IL BERRETTO A SONAGLI ‘A NOMME ‘E DIO @Teatro Basilica – “Pupi tutti quanti”

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Dal 23 al 26 marzo, il Teatro Basilica di Roma ha accolto IL BERRETTO A SONAGLI ‘A NOMME ‘E DIO la rilettura pirandelliana di Francesco Niccolini de A birritta ccu ‘i cancianeddi, per una produzione Nest Napoli Est Teatro. In scena, Valentina Acca, Mario Cangiano, Giuseppe Gaudino e Adriano Pantaleo, con la regia di Giuseppe Miale di Mauro.

“Pupo io pupo tu, pupi tutti quanti”

IL BERRETTO A SONAGLI: Adriano Pantaleo e Giuseppe Gaudino

Mentre la primavera romana si affaccia dolce tra le strade della capitale, al Teatro Basilica infuria la misoginia de Il berretto a sonagli. Messa in scena per la prima volta al Teatro Nazionale nel lontano 1917, la commedia siciliana ha continuato ad affascinare Roma, tra riscritture e fedeli operazioni filologiche. Ma, come Pirandello ha affermato una volta, “il Teatro non è archeologia”. Memore di questa lezione, la compagnia napoletana Nest rimette le mani sul testo, promettendo di restituirne il vigore filosofico.

Francesco Niccolini riscrive IL BERRETTO A SONAGLI

IL BERRETTO A SONAGLI: Una scena

Quando ci si trova a riscrivere e tradurre un’opera tanto nota, si va incontro a un singolare fenomeno di culto dell’originale. La curiosità dello spettatore cresce proporzionalmente a una certa dose di diffidenza, quasi una sorta di popolare difesa del “diritto d’autore”. Ma pochi sanno che proprio su suggerimento di Pirandello una traduzione napoletana de A birritta ccu ‘i cancianeddi andò in scena nel 1936 con un adattamento di Eduardo de Filippo. Francesco Niccolini sembra raccogliere l’eredità di questo adattamento, traducendo il testo in un napoletano popolare e particolarmente ostico per gli italofoni, e ponendolo al servizio di un punto di vista originale.

IL BERRETTO A SONAGLI di Nest è un omaggio al femminile

IL BERRETTO A SONAGLI: Mario Cangiano e Valentina Acca

Il berretto a sonagli della Compagnia Nest, infatti, non intende limitarsi alla narrazione del tentativo di Beatrice Fiorica di liberarsi del marito adultero. Il progetto testuale punta chiaramente alla valorizzazione di Beatrice come unico personaggio in una scena di pupi. Sfruttando “il forte impatto misogino” del testo, come ha dichiarato il regista Giuseppe Miale di Mauro, la riscrittura intende dare voce e dignità scenica all’ironia tragica di Beatrice, secondo un procedimento a contrappasso. Privata dai pupi della libertà di scelta, Beatrice si trova relegata in un camerino di costumi di scena, costretta alla maschera del buffone, impersonando una funerea – e forse un po’ forzata – Alda Merini.

IL BERRETTO A SONAGLI porta in scena il teatro dei “pupi”

IL BERRETTO A SONAGLI: una scena

Una impalcatura a due piani, composta da guardaroba/camerino al piano superiore e da un salotto arredato con gusto sul livello del palcoscenico, è la scenografia disegnata da Luigi Ferrigno. La struttura ricorda un vero e proprio teatro dei “pupi”, dotato di scena e siparietti, dai quali fanno il loro ingresso i personaggi pirandelliani. “Pupo io, pupo tu, pupi tutti quanti”, recita come un mantra la compagnia per l’intera durata della pièce. L’intero allestimento si configura come un meccanismo funzionale studiato al dettaglio in funzione della filosofia pirandelliana. D’altronde, ai personaggi è riservato un trattamento da pupi, per cui è il costume a fare il personaggio, non l’attore che lo interpreta, il quale, piuttosto, è una marionetta dotata di voce. Secondo Pirandello, infatti, l’uomo in società indossa identità vuote e precostituite, con le quali deve imparare a convivere, pena la derisione civile. Questo pensiero è incarnato dall’unico pupo che non ha il coraggio di essere personaggio, il povero Ciampa, interpretato a turno da tutti gli attori (si fa nota dell’epigrammatica interpretazione di Adriano Pantaleo). Unico personaggio in scena, la temeraria Beatrice Fiorica attende ancora una interprete più coraggiosa e ritmicamente precisa.

Chi è la Compagnia Nest?

A segnare la nascita del Nest, Napoli Est Teatro, c’è è una tappa fondamentale. Nel 2007, lo spettacolo Teatrale Gomorra di Roberto Saviano e Mario Gelardi, Vincitore del Premio Gli Olimpici del Teatro di quell’anno. Da allora, nel cuore di San Giovanni a Teduccio, quartiere della zona est di Napoli, la palestra di una scuola abbandonata da anni diventa così il Nest, Napoli Est Teatro, un teatro, un palco dalle dimensioni invidiabili, una platea per cento spettatori. L’impegno sul territorio, i progetti artistici di alto livello, le produzioni che coinvolgono realtà importanti e un instancabile lavoro di gruppo sono stati gli ingredienti che hanno fatto vincere alla compagnia il premio Rete Critica 2017 e hanno permesso di avere il riconoscimento dal Mibact come progetto di promozione per il triennio 2018-2020.

Visto il 23 marzo

IL BERRETTO A SONAGLI ‘A NOMME ‘E DIO – Info e dati spettacolo

tratto da “A birritta ccu ‘i ciancianeddi” di Luigi Pirandello uno spettacolo della Compagnia Nest
adattamento e traduzione Francesco Niccolini
regia Giuseppe Miale di Mauro
con Valentina Acca, Mario Cangiano, Giuseppe Gaudino, Adriano Pantaleo
scenografia Luigi Ferrigno
costumi Giovanna Napolitano
musiche Flo
disegno luci Paco Summonte
assistente scenografo Vincenzo Leone
assistente alla regia Raffaella Nocerino
organizzazione Carla Borrelli e Valeria Zinno
una produzione Nest Napoli Est Teatro

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