NESSUNO DOPO DI TE @Teatrosophia: intervista a Alessandro Mannini e Tony Scarfì

Domenica 26 Marzo è andato in scena: Nessuno dopo di te al Teatrosophia di Roma. Scritto e diretto da Guido Lomoro con Alessandro Mannini e Tony Scarfì, che hanno danzato sui passi ideati da Maria Concetta Borgese e recitato i versi delle poesie dello stesso Lomoro già regista di FANTASME e interprete in APPUNTAMENTO A LONDRA al Teatrosophia di cui è direttore artistico.

Mirko e Diego, i protagonisti di “Nessuno dopo di te”, hanno emozionato il pubblico condividendo le dinamiche tortuose della loro complessa relazione. In una sola ora sono stati in grado di raccontarci la trasformazione del loro lungo legame, mantenendo costantemente in equilibrio la drammaturgia con la danza.

Abbiamo raggiunto i due interpreti per conoscere alcuni dettagli in più sulla drammaturgia dello spettacolo, sul loro lavoro sinergico per la messa in scena di uno spettacolo che mescola teatro e poesia e la danza in un unicum di difficile realizzazione

Nessuno dopo di te: una storia d’amore coraggiosa

Alessandro Mannini e Tony Scarfì

Che tipo di amore viene raccontato in questa drammaturgia?

T: “Mi piace pensare che abbiamo lavorato su un amore universale. La story line che avete visto è quella di due ragazzi omosessuali, ma non abbiamo lavorato sul tema dell’orientamento sessuale, ma sull’amore in senso lato, l’amore non corrisposto, che ti invade, che arriva all’improvviso, che accetti e non accetti. L’amore con tutte le sue sfaccettature. Ci è piaciuto partire da questa dinamica apparentemente semplice, quella del cliente che si innamora dell’escort. Il percorso e l’obiettivo della drammaturgia di Guido Lomoro era arrivare a un amore universale”.

A: “A mio avviso abbiamo raccontato un amore pericoloso, serve coraggio per andare avanti e bisogna rischiare. Abbiamo lavorato tanto in scena tra noi due, per creare un vero e proprio legame di “finizione”, ma con un sentito vero, questo ci ha portato a essere più credibili.”

LA DRAMMATURGIA DI GUIDO LOMORO al teatrosophia

Quali aspetti della drammaturgia di Guido Lomoro vi hanno messo in difficoltà o in discussione?

A: “Sicuramente ho trovato più difficoltà nelle scene dove abbiamo utilizzato a pieno il mezzo teatrale, per esempio nelle scene buffoneggianti, dove andava un po’ tutto enfatizzato e ingigantito. Per arrivare ad eseguirle fluidamente ho dovuto trovare delle mie personali giustificazioni. Però poi ci sono e ci siamo riusciti. Credo.”

T: “Aggiungo che la difficoltà è stata anche realizzare dei punti di rottura, che separano una scena dall’altra e dove cambia totalmente modalità. Abbiamo messo in scena dinamiche fra due persone” normali” in cui c’è il momento di rabbia, di odio, di amore, di scazzo, erotico, sensuale, di gioco. Trovare la verità in tutto questo non è sempre semplice, il testo ha la forza, che i movimenti poi espandono, ma la parte drammaturgica inframezzata da un certo lirismo non è poi così tanta, alla quale ci si può aggrappare. Le scene sono molto concise, delle volte si ripetono. Mettere in scena in poco più di un’ora dinamiche tra personaggi e dare la percezione del tempo che scorre trasformando la relazione tra Diego e Mirko, i quali si pongono spesso le stesse domande, ma le risposte sono sempre diverse per coerenza alla relazione che cresce e si trasforma”.

I protagonisti e la scenografia di Enzo Piscopo

NESSUNO DOPO DI TE: DALLA POESIA ALLA COREGRAFIA DI MARIA CONCETTA BORGESE

Lo spettacolo mescola danza e poesia. Avete avuto difficoltà a conciliare le due cose?

T: “Nonostante entrambi avessimo avuto precedenti esperienze nel teatro danza, ritengo che questo spettacolo abbia avuto un’esigenza di movimento importante. Tanta danza, che si è aggiunta a tanta emotività e tanta poesia. Grazie alla compresenza del regista Guido Lomoro e la coreografa Maria Concetta Borgese è stato tutto possibile, con tante prove, improvvisazioni, lavoro immaginativo ed emotivo che giustificava il movimento”.

A: “Io l’ho trovata una figata, prima della parola il corpo, attraverso il passo e il gesto ho sentito il piacere di dare la precedenza al movimento e poi far seguire la parola. L’estremizzare un movimento hanno portato all’emissione quasi naturale della parola, della frase. Per me è stata una bella scuola recitare in questo modo. Raramente ho avuto la possibilità di recitare con così tanto corpo. E seppur difficile mi ha, e ci ha aiutato tantissimo. Abbiamo lavorato tanto sull’interiorità del movimento, e non solo sulla parte tecnica ed estetica. Molti dei movimenti e sequenze che avete visto questa sera sono frutto di numerose improvvisazioni, che hanno messo da parte, appunto, l’aspetto più estetico”.

NESSUNO DOPO DI TE

LA MESSA IN SCENA DI MANNINI E SCARFì

Su quali aspetti della messa in scena avete lavorato maggiormente?

A: “La parte fisica, corporea, i testi, è stato in realtà tutto molto lavorato e complesso, il percorso di preparazione ha avuto, inoltre, un andamento altalenante, giorni belli, giorni brutti e difficili, ma un ottimo percorso con un bel po’ di attrito, che serve sempre”.

T: “Sicuramente sulla connessione tra noi che abbiamo dovuto conquistare in poco tempo, entrambi non eravamo abituati a questa intensità di lavoro, di complicità e ascolto profondi. Abbiamo lavorato allo spettacolo in meno di un mese, spesso con stress fisico, oltre che mentale. Delle volte bastava un respiro fuori posto per far saltare l’equilibrio. Ad ogni modo la conquista più grande, penso per entrambi, è stata quella di ritrovarsi sempre, e imparare a dosare le energie. Anche la compresenza costante di guido e Maria Concetta sono state fondamentali per il nostro percorso.”

Visto Domenica 26 Marzo.

Info

Teatro Sophia

Via della vetrina 7, Roma

Scritto e diretto da: Guido Lomoro

Coreografie e Movimenti scenici: Maria Concetta Borgese

Con: Alessandro Mannini e Tony Scarfì

Disegno luci: Adalia Caroli

Scenografie: Enzo Piscopo

Fotografie e grafica: Lorena Vetro

Ufficio stampa: Andrea Cavazzini

Social media management: I Vetri blu

Produzione: Teatrosophia

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