Quando uno spettacolo funziona lo si capisce soprattutto dal silenzio che pervade la sala. È un silenzio teso, pieno, nulla esiste se non quello che accade in quel momento e in quel luogo specifici.
Una esperienza del genere capita raramente nell’arco di una vita da spettatori e quando capita scopriamo di uscire da teatro profondamente cambiati, o forse è più corretto dire commossi: lo spettacolo ci ha fatto muovere con lui attraverso sentieri nascosti o taciuti e ci ha purificato e accresciuto.
Ecco quello che è successo con L'ABISSO, monologo o meglio narrazione scritta da Davide Enia e accompagnata con grande maestria dalle musiche composte ed eseguite dal vivo da Giulio Barocchieri. In scena fino al 15 dicembre al Teatro India.
Lo abbiamo già visto a Bologna (con Laura Girotti) e Firenze (con Susanna Pietrosanti).
Contenuti
L'ABISSO: il dono di Davide Enia al pubblico del teatro India
I settanta minuti di racconto volano attraverso un autore/attore/narratore che si spende totalmente sul palco, senza riserve in un atto di puro dono nei confronti di chi è seduto di fronte a lui. Un dono prezioso soprattutto oggi, dopo un anno e mezzo di porti chiusi, naufragi in mare, fake news, un anno e mezzo in cui il Mediterraneo ha accolto fra le sue braccia altre decine di morti innocenti.
Davide Enia non fa che testimoniare ciò che in prima persona ha visto a Lampedusa, ciò che gli viene raccontato da chi quelle vite le salva in mare, le accoglie al porto, le cura cercando di alleviarne i dolori fisici – che forse noi non riusciremmo nemmeno a sopportare -, le accompagna nell’ultimo viaggio, quello finale, cercando di restituire un po’ della dignità e dell’umanità che il naufragio ha strappato loro. Sono molti e molte i senza nome sotterrati a Lampedusa, minima percentuale di quelli che il mare ha chiuso per sempre nell’abisso.
L'ABISSO di ENIA: un abisso interiore
E l’abisso che Enia ci propone non è solo quello fisico, ma è soprattutto un abisso interiore perché chi sbarca e chi soccorre si porta dentro un intero camposanto, così grande e pesante da non riuscire nemmeno a trovare le parole.
Enia invece le parole le trova, anche se evidente sembra essere la fatica che comporta pronunciarle.
Si percepisce in ogni respiro un obbligo morale che si è assunto e come questo obbligo sia così difficile al punto fa volerlo evadere.
Come in fondo racconta una delle sue amiche, lampedusana, che in prima persona ha vissuto e vive gli sbarchi e i soccorsi. Nell’uomo esistono due istinti, pari per valore: l’istinto di sopravvivenza e l’stinto ad aiutare gli altri. Questi due istinti lottano costantemente e siamo noi a dover scegliere quale ascoltare.
L'ABISSO e gli istinti di fronte ai traumi
Allo stesso modo abbiamo due istinti di fronte ai traumi: chiuderci nel silenzio dell’abisso o riemergere da quell’abisso per dire quelle parole con cui sopravvivere alle parole che ci sommergono interiormente.
È un atto di mondatura, che porta alla luce una narrazione perfetta nei ritmi, nei gesti, nella lingua, una mescolanza di italiano e siciliano che diventa una melodia graffiante e pietosa insieme. E al siciliano sono affidate quelle perle lucenti di saggezza e umanità che sembrano urlare anche quando sono sussurrate, che ci ricordano che bianchi, rossi, verdi, sotto abbiamo tutti le stesse ossa bianche.
Enia cesella un racconto prodigioso nella sua semplicità, come semplice in fondo è la messa in scena: due sedie in legno, due fari blu a pioggia, a indicare l’abisso, che si alternano a un piazzato ambra per i momenti più realistici in cui Enia ci guarda in faccia direttamente mostrandoci quello che ha visto.
L’Abisso non è che un monito a riscoprire le nostre origini, il nucleo da cui tutto è partito. Ecco che allora l’ultima immagine che attraversa la nostra mente è quella di una giovane fenicia che scappa da Tiro in fiamme. Viene soccorsa da un toro bianco emerso dalle acque: la giovane sale in groppa e attraversa il mare arrivando a Cipro. Quella giovane è Europa e tutti noi siamo figli di una traversata in mare.
Così ci saluta Davide Enia, lasciandoci sospesi tra la meraviglia e la commozione
Info:
L’ABISSO
Uno spettacolo di e con Davide Enia
Tratto da Appunti di un naufragio, Sellerio Editore
Musiche composte ed eseguite da Giulio Barrocchieri
Produzione Accademia Perduta Romagna Teatri, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Teatro Biondo di Palermo