PINOCCHIO @Napoli Teatro Festival: il Pinocchio nelle mani di Pommerat

La celebre fiaba di Pinocchio di Collodi rivive in queste sere nella splendida cornice del teatro “Mercadante” di Napoli per il Napoli Teatro Festival 2016 fino al 26 giugno, frutto del lavoro di Joël Pommerat, uno dei grandi registi della scena contemporanea.

Il tocco di Pommerat, delicato e gentile, permea la scena dal principio alla fine, rendendo la visione piacevole e incantevole per un pubblico sia di adulti che di bambini. Uno degli elementi essenziali dello spettacolo – che fa da perfetto contraltare alla parola, anch’essa molto presente – è, infatti, la miriade di “effetti speciali”, soffici e contemporaneamente intensi, posti quasi in ognuno dei numerosissimi cambi di scena, che ammaliano e stupiscono gli spettatori, trasportandoli nei luoghi favolosi vissuti dal protagonista. Prende forma così, davanti ai nostri occhi, l’albero magico dal quale nascerà Pinocchio, realizzato dal Laboratorio CDN di Caen e dall’Ateliers Berthier, ci incanta la fata turchina con l’eccezionalità del suo maestoso abito bianco, ideato da Jean-Michel Angays, ci travolgono le meravigliose onde del mare, che prendono vita e colore anche grazie al sapiente disegno luci di Eric Soyer, Renaud Fouquet e Alain Abdessemed.
 

Lo spettacolo riesce a fondere svariati stili e generi: fiaba e modernità, noir e tenerezza. Stupisce la morbidezza, la delicatezza, l’eleganza, il gusto con cui Pommerat ha saputo fondere tutti questi elementi: da un lato c’è la fiaba, percorsa interamente dall’inizio alla fine nei suoi punti essenziali, dall’altro c’è la modernità: non solo per gli “effetti” scenici creati ad hoc, ma anche per il senso di tutto lo spettacolo, in cui, sotto un’ottica, per così dire, pirandelliana, la vita vera, che il narratore sottolinea di voler raccontare, sembra essere più la vita del Pinocchio burattino, con le sue rocambolesche e pur genuine avventure, che la vita del Pinocchio divenuto umano.
Il mondo degli uomini è infatti popolato da maschere inquietanti e sinistre, prive di autenticità e naturalezza: i “veri” burattini sembrano proprio questi uomini, marionette nell’anima, a dispetto di tutte le apparenze esterne. In secondo luogo, lo spettacolo è legato alla modernità anche perché il mondo che si palesa davanti agli spettatori, oltre la scorza della magia delicata che nasce dalla scenografia e dalle tenere note musicali, di Antonin Leymarie, racchiude un grande nocciolo di violenza e aggressività: ogni personaggio, ad eccezione della fata, di Pinocchio e di Geppetto, è infatti mosso dalla voglia di sopraffare e ingannare l’altro, pur di perseguire i propri scopi – si pensi all’incontro di Pinocchio con gli assassini, al gatto e la volpe, a Mangiafuoco – oppure, semplicemente, dal gusto perfido di voler umiliare l’altro, come nella scena del maestro di scuola. Le molle che spingono Pinocchio sono, invece, differenti: la ricerca di ricchezza, di libertà, di identità, di conoscenza, di vita. Da qui nasce la sua curiosità, la sua voglia di sperimentarsi e di trasgredire, molle, queste, grazie alle quali egli vivrà delle avventure e farà degli incontri – a volte positivi, a volte negativi -che lo faranno crescere, maturare e vincere il “premio” della vita.
Anche il nostro protagonista, però, soprattutto all’inizio dello spettacolo, ci appare prepotente, arrogante nei confronti di suo padre, e ciò fa pensare al problema del “bambino re”, tipico del mondo di oggi: il bambino che domina incontrastato all’interno della famiglia, rendendo i genitori schiavi dei suoi vizi e desideri incontrollati.

Ottimi sono tutti gli attori. Altro accostamento presente nello spettacolo è, infatti, il grande spazio dato sia alla parola, nelle narrazioni del talentuoso Hervé Blanc, sia al corpo, con l’agilità di Myriam Assouline e la leggiadria di Maya Vignando. Interessanti sulla scena sono anche Sylvain Caillat e Daniel Dubois, due cammei all’interno della pièce.
Lo spettacolo riesce a far vivere al pubblico la dimensione della fiaba, intenerendo e facendo riflettere allo stesso momento, offrendo un “noir” favoloso che, assieme ad una velata ironia, stuzzica, sorprende e a volte fa sorridere. Da vedere.

Info:
PINOCCHIO

UNA CREAZIONE TEATRALE DI/A THEATRICAL WORK BY JOËL POMMERAT
DA/BY CARLO COLLODI CON/WITH MYRIAM ASSOULINE, SYLVAIN CAILLAT, HERVÉ BLANC, DANIEL DUBOIS, MAYA VIGNANDO
COLLABORAZIONE ARTISTICA/ARTISTIC COLLABORATION PHILIPPE CARBONNEAUX
SCENOGRAFIA E LUCI/SET AND LIGHT DESIGN ERIC SOYER
MARIONETTA/PUPPET FABIENNE KILLY
COSTUMI/COSTUME DESIGN MARIE-HÉLÈNE BOUVET
COMPOSIZIONE MUSICALE/MUSIC COMPOSITION ANTONIN LEYMARIE
PRODUZIONE/PRODUCTION COMPAGNIE LOUIS BROUILLARD IN COPRODUZIONE CON/IN CO-PRODUCTION WITH L’ESPACE MALRAUX-SCÈNE NATIONALE DE CHAMBÉRY ET DE LA SAVOIE, CENTRE DRAMATIQUE RÉGIONAL DE TOURS, THÉÂTRE DE VILLEFRANCHE / SCÈNE RHÔNE ALPES / SCÈNE CONVENTIONNÉE, LA FERME DE BEL EBAT / GUYANCOURT, THÉÂTRE BRÉTIGNY/ SCÈNE CONVENTIONNÉE DU VAL D’ORGE, LE GALLIA THÉÂTRE / SCÈNE CONVENTIONNÉE DE SAINTES, THÉÂTRE NATIONAL DE BORDEAUX AQUITAINE, LES SALINS/SCÈNE NATIONALE DE MARTIGUES, THÉÂTRE DU GYMNASE-MARSEILLE, CNCDC – CHÂTEAUVALLON, GRENOBLE / MAISON DE LA CULTURE MC2, LA SCÈNE NATIONALE DE CAVAILLON, AUTOMNE EN NORMANDIE, CDN DE NORMANDIE – COMÉDIE DE CAEN

Lo spettacolo si inserisce nella programmazione de La Francia in scena, la stagione artistica dell’Institut français Italia e dell’Ambasciata di Francia in Italia.

date/dates 24 giugno/june h 19.00
25 giugno/june h 21.00
26 giugno/june h 19.00
luogo/venue teatro mercadante
durata/running time 1h 15min
lingua/language francese con sottotitoli in italiano/french with subtitles in italian
paese/country francia/france

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