FINZIONI, lo spettacolo di Anton Giulio Calenda, Alessandro Di Murro, Tommaso Emiliani Regia di Alessandro Di Murro, andato in scena al Teatro Basilica è un esperimento felicemente riuscito di confronto col grande autore argentino , ed è anche l’esempio di come il confronto coi classici può essere vincente ed efficace se fatto con ironia e con la capacità di saper giocare col testo e inserirlo in un contesto elettronico e contemporaneo.
Leggi anche la recensione a FINZIONI di S.Spanò realizzata all’interno del Progetto Gufetti in formazione!
Contenuti
FINZIONI: un labirinto in una realtà virtuale

Mettere in scena un’opera come quella di Borges è sicuramente un compito arduo che, come quando ci si confronta con qualsiasi classico, pone una scelta: la fedeltà o la rielaborazione. La felice decisione di Anton Giulio Calenda, Alessandro di Murro e Tommaso Emiliani è la seconda: ci presentano un Borges in chiave contemporanea, una ricerca dell’identità dei personaggi dispersi nel labirinto della realtà virtuale, ma anche nel caos di Roma, che in questa spettacolo diventa essa stessa luogo scenico.
La seconda scelta da compiere è l’approccio da intraprendere nella rielaborazione, scelta in cui risiede la forza di questo spettacolo: un approccio ironico e contemporaneo alle opere dell’autore argentino chiamate in causa (Finzioni, ovviamente, ma anche L’Aleph con gli Immortali e la casa di Asterione, e le poesie).
Vediamo, quindi, i protagonisti dispersi nella libreria della loro realtà virtuale, con dei grossi occhiali da simulazione, o alle prese con la spersonalizzazione e coi doppi dati dalla riproduzione video, come avviene nei social.
FINZIONI: un mondo di citazioni POP

Approcciare l’opera di Borges in modo ironico permette una felice e a volte esilarante commistione col mondo pop: vediamo quindi alternarsi sul palco un abitante Babilonese che si rivela essere Maradona, e i protagonisti che esaltati si fanno selfie con “la mano de Dios” e col loro amico appena defunto.
I rimandi sono innumerevoli: una citazione dei Monthy Python apre un rapido cambio di scena con l’iconica frase tratta dal loro titolo “e ora qualcosa di completamente diverso”; l’intensa scena di Birdman con la mano a simulare una pistola.
L’immersione in un mondo POP diventa a tutto tondo grazie alla colonna sonora e alle luci: la musica elettronica fa quasi da preludio alla scena finale in discoteca; le luci, fredde e soffuse nelle scene oniriche e introspettive e calde e avvolgenti nelle ambientazioni medio orientali, si alternano a sprazzi violenti e accesi.
FINZIONI: la drammaturgia

Nonostante qualche problema tecnico e di definizione nella riproduzione video, gli espedienti trovati sono pertinenti e originali: un Asterione, citando l’antica mappa dispersa così precisa da essere 1:1, va alla ricerca di sé stesso nella città di Roma, portandosi dietro una telecamera e facendo così diventare la città stessa un luogo scenico.
Ogni scelta, nel percorso casuale del Minotauro, rappresenterà la morte di un’altra possibilità scartata.
Il tema dello specchio e del doppio, vengono affrontati con la riproduzione video dal telefonino espediente che, anche se già visto, è calzante e pertinente.
I temi tipici di Borges prendono così vita nel mondo contemporaneo e caotico di oggi, dimostrando tutta la loro attualità. La forza di “FINZIONI” è senza dubbio quella di riproporceli in una chiave ironica, sapendo passare sapientemente da un tono leggero al sostenuto e drammatico, alternandoli in una commistione a volte frenetica ma ben riuscita.
Visto il 17 Ottobre
FINZIONI – INFO E CONTATTI
Regia Alessandro Di Murro
Di Anton Giulio Calenda, Alessandro Di Murro, Tommaso Emiliani
Musiche originali Enea Chisci
Con Matteo Baronchelli / Jacopo Cinque / Alessio Esposito / Lorenzo Garufo / Amedeo Monda / Laura Pannia
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