CIRANO DEVE MORIRE @ Teatro Vascello: dal Classico al Rap

Dal 22 novembre al 4 dicembre il Teatro Vascello di Roma ospita il più atteso Cyrano degli ultimi tempi: “CIRANO DEVE MORIRE” di Leonardo Manzan e Rocco Placidi, regia di Leonardo Manzan. Sul palco abbiamo avuto l’occasione di vedere gli attori Paola Giannini, Alessandro Bay Rossi e Giusto Cuccarini in una veste assolutamente inaspettata, quella di rappers dai panni ottocenteschi.

CIRANO DEVE MORIRE: lo spettacolo, dalla Biennale ai teatri di  Milano e Roma

CIRANO DEVE MORIRE è uno degli spettacoli più rumorosi degli ultimi anni, non solo per l’effettivo sound che avvolge le scene, ma anche per la quantità di voci che lo precedono, cariche di aspettative e di commenti positivi. Lo spettacolo, infatti, è il vincitore del Bando Biennale College – Registi under 30, indetto dalla Biennale Teatro di Venezia nel 2018 diretta dal regista Antonio Latella.

Dalla Biennale di Venezia, al Piccolo di Milano sino al Teatro Vascello di Roma, uno dei teatri più affezionati del pubblico romano, e prossimamente anche al teatro Rifredi di Firenze.

Cirano deve morire – cast Paola Giannini, Alessandro Bay Rossi, Giusto Cucchiarini Filippo Lilli

 Al Teatro Vascello, CiRANO DE BERGERAC risorge dalla sua polvere

Il regista Leonardo Manzan insieme con il drammaturgo Rocco Placidi, per questa nuova chiave del Cyrano de Bergerac del tutto innovativa, originale e “giovanile”, hanno impugnato la stessa arma con cui si batteva il vecchio eroe di Rostand: la parola. L’impavido oratore francese amava sfidare, provocare, vincere sugli altri servendosi dell’arte che più di tutte lo faceva sentire protetto e superava con grandezza la sua più grottesca insicurezza. Una penna affilata come spada per dispiacere i suoi nemici, parole d’amore portate dal vento fino all’orecchio della sua Rossana: ecco come la parola è elemento centrale di questa storia.

Le rime ottocentesche di Rostand sono state completamente sconvolte, stravolte e travolte dalla musica rap degli ultimi anni, si sono fatte trascinare dall’ebrezza e dal demoniaco ritmo di uno degli stili musicali più distintivi al mondo. Perché questa scelta? Perché proprio il rap, lontano anni luce dall’atmosfera di questa favola antica?

CIRANO DEVE MORIRE: dai versi alessandrini al rap contemporaneo, la regia di Manzan rivoluziona il classico

Quello a cui assistiamo è uno spettacolo insolito, dalle tecniche interpretative e dagli elementi scenici e scenografici totalmente decontestualizzanti. Invade il palcoscenico un’impalcatura di acciaio tipica dei grandi palchi da concerto, con luci stroboscopiche che fanno da padrone e un vero dj che suona per tutta la durata dello spettacolo.

A cosa ci si deve preparare? Ad uno spettacolo musicale o un concerto spettacolare?

Come ha affermato il regista presso un incontro aperto con altri allievi attori, avvenuto presso l’Accademia teatrale di Roma Sofia Amendolea, l’idea di utilizzare lo stile e la metrica del rap è venuta successivamente rispetto all’inizio della creazione di questa nuova versione del Cyrano. Mentre Manzan e Placidi si stavano occupando della riscrittura del testo originale di Rostand, si sono accorti, cominciando a mettere in voce le nuove battute, che avevano una musicalità familiare e assonante alla metrica rap. Da qui, quasi come un gioco, gli attori si sono improvvisati rappers e hanno cominciato a reppare le nuove rime. Rime che tramandano inizialmente le parole originali, ma finiscono quasi per distaccarsene completamente.

Cirano deve morire – Alessandro Bay Rossi, Giusto Cucchiarini e Filippo Lilli ph filippo-manzini

CIRANO DEVE MORIRE: al Teatro Vascello un’opera troppo lontana dall’originale?

Queste rime nuove vanno al di là della classica storia, al di là del suo tempo e al di là dei contenuti originali, arrivano fino ai giorni nostri e parlano anche di noi. Questi collegamenti pindarici risultano tanto arguti quanto dispersivi per un pubblico che non conosce la vera storia di Cyrano, poiché rischiano di trasportarlo in un mondo troppo diverso dall’originale, non solo in termini di stile, ma specificatamente in termini di contenuti.

L’unico aggancio che rimane con il testo di Rostand è la verve polemica e destrutturalizzante dell’eroe protagonista, Cyrano, rappresentato però in una nuova luce che non lo vede come un classico eroe.

CIRANO DEVE MORIRE : Cyrano, l’eroe che toglie la sua maschera

Cyrano si presenta piuttosto come un finto eroe, un eroe artefatto dal tempo, un eroe che non ha combattuto nessuna battaglia al di fuori di sé stesso. Un fragile eroe, relegato nell’ombra del suo pennacchio. Cyrano, nella storia di Manzan, deve morire. È giunta l’ora di togliere il Cyrano che conosciamo dalle scene, sostiene il regista, è il momento di decostruire la sua figura di combattente e amico fedele per lasciare posto ad un’altra protagonista di questa storia: Rossana.

