IO SONO NIJINSKY: @Teatro Lo Spazio: la vita del grande ballerino étoile del suo secolo

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Daniele Bernardi porta in scena Vaslav Nijinsky, stella del balletto russo famoso in tutto il mondo, nei giorni in cui scrisse i quaderni che vennero pubblicati postumi con il titolo di “I Diari”.

Abbiamo visto al Teatro Lo Spazio di Roma, “Io sono Nijinsky” un raffinato e profondo monologo in bianco e nero. Nell’articolo facciamo luce sulla figura di Nijinsky: la vita, l’attività come ballerino e coreografo mentre impazza la Prima Guerra mondiale e avanza la malattia mentale che lo porterà alla schizofrenia e alla morte. Un esercizio di teatro off degno di questo nome, che riempie il vasto cartellone del Teatro Lo Spazio.

Nijinsky: I diari

Nel 1919, sulla soglia della malattia, Nijinsky scrisse tre quaderni conosciuti come i Diari. Questi quaderni mostrano con grande candore il fragile equilibrio psichico di Nijinsky. Gli argomenti trattati sono prevalentemente di carattere ideale e di pensiero, egli scrisse questi quaderni con l’idea di farli pubblicare e l’intento che avrebbero insegnato all’umanità ad amarsi e a non mettere il denaro al centro della vita. Parla del contatto degli uomini con la natura e con l’universo, dell’amore per gli animali che motiva il suo essere vegetariano. In tutti e tre i quaderni, sono presenti alcuni discorsi sulla sessualità (censurati nella prima edizione condotta sulla traduzione inglese curata dalla moglie, nel 1936) mentre la danza viene menzionata molto poco.

Un elemento fondamentale è il dialogo di Nijinsky con una seconda parte della sua personalità che viene designata come “Dio”, egli sottolinea la sua dipendenza da questa entità che vive dentro di lui e che ha il potere di decidere ogni sua mossa. Infine, Nijinsky si dimostra consapevole della mestizia della moglie e del medico di famiglia che cominciano a leggere nel suo comportamento i primi segni della malattia, comprendendo che le persone che lo circondano vedono in lui un malato mentale e teme la chiusura in manicomio.

IO SONO NIJINSKY - Teatro Lo Spazio
IO SONO NIJINSKY – Teatro Lo Spazio

IO SONO NIJINSKY: Daniele Bernardi nel ruolo del grande ballerino

Proprio prendendo spunto da questi diari che Bernardi porta in scena l’essenza di quegli ultimi giorni del noto ballerino naturalizzato russo.
La cifra stilistica con la quale l’attore interpreta Nikinsky è di grande impatto e variegata. Alterando a più riprese il registro vocale narra l’avvicinarsi del deterioramento mentale del famoso danzatore in una discesa vocale estremamente controllata e ricca di sfumature. Non essendo ballerino di danza classica, usa la tecnica motoria da mimo. Escpediente quanto mai azzeccato che va a scandire la narrazione degli eventi, raccontati dalla voce fuori campo di Raissa Avilés che interpreta la moglie di Najinsky, come testimone dei fatti. lo struggimento interiore e la perdita di lucidità sono esaltati sia dalla capacità attoriale di Bernardi che dai contesti “coreografici” e registici. Uno spettacolo che richiede certamente un grande sforzo fisico, che Bernardi affronta con estrema precisione.

Scenografie e costumi: tre colori protagonisti

Daniele Bernardi in Io sono Najinsky

A corredare (e a coadiuvare) il lavoro dell’attore vengono in aiuto la ricchezza di costumi e oggetti di scena. La cromatura prevalente e dominante del bianco sul nero rievoca i colori delle fotografie del XX secolo, ma richiamano anche la nostalgia del passato e del perduto.

Lo stesso Bernardi completamente truccato col cerone e abbigliato di bianco diventa statua di marmo, pupazzo di neve, riflettente la luce dei ricordi in uno spazio atono e nero. Il bianco e nero verrà interrotto da un altro colore, protagonista di numerosi messaggi che catalizzerà lo sguardo degli spettatori in un ipnotico gioco di colore. Gli oggetti di scena sono decori ricercati che portano lontani dalla moderna abitudine di utilizzare oggetti reali presi in prestito dalle proprie abitazioni. Sono creazioni nate per lo spettacolo, che regalano subito alla vista un’attenzione ai dettagli e una ricerca artigianale oltre che artistica.

