RAZZA SACRA – L’ULTIMO PROCESSO A PASOLINI @ OFF/OFF THEATRE: PIER PAOLO PASOLINI, ARTISTA E FIGLIO

Fino al 4 dicembre 2022 va in scena all’OFF/OFF Theatre “RAZZA SACRA – L’ULTIMO PROCESSO A PASOLINI”, scritto da Mariano Lamberti e Riccardo Pechini (già visti in un altro “processo” quello a “Fellini”), diretto dallo stesso Lamberti. In scena Marco Vergani nei panni dello scrittore e Marina Remi, interprete delle molteplici figure femminili che hanno orbitato intorno alla vita del protagonista.

Un immaginifico ultimo processo dell’autore, forse il più importante della sua vita, che vede come protagonisti sé stesso e la Madre all’interno di uno spazio indefinito, almeno inizialmente vuoto, circondato, però, da delle pareti di cellofan. Rispettato lo stile pasoliniano, arguto, puntiglioso e viscerale. Una visione del testo classica ma dai tratti moderni che possiede un’ottima partenza drammaturgica, che, a nostro parere, però, deve sviluppare ancora alcuni elementi.

Articolo di Rosy Lo Calio e Federica Prencipe

RAZZA SACRA. Chi era veramente Pasolini?

Chi era veramente Pier Paolo Pasolini? Tra i suoi scritti e le sue opere si intravede tanto della sua personalità, misteriosamente intrappolata tra apollineo e dionisiaco. Tante sono le dicerie, le condanne e le poesie che anticipano la sua figura giudiziosamente. In “RAZZA SACRA – L’ULTIMO PROCESSO A PASOLINI” persino l’autore ha perso sé stesso, ha smarrito la sua identità dentro e fuori di sé. Saranno le donne che lo hanno accompagnato per tutta la vita ha servigli una nuova chiave con cui affrontare il suo destino, per la prima volta dal finale inaspettato. Maria Callas, Oriana Fallaci, Elsa Morante, Laura Betti, Silvana Mangano, Anna Magnani e sua madre Susanna Colussi, sono le donne che lo accompagnano in questo nuovo viaggio, dove la fine rappresenta un nuovo inizio.

RAZZA SACRA – ULTIMO PROCESSO A PASOLINI

Razza sacra: Pier Paolo Pasolini, artista e uomo

Noto poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, attore e drammaturgo, ma anche pittore, traduttore, saggista, Pier Paolo Pasolini è considerato un’artista a tutto tondo, un intellettuale, un visionario. Ma non fu solo questo: Pasolini fu anche uomo, sbagliato, maledetto, controverso. Ed è sempre molto difficile accettare che dietro un’essenza così divinizzata si nascondi una carnalità così fragile, non immune al peccato.

L’artista, infatti, fu sottoposto a ben trentatré processi che lo vedevano coinvolto in atti osceni in luoghi pubblici, minacce a mano armata, manipolazioni su minori.

“RAZZA SACRA – L’ULTIMO PROCESSO A PASOLINI” di Mariano Lamberti, apre al pubblico un immaginifico ultimo processo dell’autore, forse il più importante della sua vita, che vede come protagonisti sé stesso e la Madre, senza distinzione tra giudice e colpevole. Un confronto finale all’interno di un grembo carcerario, dove madre e figlio si riconoscono per la prima e ultima volta.

Un processo che scava nei conflitti e nelle colpe più antiche.E’ dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia”, le ultime parole che il figlio dedica alla madre, che chiudono il sipario all’OFF/OFF Theatre.

RAZZA SACRA: il complesso di edipo

Edipo ignaro delle proprie origini, uccide suo padre Laio e sposa sua madre Giocasta: questa è la trama di uno dei più importanti miti greci, che Sigmund Freud utilizza per chiarificare un momento evolutivo della vita psichica dell’individuo: il desiderio, inconscio di possedere il genitore amato, dandogli il nome di “complesso di Edipo”. Questo complesso è sempre stato di fondamentale interesse per Pasolini, che già con il film “Edipo re” scritto e diretto da esso stesso, dichiara e accetta il suo rapporto materno. Esso stesso afferma:

In Edipo, io racconto la storia del mio complesso di Edipo. Il bambino del prologo sono io, suo padre è mio padre, ufficiale di fanteria, e la madre, una maestra, è mia madre. Racconto la mia vita mitizzata, naturalmente resa epica dalla leggenda di Edipo.

