La luce del crepuscolo illumina un Pasolini dal volto segnato: il nuovo dipinto di Jorit splende di fronte alla metro, fermata Scampia. Attraverso le chiome degli alberi la primavera si affaccia timidamente su Via Nuova Dietro La Vigna che ci conduce al Centro Polifunzionale -Marinella di Piscinola. Percorrendo un viottolo in un giardino animato da murales, raggiungiamo il Teatro Area Nord. Lontano dalla Napoli di Posillipo o di Castel dell' Ovo, approdiamo al TAN. Un posto che non ti aspetti, gremito di pubblico, che mette in scena uno spettacolo non sul successo ma sulla sconfitta, che non canta bellezza e bontà ma bruttezza e indolenza. Assistiamo a RANAVUOTTOLI di Roberto Russo e Biagio Musella.
Una casa a due piani assopita in un fascio di luce fioca. Due sorelle la abitano. La prima che vediamo in scena vestita quasi camaleontescamente di verde come la tappezzeria, è Genoveffa: litiga con lo specchio parlante in video Giovanni Esposito come se fosse Biancaneve, lo rompe e lo ripone. La seconda è Anastasia, addobbata come se tornasse da una festa, canta allegramente nonostante lo scippo che dice di aver subito. Per la definizione delle due protagoniste non ci sono mezze misure: non abbiamo davanti due belle principesse, direttamente proporzionale alla loro bruttezza c'è solo la loro solitudine. Per le due sorelle questa peculiare bruttezza non rappresenta una disgrazia contro cui combattere ma diventa un baluardo di resistenza in un mondo che ci vuole affascinanti e vincenti. L' unica vera bella della casa non compare sulla scena ed è rinchiusa in quella che intuiamo essere una cantina. Le due sorelle alludono a Cenerentola come alla vera antagonista della fiaba, la cattiva che ha avuto in sorte la bellezza e l'amore del padre, senza nessun merito ma avendoli solo ricevuti in dote. La sventurata non risponde alle offese reiterate delle due donne, restandosene rintanata nel suo tugurio.
La casa in Via delle brutte numero due è un cofanetto di scale e di porte che nasconde due infelicità mascherate di quotidianità. Vi si scova una cucina dietro un baule, un tavolo dentro una valigia, una scenografia suggestionata da un quadro di Escher sulla parete. Alle scene di Tonino Di Ronza fanno da contraltare le parole “annascunnute” tra le due sorelle, che trovano finalmente sbocco nelle battute che si scambiano con rancore per un amore familiare che non hanno mai provato. Tutti gli oggetti di scena assecondano la dicotomia fraterna fino all'annuncio del ballo pronunciato in video dal ciambellano Niko Mucci, ma il velatino che definisce la quarta parete evidenzia il rapporto tra queste due donne indissolubilmente complementari nel loro scrigno, unico luogo in cui possono essere ciò che il mondo non ha permesso loro di essere.
Nunzia Schiano è ineccepibile e superba nelle vesti di una Genoveffa rassegnata e pragmatica, che alza il gomito mentre svolge le faccende di casa. Biagio Musella è una Anastasia che cerca inesorabilmente il suo principe e va sorprendetemente sul velluto nonostante le vesti femminili: se sarà vero amore lo scoprirà con un bacio, ecco allora l'unica incursione in scena di un altro personaggio, l'idraulico Vincenzo Esposito. Ma non è un principe e finirà, come tutti gli altri, per mostrare la sua natura di “ranavuottolo”, cioè ranocchio. I protagonisti della fiaba orginale sono relegati a due cammei proiettati sul tulle in cui ammiriamo divertiti l'appello del principe azzurro feticista Sergio Assisi e la fuga della principessa bella ma scontenta Claudia Puglia.
Per la regia di Lello Serao in un rimando continuo a La gatta cenerentola del maestro De Simone e al mondo napoletano “cuntato” da Basile, destreggiandosi tra il lirico e il dialetto, tra il grottesco e il comico, passando per il metateatro, questo spettacolo rappresenta magicamente il mondo delle fiabe vissuto dagli antagonisti per raffigurare genuinamente il mondo reale vissuto dagli emarginati.
Info:
Ranavuottoli – Le sorellastre
di Roberto Russo e Biagio Musella
con Nunzia Schiano, Biagio Musella e Pino l’Abbate
in video Giovanni Esposito, Niko Mucci, Claudia Puglia, Sergio Assisi
musiche Niko Mucci e Luca Toller
scene Tonino Di Ronza
costumi Anna Zuccarini
trucco e parrucco Rossana Giugliano
riprese video e post-produzione Luca Cestari e Salvatore Martusciello
effetti visivi Rebel Alliance
VFX Producer Fabrizio Dublino
videomapping e grafica Salvatore Fiore
produzione Teatri Associati di Napoli/Teatro Bellini
ufficio stampa Paolo Popoli
aiuto regia Pino L’Abbate
regia Lello Serao