PINOCCHIO VOL.1 REDUX @Teatro Orologio, La Catabasi del burattino Pinocchio

La Sala Gassman del Teatro Orologio dal 22 al 25 marzo ha accolto gli spettatori in un piccolo mondo freddo e buio, dove assistiamo alla vita difficile di un burattino di legno di nome Pinocchio. “PINOCCHIO VOL.1 REDUX” è uno spettacolo scritto da Andrea Carvelli e della regia di Matteo Cusato, che hanno voluto riportare in auge la primissima versione della storia del burattino di Collodi, la versione in cui il nostro piccolo eroe verrà impiccato alla quercia grande dagli assassini.

Rispetto alla prima trama originale non ci sono variazioni, l’intervento è stato molto più incisivo nella realizzazione del contesto dell’avventura di Pinocchio. Si viene introdotti alla storia da una voce narrante e dall’incontro tra Mastr’Antonio, detto Mastro Ciliegia, e Geppetto, chiamato Polendina, ma questi due soprannomi sono gli unici che ci fanno immaginare i volti umani di questi personaggi che non si vedranno mai in carne e ossa sulla scena. Il copione è di endecasillabi in rima baciata, ma le voci che pronunciano questi versi e la cadenza con cui vengono declamanti fanno subito sentire che c’è qualcosa di strano nella loro natura. La forma dei versi c’è, ma la loro musicalità è assolutamente rifiutata dalle voci, che nell’essere informi e lugubri non permettono ad alcuna vita di abitare il palcoscenico.
Pinocchio è di legno, ma a costruirsi e a muoversi è lui stesso, l’attore Anton De Guglielmo che lo interpreta gli fa da burattinaio. Da copione sappiamo che la storia non cambia, è Geppetto a costruire il suo burattino, ma sulla scena è il Pinocchio burattinaio di sé stesso che avvita le braccia, le gambe e la testa, è l’attore a dargli anche una voce. Una voce legnosa che come quelle degli altri personaggi intesse versi perfettamente nel metro endecasillabo, combinando rime di risposta a quelle dei suoi interlocutori, ma sempre mancando di vita e anzi marcando un sentimento macabro di morte.

È l’unico a muoversi sulla scena, in quanto il solo attore che lo interpreta è lo stesso che, oltre a muovere il burattino, muove anche le costruzioni di legno per trasformare continuamente gli ambienti e i concetti; anche il grillo, essendo la coscienza di Pinocchio, è portato in scena da lui fisicamente, un grosso insetto di metallo che ha una voce lontana, dall’alto; anche il gatto e la volpe sono una maschera di gatto e un peluche di volpe portati in scena dal medesimo attore, perché come per il grillo, anche i cattivi consiglieri fanno parte dell’anima burattinaia del burattino.
Anche mangiafuoco, i suoi burattini, e infine anche quella donna che dall’alto della sua finestra dice di essere morta, come tutti dentro il suo palazzo, e che attende la processione che trasporta una bara, hanno tutti delle voci proprie, ma la loro presenza fisica, inanimata, è introdotta sempre dalla stessa anima burattinaia di Pinocchio.

La storia è quella di un burattino buono, ma peccatore, che gli si allunga il naso non per esser stato bugiardo, ma per essere entrato in una spirale di scelte malauguratamente sbagliate che lo porteranno alla morte. Le musiche di Marco Cinquegrana si fondono col famoso motivo del film di Comencini della colonna sonora di Fiorenzo Carpi, e nel film il finale è la redenzione del piccolo eroe di legno che si trasforma in un vero bambino, mentre qui il motivo di Carpi viene sfigurato da un atmosfera che rende consapevoli che si sta andando verso una fine tragica. Ma in fondo la sua avventura dall’inizio alla fine è ambientata all’interno del freddo regno dei morti dove la regina sta aspettando solo Pinocchio, e condividiamo con l’anima di questo burattino di legno l’esperienza della morte attraverso il fascino del macabro.

Adattamento in endecasillabi a rima baciata del libro di Collodi. Il “vol. 1” affronta il percorso di Pinocchio, che altro non è se non l’attraversamento del Regno dei Morti.

Info:

PINOCCHIO vol.1 Redux

di Andrea Carvelli
con Anton De Guglielmo
e la partecipazione di Francesco Turi, Emilio Barone e Alessandra Chieli
regia Matteo Cusato
musiche Marco Cinquegrana
produzione Carvelli / Cusato / Rialto Sant’Ambrogio

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