QUASI NATALE @ Teatro Brancaccino: la perdita di una famiglia tra apprensioni e umanità 

Dall’11 al 14 Gennaio 2017 al Brancaccino di Roma la Compagnia Teatrodilina che Gufetto ha recensito in più occasioni (* vedi sotto) ha portato in scena uno degli aspetti sommessi e sottovalutati della nostra cultura della famiglia, l’anaffettività e la gestione morale delle relazioni familiari.

Tre fratelli si riuniscono dopo tanto tempo nella vecchia casa di famiglia, perché la madre si è ammalata e vuole dire loro un’ultima cosa; nessuno sa cosa, ma sono tutti lì, ubbidienti ad organizzare la visita in ospedale, dove la genitrice è ricoverata. Isidoro è il fratello maggiore, quello che è rimasto nella casa d’origine ad accudire i genitori; Chiara (Anna Bellato) la sorella fragile sempre spaesata e timorosa e Michele (Leonardo Maddalena) il fratello più piccolo, disinvolto e scanzonato che vive e lavora in Cina. Michele ha portato Miriam (Silvia D’Amico) con sé, sembra la fidanzata. È una presenza sconosciuta e familiare allo stesso tempo, tutti notano una somiglianza proprio con la loro madre e lei ne ripercorre quasi con inerzia, i gesti, le piccole manie e le piccole memorie. Tutto è mezzo detto, mezzo vissuto, mezzo dichiarato; sono fratelli diversi e distanti, accumunati dal timore della perdita, che elaborano con mezzi e risultati differenti. Si aggirano tra il raccontarsi episodi della loro vita e il giudicarsi apaticamente a vicenda. Ascoltano una leggenda degli indiani Navajo narrata da Miriam,  che racconta come il sole continua a sorgere e a tramontare grazie alla vita e alla morte degli uomini sulla terra. Miriam parla di anime che aleggiano tra di loro e che sono rimaste in quella casa negli anni, come a confortarli che la perdita di un genitore non è poi definitiva.

Francesco Lagi autore e regista sempre poetico nei suoi lavori, questa volta racconta calmo quel dovere un po’ indigesto di “onorare il padre e la madre” anche se questi nella vita sono stati anaffettivi e non hanno insegnato ai figli a contare gli uni sugli altri. Quelle presenze-assenze che creano in noi i mostri dell’insicurezza, della fragilità e delle scelte confuse. Famiglie dove non ci si spiega perché esistano i segreti, dove i ruoli assegnati dai genitori ai figli sono come la “lettera scarlatta”, che condannano a faticare per potersi evolvere all’interno delle relazioni primarie.

I personaggi di questa piéce, sono uno spaccato della parte ambigua del concetto di famiglia unita. Isidoro, interpretato da un abile e generoso Francesco Colella è rassegnato ad una vita non sua. Deciso a rimanere un ingenuo punto di riferimento per gli altri fratelli, che, in realtà, lo ignorano. Colella è quasi commovente nella sua naturalezza accogliente e semplice. Si muove in scena, volutamente rilassato, ma operoso: accende in continuazione le luci di un albero di Natale che non vogliono funzionare, come a voler insistere a tenere vive le tradizioni e i legami che sono corrisposte solo a stenti e mal sopportate da Chiara e Michelino, interpretati da Anna Bellato e Leonardo Maddalena. Gli attori riescono a trasmettere egregiamente la nevrosi dei fratelli che si scontrano, si rincorrono e non si trovano mai. Così come Silvia D’Amico che mette in scena una Miriam naturale e quasi comica, ma che manca un po’ di personalità. Il mistero che dovrebbe infondere parlando di presenze antiche nella vecchia casa e recitando gesti spirituali e mistici, non arriva perfettamente come attraente particolarità del personaggio.

È probabile che il lavoro della compagnia Teatrodilina che si svolge, come dichiara il regista, da una pagina che prende corpo durante le prove, abbia considerato questa condizione della nostra cultura come un semplice dato di fatto, da voler descrivere senza denunce, né troppe analisi e per questo rappresentata in modo pacato e lento, senza scossoni che facciano riflettere.
Anche la scenografia di Salvo Ingala, fatta di pochi mobili di cromia uniforme e dalle forme classiche ma vuote, e la musica di Giuseppe D’Amato che amplifica degnamente i momenti salienti, senza accompagnare le emozioni verso un’interrogazione, sembrano raccontare questo concetto di sola descrizione delle solitudini all’interno di una famiglia.

Una rappresentazione che potrebbe essere più contro-culturale e magari regalare qualche stimolo a come interpretare le assenze familiari o a come viverle senza che queste ci arrechino troppi danni, ma questo probabilmente non è l’obiettivo dell’autore e regista e allora si rimane spettatori passivi di una scena di vita quotidiana di cui siamo già malinconicamente consapevoli e che spesso viviamo nostro malgrado.

Info:
Nell’ambito di Spazio del Racconto – rassegna di drammaturgia contemporanea 2017/2018 – III edizione

TEATRODILINA
Quasi Natale
con Anna Bellato, Francesco Colella, Silvia D’Amico, Leonardo Maddalena

suono Giuseppe D’Amato
luci Martin E. Palma
scene Salvo Ingala
costumi Andrea Cavalletto – organizzazione Regina Piperno, Francesca Davide. Scritto e diretto da Francesco Lagi

Teatrodilina

Teatrodilina è un gruppo di persone con esperienze diverse, che si sono unite con il proposito di condividere una pratica e un’idea di teatro.  Dal suono al video, dall’arte contemporanea alla scrittura, dal cinema alla musica. Alla base del lavoro c’è la volontà di inventare spettacoli restituendo frammenti dei loro percorsi e andando alla ricerca di una comune identità, che sembra perduta ma non in modo irreparabile. Fare teatro è il gesto più contemporaneo e potenzialmente dirompente.

Premi e riconoscimenti:
2015 – Selezione InBox – Le vacanze dei signori Lagonia

2014 – Spettacolo vincitore Festival Troia Teatro – Zigulì
2013 – Selezione InBox – Zigulì
2013 – Menzione speciale premio Dante Cappelletti – Anime morte

(*) Compagnia Teatrodilina: Gufetto ha recensito
BANANE @ Teatro dell'Orologio: un'esistenza in 40 scatti (E.Fedeli – Gufetto.press – 11/2015)

GLI UCCELLI MIGRATORI @ Teatro dell'Orologio: Valorosi voli (R. Matassa- Gufetto.press – 11/2015)

LE VACANZE DEI SIGNORI LAGONÌA@Teatro Orologio: oscillando tra le onde della vita (J. Bertagni- Gufetto.press – 11/2015)

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