PIAF @Teatro Spazio 18B. Un tributo convincente ad una voce che ha fatto epoca

Abbiamo seguito per voi lo spettacolo PIAF, una produzione de La compagnia dei Masnadieri con Veronica Rivolta, diretta da Federico Malvaldi, in scena presso il Teatro Spazio 18B di Roma dal 16 al 26 marzo 2023

PIAF. L’omaggio musicale all’immensa Édith

Parigi, la Ville Lumière. Quando si pensa alla capitale francese la mente vola ai suoi luoghi caratteristici, agli amori consumati sotto la Tour Eiffel, ai suoi musei, i monumenti, la cucina, gli odori, la luce e la musica. Una città ricca di contraddizioni, tra caos metropolitano e poesia, che è stata scenario di grandi artisti, poeti, letterati e cantanti dal repertorio ancora oggi intramontabile. Non possiamo, per questo, parlare di Parigi senza ricordare lei, il passerotto, l’immensa Édith Piaf, un’artista incredibile che ha conquistato le platee di tutto il mondo grazie alla forza della sua voce, che era anche quella della sua enorme fragilità. A lei è rivolto PIAF, l’omaggio di Federico Malvaldi e di Veronica Rivolta, quest’ultima nella veste di una moderna cantastorie che racconta la vita della celeberrima interprete de La vie en rose con il rispetto che si deve ai grandi artisti, senza per questo volersi porre come un semplice spettacolo autobiografico, piuttosto con l’obiettivo di perpetrare oltre il tempo il ricordo di una cantante immortale.

PIAF. I trionfi di Édith tra alterne fortune e precarietà fisica

Un corpo così piccolo per una voce così grande: questo è ciò che Édith Giovanna Gassion si è sentita dire sin da bambina. Una bambina gracile, sproporzionata, nata sulla sponda sbagliata della Senna, sul marciapiede del civico 72 di Rue Belleville. È la sua voce che parla per lei al pubblico, la sola compagna che non l’abbandonerà mai fino alla fine, tra le gioie e i dolori del palcoscenico della vita. Cresciuta dalle donne del bordello della nonna Marie, mostrò subito quell’attitudine per la musica che fu la sua fortuna: iniziò a cantare come artista di strada esibendosi con il padre Louis, contorsionista circense, finché non fu notata da Louis Leplée, suo primo impresario. Poi l’incontro fortunato con Raymond Asso, che divenne un punto fermo nella vita di Édith dal punto di vista umano e professionale. Tanti i sodalizi, da Yves Montand a Jean Cocteau, molti dei quali diventeranno grandi amori, tante anche le presenze di elevato valore culturale nel suo salotto parigino. Cantò con lo stesso coraggio e determinazione tanto nei cabaret parigini quanto nei lager nazisti, riuscendo a far evadere più di 140 deportati ebrei. Infine, l’amore scandaloso con il pugile Marcel Cerdan, uomo sposato con figli, la cui tragica fine peserà come un insopportabile macigno sul cuore della Piaf. Fino alla fine dei suoi giorni, tra alterne fortune, vita sregolata e precarietà fisica, Édith continuerà a cantare la sua rabbia e la sua inquietudine miste alla tenerezza di cui era capace, sentimenti che rimarranno impressi in quello che possiamo considerare il suo testamento spirituale, Non, je ne regrette rien: no, non ho nessun rimpianto.   

Tutta l’umanità e la fragilità di Édith Piaf nell’interpretazione di Veronica Rivolta

