Dalla drammaturgia di Patrick Marber il capolavoro sbarcato ad Hollywood.
Duné Medros ha riportato in scena al Teatro Argot, fuori cartellone i sentimenti che ruotano e attraversano l’amore, la simbiosi tra verità e menzogna in un ménage à quatre interpretato da Lorenzo Terenzi, Lidia Fili Aicardi, Nila Prisco e Stefano Cisano.
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CLOSER: l’amore sotto una lente di ingrandimento
Closer è una drammaturgia di fine Novecento che racconta le vicende di due donne e due uomini che intrecciano complicate e irrisolte relazioni amorose tra di loro. Dan, giornalista di necrologi, incontra e si innamora di Alice, giovane spogliarellista americana. Iniziano una convivenza. Alice ha lasciato i night club per diventare cameriera, Dan pubblica un romanzo e fa la conoscenza di Anna, fotografa appena divorziata, e se ne innamora. Lei però non vuole saperne di intrecciare una relazione con un uomo già impegnato. Durante una serata in cui Dan è annoiato, chatta su internet spacciandosi per Anna e combina un appuntamento con un dermatologo di nome Larry. Anna e Larry si incontreranno, quindi, e inizieranno una relazione che li porterà al matrimonio. Da qui le vite dei quattro si intrecceranno di continuo, scombinando e ricombinando le coppie.
CLOSER: la regia di Medros e il minimalismo funzionale

La regia di Duné Medros porta la vicenda sul palco con un moderno stile essenziale e conducendo lo spettatore nel tempo e nello spazio grazie a piccolissime accortezze totalmente messe in mano agli oggetti di scena: vecchi cellulari a conchiglia, macchine fotografiche a rullino, cordless. Anche la sua direzione artistica si traduce in un minimalismo essenziale, ma non certamente scialbo. Narra i passaggi di tempo con dei cambi scena immersi nella penombra.
I complementi di arredo, sedute e tavoli, vengono spostati dichiaratamente dagli attori che, con piccole azioni come baci e abbracci, fughe e dribblate ben coreografate, vanno a raccontare inizi e fine di relazioni, riappacificazioni e litigi, convivenze e traslochi. Gli accordi tra le quattro interpretazioni non sono stabiliti dalla prepotenza registica, ma saggiamente armonizzate, creando una sinfonia atta a rispettare le espressioni attoriali.
La firma di Medros è una linea giuda discreta che colora e massimizza la resa scenica in modo elegante e, a nostro gusto, apprezzabile.
Le interpretazioni di CLOSER
Lorenzo Terenzi porta in scena un Dan brillante, meno infantile e piagnucoloso di quello conosciuto sul grande schermo. Il suo è un personaggio fragile e confuso che non sa fino a che punto possa ferire e ferirsi, ma ha al contempo consapevolezza del caos interiore che lo domina. L’attore ha una recitazione sfacciata e lo dimostra spingendo fortemente sul pedale dell’espressione emotiva, osando a ogni battuta e attingendo a una certa dose di comicità non implicita che ammicca dentro e fuori dal palcoscenico, guadagnandosi l’attenzione (e le simpatie) del pubblico.
AICARDI: nessuna sbavatura in Closer
Lidia Fili Aicardi, che qui interpreta Anna, ha una recitazione misurata, perfettamente centrata sul personaggio. Tiene per le briglie ogni attacco emotivo senza sbavare mai. Questo autocontrollo comunque non depotenzia la sua Anna, ma agisce perfettamente in linea con il personaggio rendendolo straordinariamente tridimensionale e autentico. Dalla splendida dizione e con una ammirabile emissione vocale, vibra anche quando è in controscena.
NILLA PRISCO: Alice in preda ai sentimenti
Di misura diversa l’interpretazione di Nila Prisco che ha il compito di interpretare Alice. Tremolante e minuta, freschissima per età e per presenza scenica, meravigliosamente preda dei sentimenti drammaturgici nei quali si colloca. Se da un lato convince, calandosi nei dolori e nel fagocitante bisogno d’amore di Alice, a nostro avviso si sarebbe potuto osare di più sulla sensualità e sulla carica erotica durante la scena con Larry nella suite Paradiso.
La coreografia è riduttiva e reiterata senza picchi o sorprese, languisce senza sedurre, eppure è una scena cardine per il suo personaggio. Una maggiore intraprendenza tradurrebbe visivamente la doppia natura di Alice che è sì, alla ricerca di un porto sicuro nel quale approdare, ma è anche una giovane donna consapevole del suo potere sensuale e gioca come ammaliatrice. Accantonando il pudore la scena avrebbe acquisito un’ulteriore veridicità. Non di meno però Prisco dimostra talento e un’ottima sinergia con i colleghi sul palco.
Stefano Cisano: recitazione dalle mille sfumature
Stefano Cisano, con una recitazione ampia multi-cromatica, è stato capace di portare con naturalezza lo spettro emozionale del suo personaggio. La scelta di Cisano per interpretare Larry è quanto mai azzeccata, oltre che per la maturità attoriale, per la maestosa fisicità aderentissima alla personalità carnale e primitiva del dermatologo tradito e traditore.
CLOSER: a cosa si è disposti per (farsi) amare?
Quello di Marber è uno spettacolo che solo all’apparenza parla dell’amore. Guardandolo più da vicino (closer, appunto), si scopre che il vero tema è la sincerità che dobbiamo a noi stessi e all’altro. L’amore ha un sottofondo oscuro sempre presente tra i protagonisti di questa drammaturgia: la menzogna confusa per la verità. Subita e agita, è la moneta di scambio che regola ogni transazione affettiva. La bugia è il filtro attraverso cui i personaggi giustificano le loro imprudenze sentimentali, l’impreparazione a stabilire legami saldi e maturi, pronti sempre a sfuggire dalle loro responsabilità. I cortocircuiti che si vanno formando generano una serie di legami che si saldano e si slegano conseguentemente ai venti di passioni dai quali si lasciano trasportare.
Perchè Closer parla molto di noi
Closer è la metafora del modo in cui i contatti, specialmente amorosi, sono sempre più problematici, utilitaristici, egoriferiti e inadatti a maturare, fermi in un’eterna gestazione adolescenziale, cercando disperatamente di preservarci dalla maturità per timore di vedere invecchiare il cuore assieme al corpo. Uno spettacolo creato quando la tecnologia attuale era neonata e ha dato il via a nuove modalità di ricercare l’amore. Dopo oltre vent’anni resta uno spettacolo che dice ancora molto di noi, di quanto siano intricati e complessi i nostri percorsi emotivi e di come l’amore rappresenti, così inequivocabilmente centrale nelle nostre esistenze, la strada più vicina alla sofferenza.
Visto il 9 febbraio 2023
Closer: cast e info
Scritto da Patrick Marber
Regia di Duné Medros
Interpretato da Lorenzo Terenzi, Lidia Fili Aicardi, Nila Prisco e Stefano Cisano
Andato in scena al Teatro Argot Studio dal 9 al 12 febbraio
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