Nella cornice di INVENTARIA 2023, martedì 23 maggio il Teatro Basilica di Roma ha accolto MARÍA, uno spettacolo proposto dalla compagnia Hangar Teatri e firmato nella regia da Elena Delithanassis con Marco Palazzoni, Elena Delithanassis e Ilaria Santostefano. La pièce in concorso ha un invitante sottotitolo: “uno spettacolo sull’ineluttabilità del destino.”
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INVENTARIA 2023: Festa del teatro off?
Anche quest’anno INVENTARIA, la Festa del teatro off è tornata a Roma, organizzata dalla compagnia DoveComeQuando, con la direzione artistica di Pietro Dattola. 8 spettacoli e ben 10 demo in scena in quattro diversi teatri, con l’obiettivo di offrire uno spaccato del panorama teatrale off contemporaneo, settore poco frequentato dalla maggior parte del pubblico e spesso anche dalla critica. Questa vera e propria missione umanitaria sembra volta a selezionare i prodotti artistici che meglio rappresenterebbero i quattro cardini del festival: poesia, comicità, impegno e ironia. Eppure, MARÍA, primo spettacolo in concorso al Teatro Basilica, non sembrerebbe rispettare tutti i requisiti.
MARÌA, uno spettacolo sull’ineluttabilità del destino?

Spagna, anni del franchismo: l’ex ballerina María è diventata moglie e assistente di Saturno, mago noto in città. La sua vita sembrerebbe essersi “normalizzata” ma un pomeriggio di pioggia cambia la sua vita. L’auto in panne la costringe a chiedere aiuto, accettando il passaggio di una navetta diretta verso un ospedale psichiatrico. Il seguito purtroppo rispetta fin troppo accuratamente le aspettative del lettore/spettatore moderno: scambiata per una paziente dell’ospedale, la protagonista non farà ritorno alla sua vita coniugale, sperimentando la violenza dell’internamento.
Se l’estrema quanto prevedibile linearità della sinossi (liberamente tratta dal racconto Sono venuta solo per telefonare di G. Garcia Márquez) suggerisce che l’obiettivo della messa in scena non coincida con un intento narrativo, invitandoci a ricercarlo altrove, tuttavia nemmeno la regia sembra in grado di offrire risposte. La seconda parte del titolo suona promettente “uno spettacolo sull’ineluttabilità del destino”, ma non riesce a promettere chiavi di lettura o indirizzi riscontrabili in scena. L’unica ineluttabilità performata è forse quella di una giovane ingenuità appassionata.
MARÌA: ingenuità latine
“In María la protagonista non ha avuto altra scelta se non prendere quell’autobus completamente ignara che le avrebbe cambiato per sempre la vita. Alle volte si creano delle circostanze dove la realtà si mescola con il surreale e non capisci più ciò che è vero e ciò che non lo è.” La regista ha così motivato il suo interesse per questo racconto e le sue scelte registiche. Apparentemente l’ineluttabilità del destino, come da titolo, dovrebbe offrire una chiave di lettura, tuttavia, le note di regia rischiano di sostituirsi allo spettacolo, caratterizzato invece da una certa maldestrezza scenica.

Più che alla protagonista, relegata al patetico ruolo di vittima, l’attenzione si concentra sul mago Saturno (interpretato da un ingombrante Marco Palazzoni), nel tentativo – reso esplicito dalle note di regia – di esaltare un elemento magico. Se è vero che il pur abusato binomio vita-magia potrebbe ancora offrire spunti interessanti, tuttavia, i giochi performati sul palco costantemente in ombra non fanno altro che appesantire la pièce, disilludendo le aspettative e le promesse. Coreografie, movimenti che vorrebbero strizzare l’occhio alla clownerie, non sortiscono effetto, non offrono suggestioni ma ingolfano il meccanismo meno dei dialoghi. L’intero spettacolo somiglia a un illusionista appassionato e preparato, ma che per inesperienza non riesce a liberarsi dalla camicia di forza, appesantito da orpelli e catene accostati con poca perizia.
Sulle note di celeberrime sonate latine si diramano le vicende di Marìa (Elena Delithanassis), il mago Saturno e di un’inquietante infermiera (Ilaria Santostefano). In effetti, la sound list è la parte più godibile e piacevolmente didascalica della pièce, in grado di trasportare lo spettatore nel ritmo e nel calore della Spagna…franchista (lo spettatore si accontenti di un quadro di Francisco Franco come unico elemento contestuale in tal senso). Poesia, comicità, impegno e ironia, i solidi princìpi di Inventaria, purtroppo non risiedono in questo lavoro.

Chi è Hagar Teatri?
Compagnia triestina che crede fortemente che la ricerca artistica debba nascere da un momento di scelta personale in relazione al proprio vissuto e alla propria crescita arricchendosi anche degli stimoli offerti da un contesto formativo più generale. Creano spettacoli basati su visioni poetiche dove il corpo e la parola si fondono per creare immagini coreografiche a forte impatto espressivo. Concepiscono il teatro come uno strumento comunicativo in grado di trasmettere forti emozioni che portano lo spettatore a creare un proprio pensiero in una libertà interpretativa e immaginifica.
Info spettacolo
Regia e adattamento drammaturgico – Elena Delithanassis
Aiuto regia – Marco Palazzoni
Interpreti – Marco Palazzoni, Elena Delithanassis, Ilaria Santostefano
Voci di Fulvio Falzarano, Tullia Alborghetti, Valentina Milan, Sergio Pancaldi
Produzione – Hangar Teatri