Portare in scena la vita di Edith Piaf non era certamente un’impresa semplice, e il pericolo di cadere nella retorica era effettivamente dietro l’angolo, tuttavia l’operazione riesce egregiamente e deve il suo successo non al narrare un pedissequo excursus della vita dell’artista francese, ma nel presentarcela in tutta la sua umanità e fragilità grazie ad una drammaturgia che alterna leggerezza e intensità sulla base di uno studio biografico puntuale e attento. L’interpretazione di Veronica Rivolta è intensa e solida, e le consente di destreggiarsi in un compito non facile, alternando recitazione e canto con un’evidente preparazione tecnica fondamentale per reggere i colpi emotivi del racconto, mantenendo alta la tensione narrativa. Ciò che colpisce maggiormente, oltre alle capacità attoriali della Rivolta, è la qualità timbrica del cantato, oltre ad una pronuncia impeccabile, che le consente di omaggiare la Piaf cogliendone tutte le sfumature, una su tutte la famosa erre vibrante e marcata, avvicinandosi all’originale senza farne una semplice imitazione, bensì rendendone più vivido il ricordo al pubblico attraverso la riproposta dei suoi grandi successi, come L’accordéoniste, Padam Padam, Milord, La vie en rose e Non, je ne regrette rien. La performance riesce, inoltre, a valorizzare una drammaturgia agile e leggera, perfettamente godibile durante i sessanta minuti abbondanti di spettacolo, non priva tuttavia dei particolari più dolorosi della vita della Piaf, raccontati con delicatezza e profondo rispetto. Il risultato è dunque un testo accessibile anche ai meno esperti del genere, scorrevole e molto fruibile nel voler consolidare il ricordo dell’indimenticabile chansonnier parigina.

Uno sguardo alla messinscena

Semplicità ed essenzialità sono le parole chiave che contraddistinguono la messinscena di Piaf. La costumista Marta Montanelli veste la Rivolta di un sobrio abito nero con risvolto e bottoni in tinta e mocassini alla caviglia tono su tono, una scelta vincente che restituisce il ricordo della cantante per come spesso è sedimentato nell’immaginario collettivo e consente al pubblico di focalizzarsi sulla performance vocale piuttosto che sull’aspetto estetico dell’interprete. Dal canto suo, Federico Malvaldi trasforma le dimensioni contenute dello spazio scenico grazie ad un disegno luci che, pur non disponendo di una ampia varietà cromatica, applica i toni della luce calda alla narrazione e ricrea le atmosfere dei night parigini con il blu intenso in controluce sul nero della parete di fondo. Tali suggestioni sono efficaci nel compensare una scenografia più che essenziale, circoscritta ad uno sgabello alto in legno, una bottiglia di vetro scuro da cui la performer attinge prima di cantare e all’immancabile microfono anni ’50 dal tocco vintage, che amplifica la voce in maniera bilanciata ed equilibrata.

Il Teatro Spazio 18B. Una piacevole scoperta nel cuore della Garbatella

Andare a vedere Piaf è l’occasione giusta per conoscere più da vicino una location deliziosa, un piccolo angolo di cultura che compare in maniera inaspettata ai piedi del palazzo della Regione Lazio. Il locale, leggermente sotto il livello strada, è reso accogliente dalla presenza di libri, oggetti d’epoca e da un piccolo angolo bar, curato in ogni minimo dettaglio da Massimo Roberto Beato e Jacopo Bezzi, nucleo fondante de La compagnia dei Masnadieri, che dal 2016 hanno stabilito in questa sede la loro base operativa. Grazie al loro spirito d’iniziativa, hanno dato vita ad uno spazio polifunzionale, che si presta anche ad ospitare mostre, presentazioni di libri, corsi di ogni tipo e molto altro; alla luce di quanto abbiamo assistito, possiamo dunque affermare che sia il partner perfetto per questo spettacolo che coniuga in sé musica, cultura e poesia, dal quale ci si congeda mentalmente e spiritualmente soddisfatti e gratificati.

Visto il 16/03/2023

Piaf di Federico Malvaldi

regia Federico Malvaldi e Veronica Rivolta  

assistente alla regia Davide Mario Lo Presti

interprete Veronica Rivolta

costumi Marta Montanelli

luci Federico Malvaldi

locandina e ideazione grafica Bernardo Anichini

organizzazione Ferrante Cavazzuti

ufficio stampa Maresa Palmacci

produzione La Compagnia dei Masnadieri

Foto tratte dalla pagina Facebook della compagnia Rivolta/Malvaldi

Rivolta/Malvaldi | Facebook

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