PORCILE@Teatro Vascello: l’ambiguità del bene

In scena al Teatro Vascello, stabile d’innovazione di Roma, che da sempre compie scelte intelligenti e audaci, va in scena fino al 28 febbraio, “PORCILE” di Pier Paolo Pasolini, scritto nel 1966, e diventato un lungometraggio nel 1969: il film ha al suo interno due episodi ambientati in luoghi e tempi diversi, la messa in scena di Binasco ne rappresenta solo uno.

Siamo in Germania nel 1967 e la storia racconta dei Klotz, famiglia benestante, madre, padre e figlio, che vivono in una completa incomunicabilità, che spinge il giovane Julian a isolarsi, rifiutare l’amore di una coetanea, per concedersi ai maiali.
Il nazismo con i suoi orrori senza fine è presente con un ex compagno di scuola del padre che si è arricchito compiendo atti inenarrabili, e che per unirsi in società con un Klotz riluttante, lo convince ricattandolo di rivelare il segreto del figlio. E se loro festeggiano la fusione, Julian si ammala, cade in catalessi, condizione ideale di immobilità che lo mette al riparo da tutto ciò che lo spaventa, la vita.
E se esiste “la banalità del male” dice Klotz citando l’opera di Hannah Arendt, non bisogna ignorare “l’ambiguità del bene”, posizione comoda in cui tutto è permesso.

La piece, articolata in quadri con un sipario virtuale che avvisa e avvolge, scivola inesorabile tra la tragedia e il grottesco del vivere, che Valerio Binasco ha sapientemente mescolato dirigendo i bravissimi attori in un carosello di inquietudini che restano dentro, e rimandano alla ricerca di un senso, fuori e dentro di noi.
La musica in questo spettacolo è centrale, curata da Arturo Annecchino, è stata capace di arrotolare note di pianoforte che riempiendo i silenzi hanno colmato i disagi delle parole spogliandole dalla volgarità.
I costumi di Sandra Cardini, pomposi e raffinati, le scene essenziali e asciutte di Lorenzo Banci e le luci rivelatrici di Roberto Innocenti, hanno contribuito a rendere questo spettacolo una girandola di emozioni forti a cui forse non siamo abituati e che per una volta ci ha tolto la parola.

Spettacolo difficile da metabolizzare, ma reso al meglio grazie a una squadra affiatata di professionisti, e gli applausi finali ininterrotti del pubblico lo hanno dimostrato. Fino al 28 febbraio, non perdetelo!


Note stampa

%_tempFileNamePorcile_Francesco-Borchi_Foto-Luca-Del-Pia%Dal 16 al 28 febbraio, al teatro Vascello, va in scena PORCILE  di Valerio Binasco, una coproduzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana / Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Lo spettacolo ha debuttato al Spoleto58 Festival dei 2Mondi nell'estate 2015

Si tratta di un dramma in undici episodi che Pasolini ha scritto nel 1966 e che poi, nel 1969, in cui si narra l'impossibilità di vivere secondo le proprie coordinate, i propri istinti, preservando l'intima natura di se stessi dal mondo cannibale.

Note di regia

In Porcile la trama si sviluppa nella Germania del dopo nazismo, nel momento in cui la borghesia con il suo modo globalizzante di intendere la democrazia ha preso il Potere e lo gestisce.
Porcile non fa prigionieri. Condanna tutti, dal primo all'ultimo. Non c'è redenzione, non c'è possibilità di salvezza in questo mondo soggiogato in modo, oramai, antropologico. Non c'è speranza in questo porcile dove tutti mangiano tutto, dove il solo deve essere il tutto.

PORCILE
repliche dal 16 al 28 febbraio

dal martedì al sabato h 21 domenica h 18
regia Valerio Binasco

personaggi e interpreti:
Padre Mauro Malinverno
Madre Valentina Banci 
Julian Francesco Borchi
Ida Elisa Cecilia Langone
Hans-Guenther Franco Ravera
Herdhitze Fulvio Cauteruccio
Maracchione Fabio Mascagni
Servitore di casa Pietro d'Elia

scene Lorenzo Banci 
costumi Sandra Cardini 
musiche Arturo Annecchino

luci Roberto Innocenti 

TEATRO VASCELLO ROMA

dal 16 al 28 febbraio dal martedì al sabato h 21 domenica h 18: 1 biglietto speciale a 5€ e 1 a 15€ prenotando: promozione@teatrovascello.it 
065898031 – 065881021

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