare oltre l’apparenza, per sorprendersi del virtuosismo e la leggerezza portata in scena dalla solitaria performer Claudia Marsicano, che con ecclettica bravura, canta, balla, batte il ritmo body percussion, diverte, anima il pubblico da villaggio turistico, si esibisce in un roboante numero di mimica facciale, gioca con ironia sulle proprie abilità, fa parodia di sè e del luccicante mondo del corpo delle donne-veline.
Nella scena completamente vuota, con a terra un tappeto da danza bianco lucido illuminato da un tenue rosa, a luci ancora accese sul pubblico, irrompe l’abbondante corpo, fasciato da uno splendente costume azzurro, di Claudia Marsicano, che interpreta una apparentemente svampita americana, alla Jane Fonda anni ’80, pronta per i suoi esercizi ginnici, dieci exercises cronologicamente scanditi con un perfetto english made in USA (assolutamente credibile) e uno stentato italiano che fa subito simpatia.
L’empatia che riesce a creare con il pubblico è immediata e contagiosa: lo sguardo aperto, il suo corpo oversize, non ostentato, ma portato con estrema naturalezza, la scanzonata comodità con cui la Marsicano sta in scena, la gioiosa fluidità, l’ironia e il gioco che intraprende fin dall’exercise numer One, mettono totalmente a proprio agio chi la guarda. A prova di questa capacità comunicativa, dopo meno di dieci minuti dall’inizio della performance, il pubblico gradisce il coinvolgimento ginnico sulle agitate note pop di Lady Gaga, con spensierato divertimento da animazione fitness.
La Gribaudi riesce nell’intento di stravolgere lo sguardo di chi guarda e lo incoraggia a vedere che le cose che crede impossibili possono diventare possibili. Abbatte con semplicità e leggerezza il pregiudizio verso un corpo che può sembrare fonte di limitazioni e oggetto di scherno, attraverso la relazione umana e diretta che La Marsicano instaura in pochi istanti con lo spettatore. La precisione e la straordinaria mobilità fisica dimostrano le capacità performative dell’attrice, in cui riconosciamo i segni del teatro fisico di Quelli di Grock e le numerose collaborazioni che ha collezionato nonostante la sua giovane età.
Bastano un gesto ed un respiro sulle note di Bach per vedere la grazia e la padronanza del portamento di una regina in un corpo classicamente boteriano, in comunione con un pubblico solidale.
Non servono a Gribaudi e Marsicano intellettualismi concettuali di quel teatro che annoia lo spettatore, che lo lascia indifferente al proprio posto nel buio, riescono a farci sobbalzare sulle sedie, a farci ridere e riflettere con il contatto umano, dissacrando l‘intoccabile perfezione della danza, dei corpi lontani e inarrivabili, da contemplare con frustrante ammirazione.
Anche le numerose pause, reali o rappresentate ad arte, per riprendersi, bere, riposare tra un esercizio e l’altro, avvicinano la performance alla normalità dei corpi presenti nella vita. Claudia Marsicano stupisce per come riesce a reggere, con presenza scenica sempre frontale, lunghi silenzi inattivi, in cui guarda gli spettatori, si prepara al prossimo esercizio, o semplicemente sta senza fare niente, una delle azioni più complesse per un attore. Usa con padronanza le tecniche del cabaret, i tempi comici, ammicca allo spettatore, fino a far trovare un’identificazione nelle infinite trasformazioni possibili dei corpi: quello dell’attrice, o perchè no, il proprio.
Una rivoluzione di prospettiva a cui la Gribaudi vuole portare lo spettatore, passando attraverso l’esperienza dal vivo, conducendolo alla disincatata riflessione sul ruolo del corpo nella società di oggi, in particolare del corpo delle donne, a cui Lorella Zanardo dedicò il suo forte documentario di denuncia della denigrante mercificazione della femminilità a cui ci siamo talmente abituati da non esserne neanche più indignati. Il femminismo della Gribaudi lascia lo spazio alle domande, e alle incongruenze con coraggio, perchè passa attraverso l’empatia e l’ironia, fino alla parodia, come nell’ultimo exercise fatto di divertentissime smorfie nella pantomima di una icona pop come Britney Spears in Toxic, e dei significati che porta con sè, come modello di bellezza e femminilità in una società troppo spesso ferma a guardare l’apparenza.
Info:
R. OSA 10 esercizi per nuovi virtuosismi
Spettacolo di Silvia Gribaudi
con Claudia Marsicano
Premio UBU 2017 Migliore attrice/performer Under 35
coreografia e regia Silvia Gribaudi contributo creativo Claudia Marsicano
disegno luci Leonardo Benetollo costumi Erica Sessa
consulenza artistica Antonio Rinaldi, Francesca Albanese, Giulia Galvan, Matteo Maffesanti
produzione La Corte Ospitale, Silvia Gribaudi Performing Arts, Associazione Culturale Zebra
coproduzione Santarcangelo Festival
con il supporto di Qui e Ora Residenza Teatrale – Milano
in collaborazione con Armunia – Castiglioncello / Festival Inequilibrio, AMAT – Ass.Marchigiana attività teatrali, Teatro delle Moire / Lachesi LAB – Milano, CSC Centro per la scena contemporanea – Bassano del Grappa.
Spettacolo Finalista Premio UBU 2017, Miglior spettacolo di danza 2017, Finalista Premio Rete Critica 2017
Teatro Centro Culturale Il Funaro, Pistoia
24 febbraio 2018
R. OSA _ESERCIZI PER NUOVI VIRTUOSISMI / EXERCISES FOR NEW VIRTUOSITIES #PROMO from silvia gribaudi on Vimeo.