COME HO IMPARATO A NON PREOCCUPARMI E AD AMARE LA RUSSIA @Teatro Basilica: Tutto per una battuta

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In scena dal 10 al 12 febbraio, presso il teatro Basilica, lo spettacolo COME HO IMPARATO A NON PREOCCUPARMI E AD AMARE LA RUSSIA di e con Teodoro Bonci del Bene, aiuto regia e drammaturgia di Francesca Gabucci.
Il teatro Basilica apre ufficialmente la seconda parte della stagione teatrale 2022/2023 dal titolo Across the Universe, nella quale 11 spettacoli saranno ospitati da gennaio ad aprile, offrendo al pubblico affezionato e non solo una molteplicità di spettacolo molto diversi, variegati, che possano, appunto, mostrarci l’universo.

COME HO IMPARATO A NON PREOCCUPARMI E AD AMARE LA RUSSIA: un titolo non nuovo

Prima ancora di assistere alla messa in scena, però, ci siamo subito resi conto che questo titolo non ci appariva nuovo, infatti richiama palesemente il titolo di uno dei capolavori di Stanley Kubrick: “Il dottor Stranamore – ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba”.
Il film racconta del generale Jack D. Ripper, comandante di una base aerea statunitense, che tenta di attaccare l’Unione Sovietica, per combattere la “minaccia” comunista.

teodoro bonci in COME HO IMPARATO A NON PREOCCUPARMI E AD AMARE LA RUSSIA
Teodoro Bonci del Bene in scena al Teatro Basilica

la drammaturgia di francesca Gabucci al teatro basilica

Il testo di Francesca Gabucci è senza dubbio stato sviluppato grazie all’esperienza di Teodoro Bonci del Bene.
La storia, infatti, racconta una parte significativa, a quanto ci è sembrato di intendere, del giovanissimo attore che si è trasferito dal 2004 al 2009 in Russia per studiare l’arte teatrale, raccontando specificatamente la sua intenzione di mettere in scena questo spettacolo, mostrando varie fasi di sviluppo del progetto al direttore del teatro, ma non solo.

Non viene rappresentata una storia lineare, ma un continuo intervallarsi di vicende, poesie, sketch. Vengono citati poeti come Sergei Pushkin, Ivan Vyrypaev, lo stand up comedian bielorusso Slava Komissarenko, e poi il “giovane artista” che non può più tornare a casa, in quanto parlare di certi argomenti, di certe situazioni drammatiche e veritiere, ridere di esse, renderle grottesche, divertenti, è sempre stato scomodo, sopratutto in un mondo dove è difficile avere parola e la libertà di ribellarsi.
Ed è proprio questo costante bisogno di libertà che traspare prepotentemente dal testo di Francesca Gabucci, che trasmettono le parole pronunciate da Teodoro.

COME HO IMPARATO A NON PREOCCUPARMI E AD AMARE LA RUSSIA: L’interpretazione di Teodoro Bonci del Bene

L’interpretazione di Teodoro Bonci del Bene, ha sicuramente a che fare con una scelta stilista legata alla stand-up comedy, non a caso ci troviamo davanti un attore in piedi, che utilizza un microfono (sebbene non necessario), che abbatte la quarta parete e parla direttamente al pubblico, sgridandolo se non applaude, se non sta ascoltando, chiedendogli di urlare, prendendolo in causa insomma, creando quasi un vero e proprio dialogo. Non ci sono personaggi, ma un “narratore”, che di rado ci mostra i personaggi, cambiando posizione del corpo e traiettoria dello sguardo, quasi mai la voce o l’interpretazione.

Tutto è ridotto all’essenziale, gestualità, mimica, gli spostamenti nello spazio, tutto sembra ridursi quasi a divenire neutrale sul volto dell’attore, fisso, statico; a muoversi, a prendere colore, invece, sono più le parole. Un cambiamento si ha quando Teodoro Bonci del Bene cita i pezzi di stand up di Slava Kommisarenko, trasformandosi completamente sia nella voce, nel corpo e persino nello sguardo e nell’energia, che durante tutta la messa in scena ci è parsa trattenuta, come se fosse sul punto di esplodere senza, però, farlo mai.

Abbiamo, infine, percepito nella parlata dell’attore, una leggera inflessione straniera, russa in particolare modo. Se questo particolare fosse voluto o meno poco importa, perché ha sicuramente contribuito ad introduci ancora di più nel racconto.

COME HO IMPARATO A NON PREOCCUPARMI E AD AMARE LA RUSSIA: La scenografia vuota al Teatro Basilica

Teodoro Bonci del Bene in scena al Teatro Basilica

In scena quasi niente: uno schermo bianco sul fondo, e di lato un tavolo con un computer acceso e un proiettore, che serviva all’attore per gestire le musiche e le immagini, facendosi quasi da tecnico.
Sullo schermo bianco viene inizialmente proiettato un video della neve che cade in modo lentamente dolce e successivamente immagini e video che Teodoro Bonci del Bene ha scattato è girato durante la sua permanenza in Russia. Immagino di gente in metro, di statue e monumenti, dei suoi compagni di accademia. Immagini che alcune volte, come il video della nevicata, servono a darvi un’ambientazione, infatti l’attore continua il suo monologo con alle spalle il video proiettato.

Altri video o foto, invece, servono a documentare frammenti di vita vissuta, ricreando un’atmosfera amichevole. In questo caso si abbassano le luci sul palco e l’attore si sposta accanto al tavolo, lasciando il centro del palco, in questo modo il pubblico può osservare i materiali senza ostacoli di alcun tipo.

Tutto ciò a fatto sì che la scenografia, così scarna, prendesse vita e colmasse quel senso di vuoto precedentemente avvertito e che da quella semplicità nascesse qualcosa di grande valore e significato. A dare atmosfera e a dare maggiore forza a quella semplicità è stata, infine, la musica, tratta dall’album dal titolo “Gli dei se ne vanno e gli arrabbiati restano” .

COME HO IMPARATO A NON PREOCCUPARMI E AD AMARE LA RUSSIA è dunque uno spettacolo sociale, di denuncia, di lotta per la libertà di espressione, in ogni suo forma, che sia uno spettacolo o anche una semplice battuta.

Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la Russia: cast e info

di e con Teodoro Bonci del Bene
aiuto regia e drammaturgia Francesca Gabucci
costumi Medina Mekhtieva
tecnico audio Marco Mantovani
tecnico video Andrea Ceccarelli
progetto grafico Claudio Fabbro
uno spettacolo prodotto da Accademia Perduta/Romagna Teatri

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