PILLOLE#TUTTO IN 12 MINUTI @ Teatro Studio Uno: una curiosa prima serata

Dal 22 giugno al 2 luglio, al Teatro Studio Uno, PILLOLE#tutto in 12 minuti. Ogni serata cinque proposte di spettacoli possibili, da inserire eventualmente nella prossima stagione. A decidere pubblico, giuria e direzione artistica. Di seguito una fotografia della prima serata.

 

Prima pillola: UNA STANZA DA RIFARE, in base alla presentazione fornita agli spettatori si sarebbe dovuta imperniare attorno alla questione del virtuale, schiavitù per l’uomo contemporaneo. Nella realizzazione scenica, già fortemente strutturata, sovraccarica di oggetti, più risultato che processo in fieri, l’attenzione è stata spostata su temi quali la sessualità nelle sue possibili diversità, il gusto del travestitismo, un particolare complesso edipico: temi di gran lunga più interessanti e meno ovvi. A seguire NERABILE, un attore e due attrici che, con gusto noir, avrebbero voluto mostrare le complesse dinamiche relazionali di un rapporto a tre. Se la precedente pillola ha stabilizzato troppo precocemente la forma bruciando le possibili derive della ricerca, la seconda non è riuscita nemmeno a mostrarsi come materiale di partenza: affastellamento di linguaggi scenici, scimmiottatura di uno sperimentalismo d’avanguardia, laddove, senza leggere preventivamente le righe di presentazione, sarebbe sfuggita allo spettatore persino la ragion d’essere dei tre sul palco. È riuscito ad emergere, però, nonostante l’approssimazione e l’arrabattamento acritico, il talento inequivocabile di Roberto Repelle.

Terza pillola, PARTO. Vincitrice della serata, la proposta di Eva Gaudenzi ha conquistato anche noi. La maternità, cercata insistentemente; l’impossibilità e la resa, cambio di prospettiva psico-emotiva. D’improvviso un ritardo, un test, sorpresa! Parto, nel duplice senso di partorire/partire. La maternità come viaggio verso un altrove inesplorato per cui si è necessariamente impreparati ma sempre pronti. L’attrice, nel suo monologo tocca tutte le possibili corde emotive dello spettatore. La sue esperienza e competenza le consente inversioni brusche, impreviste: metamorfosi di senso e di corpo. Fluidità di materia e di pensiero accompagnate da efficacissime metafore nautiche immergono lo spettatore nel liquido amniotico originario. Tutti figli, tutti genitori!

A seguire, ME. Anche qui è tornato il tema della nascita. Il testo si è concentrato però attorno alla definizione di genere, confini nominali di maschile e femminile “spazio, luogo nel corpo”. Ilaria Migliaccio, abilissima nel suo monologo, ha mostrato doti camaleontiche. Peccato che, anche in questo caso, si sia voluto già affollare lo spazio, irrigidire la messa in scena in una forma troppo definita. Lo spettatore era chiamato a valutare la proposta per ciò che sarebbe potuta diventare dopo un percorso di ricerca, stimolando il suo pensiero al completamento, la sua immaginazione verso un altrove soggettivo e privato. Presentare una forma conclusa ha implicato una necessaria diminuzione delle possibilità partecipative dello spettatore, scavalcando il senso e lo scopo della manifestazione stessa.

Ultima pillola ALLENARSI A LEVARSI. Giuseppe Mortelliti, servendosi di pochissimi elementi scenici, si è presentato in scena senza aver rodato troppo la sua proposta. Nonostante ciò risulta assolutamente necessario premiarne l’originalità e l’audacia. Il testo, scritto con rime facili e banali, incalzando proprio su queste, è riuscito a trasformarle in cifra stilistica tragicomica. Il soggetto, una sorta di discepolo orientale a caccia di maestri, oltre ad aver creato confronto e dunque ad aver fatto reagire alcuni aspetti della cultura orientale e quella occidentale, ritorcendosi contro se stesso, le ha derise entrambe: l’una modaiola, l’altra imperialista. Il sarcasmo e l’audacia sono stati implementati da un rapporto dell’attore col pubblico assolutamente interattivo, tanto da aver generato una condizione inclusiva e partecipativa mai raggiunta prima nel corso della serata. Ci auguriamo che anche questa proposta venga accolta in cartellone e che Giuseppe Mortelliti si avventuri in un processo di ricerca puntuale, coraggioso e rigoroso.

Visto il 22 giugno 2017

Info

UNA STANZA DA RIFARE, Laboratori Permanenti, di Alessandro Stella, con Andrea Bianchi, regia Caterina Casini

NERABILE, Urc, di e con Maria Luisa Usai, Roberto Repele, Maria Elena Curzi

PARTO, Pane e parole, di e con Eva Gaudenzi

ME, Franca Battaglia Teatro,  di e con Ilaria Migliaccio

ALLENARSI  A LEVARSI, di e con Giuseppe Mortelliti

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