Eccoci di nuovo a Villa Torlonia, di nuovo nel suo suggestivo e curato Teatro, ecco di nuovo il nostro intimo salottino, queste lampade che sanno di casa ed allora ci accomodiamo, per seguire questo terzo e penultimo appuntamento con il #Redreading, il progetto di Tamara Bartolini (attrice, autrice e regista) e Michele Barronio (autore, cantante e chitarrista), con la produzione di 369 gradi (centro di produzione e diffusione della cultura contemporanea) di cui abbiamo visto la seconda tappa dedicata ai volumi "Amianto" e "108 metri".
Il Redreading proposto dal duo Bartolini/Baronio unisce teatro alla scrittura di un testo, un libro potente con storie vere e toccanti e così, passo dopo passo, si crea una vera e propria drammaturgia orale e sonora, propria di un romanzo che viene raccontato e anche cantato e mostrato attraverso immagini suggestive. Ma il redreading è qualcosa di più: è anche un abbraccio, un incontro, un dialogo, è sedersi su due poltrone uno di fianco all’altro e partire insieme per un viaggio.
Contenuti
Redreading:un viaggio di storie, di eroi, di uomini normali
Entriamo nel terzo viaggio della lettura a teatro. Lettura che anche in questa occasione segue la strada tracciata dai nonni, dai padri e dai figli, evoluzioni e fili che, di generazione in generazione, lasciano sentieri, ricordi, voci e storie che abbiamo bisogno che siano raccontate, che abbiamo il privilegio di ascoltare. Ed allora si scriva dei morti, ma si scriva di quando erano “Ferocemente vivi”.
Cominciamo così dolcemente questo viaggio con video suggestivi e musiche stimolanti, ci entriamo con lei, Tamara Bartolini, una perfetta padrona di casa, attrice attenta, dolce, con una forte sensibilità, emotivamente coinvolgente. Ci addentriamo quindi in questa “esplorazione” con il testo di Rosa Mordenti (giornalista e scrittrice romana),attraverso il viaggio nella memoria di una famiglia e di un Paese intero. Leggiamo “Al centro di una città antichissima. La storia indicibile di un partigiano e di chi lo uccise”, edito da Alegre.
Renato, partigiano e giornalista dell’Unità, di umili origini, morto nel 1952 a 30 anni per mano della moglie Maria Luisa, è il nonno dell’autrice; si tratta di un testo sulla Resistenza, delle difficoltà e le umiliazioni subite durante la guerra, della fuga dai nazisti, è un testo di libertà dopo il conflitto bellico, del riscatto di essere sopravvissuti, dei silenzi. È una storia toccante, fatta di guerra e di battaglie, d’amore, di odio e di risentimento, di galera e vergogna. È una storia legata alla memoria di un’epoca che, per la tragicità degli eventi o i fatti indicibili che sono successi, è stata spesso volutamente dimenticata, non raccontata come se rimanesse lì, distante come qualcosa di inviolabile.
"Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come.”
Pier Paolo Pasolini.
Ci teniamo a ringraziare Rosa Mordenti, per il coraggio di avere ricostruito questa memoria familiare, di averci presentato i suoi nonni senza filtri, nudi e volutamente carnefici di loro stessi: così scrive di se stessa l’autrice “Ho scavato con le mani in una materia dura, stratificata, che è stata viva, come un’archeologa inesperta al centro di una città antichissima; e mi sono sentita a volte come un bambino a caccia di fossili su una parete di roccia.” Si perché, questa memoria familiare non l’ha trovata in casa, nei racconti dei nonni ma l’ha trovata nelle strade di Roma, in qualche libro di quegli “strani comunisti romani” che furono protagonisti della Resistenza, in una scena del film Roma ore 11 dove Renato aveva recitato, negli articoli dell’Unità in cui fu dato molto risalto alla notizia dell’omicidio del giovane.
Grazie al racconto dell’autrice, ai brillanti interventi degli ospiti si ricostruiscono gli intrecci ed i frammenti della memoria; così scrive Alessandro Portelli (professore di letteratura anglo-americana all’Università La Sapienza di Roma) nella prefazione del libro: “Quello che avete tra le mani è un lavoro su come la memoria si rimuove e si confonde senza mai poterla cancellare del tutto, e su come il desiderio di conoscere e di conoscersi la resuscita e la ricompone (“rimembrare”) col cuore (“ricordare”) e con l’intelligenza (“rammentare”)”.
Spettacolo intenso, toccanti le musiche di sottofondo, reali stornelli romani cantati con potenza, emozionante il video del film di Roma ore 11, ma anche quello del cancello nero di Via Nazionale che Renato scavalcò durante la sua fuga dai nazisti, energici e carichi i video con la grande Anna Magnani.
Vi consigliamo di non perdervi l’ultimo appuntamento con il quarto Redreading a Villa Torlonia, il 14 giugno 2018 dal libro “Ho costruito una casa da giardiniere” di G. Clément (ed. Quodlibet).
Cos'è il Red Reading
Un progetto di Tamara Bartolini (attrice, autrice e regista) e Michele Barronio (autore, cantante e chitarrista), con la produzione di 369 gradi (centro di produzione e diffusione della cultura
contemporanea).
Per la terza stagione il RedReading al Teatro di Villa Torlonia è un viaggio unico, con quattro serate di RedReading, quattro tappe, quattro temi che hanno attraversato la ricerca artistica della compagnia, quattro ragionamenti da condividere con il pubblico.
Finora sono andati in scena: Furore di John Steinbeck, Amianto e 108 metri di Alberto Prunetti, Al centro di una città antichissima di Rosa Mordenti.
Prossimamente il RedReading leggerà "Ho costruito una casa da giardiniere" di Gilles Clément.
Info:
23 maggio 2018
RedReading#12 Ferocemente vivi
scavando a mani nude, intrecciando i fili
dal libro “Al centro di una città antichissima. La storia indicibile di un partigiano e di chi lo uccise” di R.Mordenti
un programma di e con Tamara Bartolini, Michele Baronio
drammaturgia Tamara Bartolini
musiche e canzoni Michele Baronio
assistente Margherita Masè
suono Michele Boreggi
con l’intervento di Renato Ciunfrini e Sebastiano Forte (musicisti)
con la partecipazione dell’autrice Rosa Mordenti