RAZZA SACRA – ULTIMO PROCESSO A PASOLINI – una scena

Pasolini ed il rapporto ossessivo con la madre

In “RAZZA SACRA” di Lamberti viene centralizzato questo suo rapporto, sentimento d’amore viscerale, idealizzato, divinizzato. Pier Paolo innalza la madre a madonna, a Santa, rappresentazione di una purezza ormai dal mondo persa. E la figura della “madre” diviene, per Pasolini, un’immagine ossessiva, che proietta su ogni donna che lo circonda, così la donna diviene un essere mitico, da difendere, capace solo di delicatezza e di bellezza. Dopo il confronto con tutte le donne della sua vita, Pierpaolo, in “Razza Sacra – L’ultimo processo a Pasolini”, si ritroverà ad affrontare sua madre e a capire che per liberare sé stesso doveva uccidere lei. Durante lo spettacolo ritorna più volte una frase dell’Edipo di Sofocle: “Ora è tutto chiaro, voluto, non imposto dal destino”, che porta Edipo al pari di Pasolini, accomunati da un destino predeterminato nel grembo materno che si infrange nel finire della loro storia d’amore. Un mitico complesso, un complicato bisogno d’amore, un giocoforza di potere e possessioni.

RAZZA SACRA: la scenografia

Uno spazio indefinito, almeno inizialmente, vuoto, circondato, però, da delle pareti di cellofan. Dove ci troviamo? Un carcere? Un ospedale psichiatrico? A poco a poco, addirittura forse sul finale, capiamo che molto probabilmente ci troviamo dentro il ventre materno. Sul finale di “Razza Sacra- ultimo processo a Pasolini” di Mariano Lamberti vediamo Marina Remi, nei panni della madre di Pasolini che usa la plastica come un cordone ombelicale, per poi avvolgere Marco Vergani, come a ridurlo a embrione, imprigionato ancora, mai nato.

Le suggestioni sceniche di Lamberti in RAZZA SACRA

Nascosti dalla plastica sono gli altri elementi scenici atti a ricreare varie situazioni e ambientazioni: Teli da mare per ricreare la spiaggia di Grado dove Pasolini trascorre il suo tempo in compagnia di Maria Callas, un divano fatto da casse in legno e un telefono, rappresentanti una camera d’albergo a New York dove l’artista soggiornava con la Fallaci. Le casse di legno venivano poi usate per spostare l’ambientazione sul set de “Le streghe” dove Pasolini si ritrova con Silvana Mangano. Infine, le casse di legno, poste una su l’altra, apparivano come la vetta di un monte sacro, dove è possibile svolgere un rito sacro, un sacrificio in nome del divino. Ma allo stesso tempo sembrano rappresentare un’aula di un tribunale dove, appunto, concludere “l’ultimo processo”.

In fondo al palco, sulle pareti di cellofan, venivano proiettate delle immagini astratte, che sembravano più che altro essere degli escamotage per ottenere del tempo per permettere agli attori di cambiarsi o di spostare gli oggetti scenografici. Non a caso ci siamo chiesti quanto fossero fondamentali queste immagini proiettate.

Ottima, tutto sommato, però, la scelta della scenografia, minimale, essenziale e rappresentava

RAZZA SACRA – ULTIMO PROCESSO A PASOLINI – una scena

RAZZA SACRA: Pasolini e le donne, il libro di partenza

La drammaturgia dello spettacolo si ispira al libro “Razza Sacra. Pasolini e le donne (appunti per una ricerca)”, scritto da Giuseppe Garrera e Sebastiano Triulzi. All’interno del libro, così come nello spettacolo, vengono indagati i rapporti che Pasolini aveva con diverse donne quali la madre Susanna, Giovanna Bemporad, Silvana Mauri, Elsa Morante, Laura Betti, Anna Magnani, Silvana Mangano, Maria Callas, Amelia Rosselli, Anna Maria Ortese, tutte donne che hanno contribuito alla costruzione del pensiero pasoliniano così profondo e così rivoluzionario.