“Cyrano deve morire” comincia proprio con una fortissima azione di Rossana, concreta e determinata a farla finita con questa storia di attese, di indugi e di ripensamenti.

Cyrano deve morire per lasciar vivere la sua amata Rossana

Rossana, poco più che trentenne è vedova due volte di un unico amore. “Io amo” recita il fondale della scena. “Io amo”, sussurra Rossana in silenzio per tutta la sua storia.  “Io amo”, parole scritte con una vernice, rossa, rossa come il sangue, che macchia, sporca, che lascia un segno in chiunque provi ad avvicinarvisi, vernice che prima o poi sbiadirà, invecchierà, seccherà e non pulserà più d’amore.

Ed è proprio l’amore ferito e ingannato di Rossana il punto di partenza di Manzan. Tutto nasce da una domanda: “Se Rossana, alla fine del testo di Rostand, potesse dire qualcosa, cosa direbbe?”
Da questa domanda sono partite le tante risposte che hanno condotto ad una sola conclusione: CIRANO deve morire. Questa sarà l’ultima volta in cui Rossana ripercorrerà la sua storia, per trovare un finale, un suo finale da protagonista. Lungo la strada vacillerà in un universo fatto di finzione e di realtà, come in un eterno teatro che non chiude mai il suo sipario.

Cirano deve morire – regia di Leonardo Manzan

Rossana, Cyrano e Cristiano: Attori o Rappers?

Paola Giannini è la nostra Rossana, che portava con fierezza abiti vecchi è nuovi, forse non troppo pratici per il contesto scenografico. L’attrice riempiva il palco con la sua presenza e ha rotto l’incantesimo finale con molta naturalezza, scrollandosi lentamente di dosso tutta la finzione metaforica e spettacolare che rimbombava nella sua testa.

 Alessandro Bay Rossi e Giusto Cuccarini, Cyrano e il suo Cristiano, hanno retto in maniera equilibrata le dinamiche sceniche, anche quando hanno sfidato apertamente il pubblico in una battle di freestyle.

CIRANO DEVE MORIRE al Teatro Vascello: i pregi della regia e le sfide attoriali

Cirano deve morire – locandina

Ad avviso di chi scrive, le potenzialità registiche e l’innovativo punto di vista del testo, sono una carta assolutamente vincente per la riuscita dello spettacolo, come già dimostra il premio della Biennale. Quella che potrebbe invece subire negativamente la sfida di questa regia è l’interpretazione attoriale, la quale rischia di rimanere ibrida tra la figura di un rapper professionista e l’interpretazione dei personaggi.

Le canzoni hanno ampio spazio all’interno dello spettacolo ma raccontano poco del carattere e dell’emotività dei personaggi, non permettono agli attori di riempire i personaggi di sfumature. Non è disfunzionale la scelta del rap di per sé, come veicolo stilistico e di comunicazione tra i personaggi, ma può risultare fuorviante se a livello di contenuti racconta poco dei personaggi e delle loro relazioni.

Quella di allontanarsi dai prototipi dei protagonisti potrebbe essere una scelta, ma non è del tutto chiara all’interno dello spettacolo, poiché traspare la fatica che gli attori fanno per presentarsi come rapper, non avendo loro quel tipo di preparazione artistica.

Forse l’estremizzare e il perfezionare i due lati dello spettacolo, quello spettacolare da concerto rap iniziale e quello più naturalistico del finale, potrebbe favorire agli attori un gioco recitativo che permette loro di mostrare al meglio le loro potenzialità.

Leonardo Manzan e tutto il suo cast hanno sicuramente tra le mani uno spettacolo che fa pensare, che fa parlare di sé, in ogni caso, rispettando e condividendo anche l’urlo di battaglia di Cyrano: “spiacere è il mio piacere”, qualità che non è poi così scontata.

“Cyrano deve morire”, sicuramente non un semplice spettacolo carino.

Cirano deve morire – cast e spettacolo

Dal 22 novembre al 4 dicembre
Dal martedì al venerdì h 21 – sabato h 19 – domenica h 17
UNO SPETTACOLO CONCERTO AL VORTICOSO RITMO DELLA MUSICA RAP

adattamento del Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand
Spettacolo vincitore del Bando Biennale College indetto dalla Biennale Teatro di Venezia
2018.
di Leonardo Manzan, Rocco Placidi
regia Leonardo Manzan
con Paola Giannini, Alessandro Bay Rossi, Giusto Cucchiarini
musiche originali di Franco Visioli e Alessandro Levrero eseguite dal vivo da Filippo Lilli
fonico Valerio Massi
luci Simone De Angelis, Giuseppe Incurvati
scene Giuseppe Stellato
costumi Graziella Pepe
produzione de La Biennale di Venezia nell’ambito del progetto Biennale College Teatro –
Registi Under 30 con la direzione artistica di Antonio Latella
produzione nuovo allestimento 2022 La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello, Elledieffe,
Fondazione Teatro della Toscana
Durata: 90’
Presentazione

image_pdfSCARICA QUESTO ARTICOLO IN FORMATO PDF