ROAD MOVIE @ Teatro dell’Orologio: un dramma sulla peste del ‘900

ROAD MOVIE è un dramma sull'Aids scritto da Godfrey Hamilton e ambientato nell'America degli anni 90. Un periodo in cui la peste del 900 – come la definirono i media di quel periodo – ha segnato per sempre il modo d'intendere la libertà sessuale e non solo, della comunità gay.
Tanti i testi scritti a cavallo tra quel periodo e gli anni 80, decennio in cui il virus è stato scoperto. Basti pensare a pièce stupende come Normal Heart o Angel in America.

ROAD MOVIE, a differenza di queste, non ha avuto lo stessa popolarità ma è diventato a suo modo un piccolo cult. Il testo di Hamilton è un viaggio nell'America profonda: quella provinciale, bigotta, in cui il pregiudizio e le discriminazioni verso le minoranze sono all'ordine del giorno e non si limitano all'emarginazione o alle invettive contro il diverso di turno. Un' America scomoda, un' America che deve confrontarsi con il virus dell'Aids e la strage che ha comportato.

Il regista Sandro Mabellini nella sua messa in scena di ROAD MOVIE ha creato una situazione di intimità col pubblico, giocata sull'uso della luce, volta a fare entrare lo spettatore nel microcosmo tormentato del personaggio di Joel, il fragile protagonista della pièce che va alla ricerca di Scott, un amore mai dimenticato.
Una luce puntata perennemente su Joel che lo segue nel suo sofferto viaggio personale, in cui il suo interprete, l'attore Angelo Di Genio è accompagnato dal pianoforte e dal violoncello del bravo Giorgio Bernacchi, che è l'unica cosa che si salva di questa pièce, assieme al testo di Hamilton; perché per il resto, al di là dei buoni propositi, non troviamo cose esaltanti da dire.

Un monologo di un'ora e mezza su un tema del genere può essere affrontato solo da un attore viscerale, carnale, spontaneo e vero, aggettivi che non si confacciano all'interpretazione finta e accademica di Angelo Di Genio, così istrionico e impostato, che non riesci a prendere sul serio neanche una delle frasi e delle riflessioni importanti che fa dire al suo personaggio a mò di recita.
Ci chiediamo, come può uno spettatore seguire per un'ora e mezza un attore che dice senza la benchè minima spontaneità un monologo del genere? Come si può lasciarsi toccare da parole con un certo peso che vengono interpretate con una voce così finta e falsa? È vero che a teatro la voce impostata ha un suo fascino ma deve essere accompagnata anche da una istintività e una spontaneità di base che diano verità alla recitazione.

Qui non c'è nessuna verità. Arrivi a metà spettacolo, guardando l'orologio e sperando che questo supplizio finisca presto. Perché? Semplicemente perché sai che è una recita. Non ascolti un'ora e mezza di recita. A teatro quello che vedi ma soprattutto senti ti deve sembrare vero. Se ti pare finto non lo prendi sul serio e non l'ascolti. Ci sono poi degli scivoloni che rasentano il ridicolo, come la pessima interpretazione della tossica, su cui meglio sorvolare. Se si vuole salvare qualcosa dell’interpretazione di Di Genio è quando da voce al personaggio della “checca” che Joel incontra durante il suo viaggio. Lì risulta credibile e perfino divertente, si lascia andare alla recitazione e il pubblico lo segue. Peccato che duri su per giù un quarto d'ora.

Il tema dell'AIDS è un po’ come la Shoa. Molti portano in scena il dramma degli ebrei deportati nei campi di concentramento, credendo che basti questo a dare spessore a una pièce, ma non è detto che ciò possa salvare uno spettacolo se il risultato è mediocre. Se è uno spettacolo è brutto, è brutto, come in questo caso. Il nobile intento necessita di qualche sforzo in più, rispetto all’essere semplicemente rappresentato. Ci vuole il cuore. Ultimamente a teatro sembra che molti attori se lo siano dimenticati nelle accademie.

ROAD MOVIE
Drammaturgia Godfrey Hamilton
con Angelo Di Genio
regia Sandro Mabellini
traduzione Gianmaria Cervo
musiche Daniele Rotella pianoforte e violoncello Giorgio Bernacchi con la collaborazione di Antony Kevin Montanari
produzione Teatro dell'Elfo

TEATRO DELL'OROLOGIO SALA GASSMAN – dal 29 novembre al 4 dicembre 2016 dal martedì al sabato ore 20.00 – domenica ore 17.00 durata_ 90 minuti

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