Presenze fantasmatiche, oltre ai personaggi evocati dalle memorie di Nijinsky, le bambole in scena, burattini senza fili, dagli arti arrendevoli e flosci, dai molteplici significati e che Bernardi utilizza sempre scientemente.

IO SONO NIJINSKY: al teatro Lo Spazio un off di qualità

Io sono Nijinsky è uno spettacolo emozionante. Un teatro off degno di questo nome. Bernardi offre allo spettatore grandi manovre teatrali, bellezza e ricercatezza sotto ogni punto di vista, raccontando il ballerino al di fuori dalle scene. Il suo Nijinsky è un uomo in dirittura di arrivo, con una mano già appoggiata alla maniglia della porta d’uscita, un artista su cui il sipario è calato prematuramente, e tutto questo è stato portato in scena con una grande performance.
Un monologo raffinato ed elegante, il cui pathos, sfarzoso e tridimensionale, dipinge nel mondo mediano tra l’onirico e il delirio.

Visto il

VASLAV Nijinsky: chi fu il grande ballerino, étoile del suo tempo

Vaslav Nijinsky

Nijinsky nacque a Kiev da una famiglia di ballerini polacchi emigrata in Ucraina. Si iscrisse alla Scuola di Ballo Imperiale di San Pietroburgo nel 1900, dove studiò e perfezionò l’arte della danza. A 18 anni si esibì sul palco del teatro Mariinskij in ruoli da protagonista. Assieme a lui c’era la sorella Bronislava Nižinskaja, che lo seguì per parte della sua carriera, diventando anch’essa grande ballerina e coreografa.

Nijinsky e l’incontro con Djagilev

Il punto di svolta nella vita (e nella carriera) di Nijinsky fu il suo incontro con Sergej Djagilev, membro dell’élite di San Pietroburgo e ricco mecenate, che promosse le arti visive e musicali russe all’estero, in special modo a Parigi. I due divennero amanti e Djagilev prense in mano la direzione della carriera artistica di Nijinsky. Nel 1909 organizzò la tournée parigina di una compagnia di ballo di cui Nižinskij e Anna Pavlova furono le étoiles. Lo spettacolo riscosse un grande successo che accrebbe la reputazione dei tre attraverso i circoli artistici europei.

Nijinsky, coreografo del suo tempo

Col supporto e l’incoraggiamento di Djagilev, che ne intuì le doti fin lì inespresse in questo campo, Nižinsky iniziò a lavorare egli stesso come coreografo.
Nel 1913 partì per un tour in America del Sud senza Djagilev. Senza la supervisione del suo mentore, Nijinsky sposò Romola de Pulszky, interrompendo, di fatto, il sodalizio professionale e sentimentale con il suo mentore.
Durante la Prima guerra mondiale Nijinsky, cittadino russo, fu messo agli arresti domiciliari in Ungheria, ma riuscì espatriare per un tour in America del Nord nel 1916, dove fu coreografo e protagonista del balletto Till Eulenspiegel.

La demenza, la malattia di Nijinsky

I segni della sua dementia præcox iniziarono a manifestarsi allora agli altri membri della compagnia: Nijinsky aveva paura degli altri ballerini e temeva che le botole del palcoscenico venissero lasciate volutamente aperte con l’intento di farlo cadere dentro. L’arrivo di un esaurimento nervoso nel 1919 mise fine alla carriera di Nijinsky. Gli fu diagnosticata la schizofrenia e la moglie lo fece ricoverare in Svizzera, affidandolo alle cure dei più noti psichiatri del tempo. Nijinsky trascorse il resto della sua vita entrando e uscendo da ospedali psichiatrici fino al giorno della sua morte.

Per ulteriori informazioni consultare:

IO SONO NIJINSKY – info e cast

di e con Daniele Bernardi
a partire dall’opera di Vaslav Nijinsky
scenografia, oggetti di scena
e tessuto sonoro Ledwina Costantini
costumi Luisa Beeli
voce fuori campo Raissa Avilés
assistente Elisa Pagliaro
fotografie di scena Alessandro Ligat
con la collaborazione artistica di Opera retablO
la consulenza di Kantoratelier
residenze offerte da Orto degli Ananassi – Teatro della Brigata
Teatro Sociale – Bellinzona
Rassegna HOME – Teatro Foc
con il sostegno di Pro Helvetia
Repubblica e Cantone Ticino – Fondo Swisslos
Comune di Riviera
e con il contributo di Fondazione Ernst Göhner
Fondazione Fidinam

Fondazione Ferdinando e Laura Pica-Alfieri
e di Ennio Ferrari SA

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