Il Teatro Ghione sembra allentare la tensione di alcuni drammi proposti di recente, ci prova con “Que serà”. Ma è solo un’idea suggerita dalla locandina o dal nostro personale convincimento. Lo spettacolo ha già debuttato e rimane in scena fino a tutto Marzo. La scrittura è di Roberta Skerl, in scena Paolo Triestino, Edy Angelillo, Giancarlo Ratti. La regia è dello stesso Triestino.
L’atmosfera è conviviale: c’è qualcuno che armeggia in terrazzo tra bicchieri e pietanze esotiche. La serata è mite, quella temperatura sembra arrivare sino alla platea complice la scenografia essenziale che usa abilmente un fondale suggeritore d’un cielo stellato colmo di promesse. Una palma gigante, stilizzata, un’ombra opalescente, viaggia la nostra immaginazione sino a quel lontano Brasile. E’ lì che il nostro personaggio ha spedito tutti i suoi sogni migliori. Intanto, fanno ingresso a turno i suoi due migliori amici, anzi gli unici. Quelli veri ai quali consegnare gioie e pene. Ognuno poggia su quel tavolo e sull’altro tutte le ansie contemporanee: i figli da congelare e sbrinare quando saranno già grandi… e poi di contro un’anziana madre affetta da quel male che la immobilizza su una poltrona, non le permette di riconoscere la figlia e quella forza che una volta aveva. Cade il simbolo di ogni essere umano. Cade l’appiglio.
I racconti sono buffi e sono tragici. Si cambia registro abilmente per non prendersi troppo sul serio. La vita era lì tra le stelle, guarda e non ci sta: allora arriva fredda la velina che sconvolgerà quella frenesia di quotidianità: si sente dopo la notizia un silenzioso tonfo che atterrisce e lascia muti gli attori, personaggi e pubblico. Adesso i tre devono rifare i conti. C’è il nuovo bilancio da stilare. Gli orizzonti sono cambiati, eppure erano sempre lì. Non si sono mossi: è cambiata solo la visuale. Si mette in discussione l’amicizia. L’altruismo. Quel dramma di uno solo è adesso condiviso, ma non solo per quello che accadrà dopo ad uno dei tre, bensì cosa ne sarà degli altri? Altruismo ed egoismo si batteranno ad armi pari, di nuovo su quel tavolo, sotto quelle stelle, e lontano l’eco di quel Brasile. Adesso la Samba è lì. C’è un riverbero, e si sente. Il Teatro è pervaso dalla nostalgica saudagi; suona nell’immaginazione di ognuno di noi e ci lascia un sapore agrodolce in bocca sino a dopo l’applauso.
Gli attori sono bravi. Fluidi. Moderni. Ci piace molto Giancarlo Ratti. Triestino segue anche la regia: operazione complicata nelle varie arti espressive (Cinema, doppiaggio, etc). qui, in Teatro, risulta ancora più ardua, quindi ci sembra che proprio lui perda di credibilità nelle parti drammatiche perché non diretto da fuori.
Calde le luci. C’è in certi momenti una luce rossa, pulsante che morde proprio come la vita. Le luci esaltano il fondale opalescente di cui abbiamo già parlato creando delle autentiche suggestioni e il convincimento che la vita è il bene più grande che possediamo.
Info:
QUE SERA’
di Roberta Skerl
con Paolo Triestino, Edy Angelillo, Giancarlo Ratti
regia Paolo Triestino