Cosa si intende per “Razza Sacra”? Il libro, più che lo spettacolo, spiega il concetto di Razza Sacra di Pasolini, secondo cui c’è una parte dell’umanità che resiste all’omologazione e alla perdita della propria unicità. Pasolini si batte per tutta la vita per rimanere all’interno della sua Razza Sacra, aspetto che all’interno dello spettacolo viene trascurato e obliato dal rapporto dell’artista con le figure femminili.

RAZZA SACRA: dal libro alla drammaturgia

Il testo dello spettacolo rispettava lo stile pasoliniano, arguto, puntiglioso e viscerale. Un buon punto di partenza per lo spettacolo, autentico e fedele al suo protagonista ma il risultato finale non ha esaudito a fondo tutte le possibili aspettative.  A nostro parere, un linguaggio così aulico, se non sorretto e riempito da un’interpretazione che caratterizza a pieno i personaggi, non riesce ad arrivare al pubblico nella sua interezza. Rischia, purtroppo, di rimanere sospeso nella sua astrattezza e nella sua complessità, senza farsi carne attraverso i personaggi.

RAZZA SACRA: l’interpretazione

Marco Vergani in Pier Paolo Pasolini e Marina Remi, attrice di tutte le figure femminili della messa in scena, sono i protagonisti dello spettacolo di Mariano Lamberti. Due attori molto diversi nell’interpretazione, nella tecnica e nella presenza scenica.

Marina Remi ha cercato di diversificare le varie figure femminili che doveva interpretare, senza apportare delle differenze notevoli all’interno dei personaggi. Lo stile interpretativo, la restituzione del testo e il corpo dei vari personaggi sono rimasti pressoché invariati nel corso dello spettacolo. Ciò che faceva più la differenza erano i costumi, specifici a seconda del personaggio. Sarà stata una scelta registica per rappresentare con continuità la figura della Madre? Se sì, erano necessari tutti quei costumi?

Marco Vergani ha portato sulle scene un Pasolini insolito, confuso, a tratti impacciato nei movimenti. Il climax emotivo raggiunto nel finale non è stato condotto regolarmente a tale livello all’interno dello spettacolo, non c’era una visibile connessione tra le parole e i pensieri, e di conseguenza i vari stati emotivi del personaggio.

RAZZA SACRA – ULTIMO PROCESSO A PASOLINI locandina

RAZZA SACRA: una regia classica e moderna

Mariano Lamberti coautore e regista di Razza Sacra ha portato sul palcoscenico una visione del testo classica ma dai tratti moderni. La scenografia presenta degli elementi assolutamente contemporanei, quali le proiezioni sul fondo, che si mescolano insieme con movimenti e posizioni altamente classicheggianti. I movimenti scenici, pressoché statici, ricordano uno stile registico classico, che pone l’attenzione su altri aspetti della messa in scena, come quello del testo.

Ad interrompere questo equilibrio, intermezzando i momenti con le diverse donne, c’erano le proiezioni sul fondale che riportavano su un piano sensoriale prettamente visivo e sonoro il rapporto tra madre e figlio, prendendo spunto per esempio dalle primule, fiori tanto cari alla madre Susanna.

Il disegno luci ha contribuito a dare sfumature all’ambientazione, con una luce intima ed introspettiva.

Uno spettacolo, ‘’Razza Sacra- L’ultimo processo a Pasolini’’, che possiede un’ottima partenza drammaturgica, che, a nostro parere, però, deve sviluppare ancora gli altri elementi che compongono uno spettacolo, con una cura spasmodica, in quanto portavoce di un personaggio così complesso, delicato e sfaccettato come quello di Pier Paolo Pasolini, una figura di rifermento e di così tanto spessore per la nostra cultura.

RAZZA SACRA – L’ULTIMO PROCESSO A PASOLINI – info e contatti

OFF/OFF THEATRE

Via Giulia 19 – 20 – 21, Roma / DIREZIONE ARTISTICA SILVANO SPADA

Costo Biglietti: Intero 30€; Ridotto Over 65 20€; Ridotto Under35 15€

Dal martedì al sabato h.21,00 – Domenica h.17,00

Info e Prenotazioni: +39 06.89239515 dalle h. 16.00 – offofftheatre.biglietteria@gmail.com

Prevendita On Line: www.vivaticket.it

SITO: http://off-offtheatre.com/ – FB: https://www.facebook.com/OffOffTheatreRoma/ – IG: https://www.instagram.com/offofftheatre/?hl=it

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