PERSONE NATURALI E STRAFOTTENTI @ TEATRO VITTORIA: la rivalsa dell'autore nobile…

Il quartiere Testaccio ha tante qualità, ma per noi – che viviamo e scriviamo di Teatro – la migliore senza dubbio è quella d’ospitare tra le sue piazze il Teatro Vittoria. Fino al 19 gennaio sono andate in scena le repliche dello spettacolo “ Persone naturali e strafottenti” di Giuseppe Patroni Griffi. Il nobile autore ma anche l’autore nobile che, nonostante le origini aristocratiche, dovette farsi strada (e ci riuscì) nella vita vera e in quella teatrale. Naturalmente non preferì le strade brevi: volle seguire quelle più ispide. E’ il caso di questa pièce che Gufetto ha visto per i suoi lettori più attenti.

Non ci sono rimandi. Filtri. Il tono non è edulcorato ma aspro, diretto e volgare nella sua accezione pura e quindi partorito dalla bocca del volgo. C’è il sudiciume della vita e la sua poesia, ma niente è posizionato logisticamente in comparti stagni e dopo pause di passo: tutto è lì insieme come in uno zibaldone nauseabondo e profumato.

PERSONE NATURALI E STRAFOTTENTI: un Capodanno a Napoli, quando tutto finisce e tutto comincia

In platea arriva nitido sino alle narici, permeato, l’olezzo della vita e la sua puzza. Il luogo sembra Napoli (anche se la scenografia ci confonde). Il tempo è quasi apocalittico per l’ambientazione cristiana e un capodanno o fine dell’anno: momento simbolo dove finisce tutto o quasi e si spera che inizi tutto o quasi. L’appartamento di donna Violante (locandiera moderna) diviene il luogo dove vomitare tra una birra e l’altra, tutte le vacue esistenze. Così sembrano a prima vista, ma non è così nella vita e tanto meno in Teatro. Ci sono, dentro quelle vite e personaggi: sogni, progetti da cancellare e altri da edificare.
Tutto è sospeso in attesa dei botti. E’ il momento unico della tregua che si ripete solo una volta in un anno. Ogni volta si crede e grida al miracolo guardando increduli dalla finestra oltre il bagliore dei fuochi in festa. E’ l’occasione irripetibile (almeno sino al prossimo capodanno) da riempire di desideri. Si affastellano idee e si hanno davanti ben dodici mesi per realizzarle senza tralasciarne nemmeno una. Quando dalla squallore dell’affittacamere emerge un po’ di speranza, qualcuno dice che la vita dentro quella stanza è troppo fredda per essere l’inferno. Dunque il fiore della speranza può ancora germogliare. Notte da stuprare, dice l’autore nella sua cruda drammaturgia forte come un pugno. Intanto, fiumi di birra assumono il sapore e il valore di viatico dato a chi combatte la battaglia della supremazia sopra i disagi acuiti dall’evento speciale della fine dell’anno e dell’inizio. Tutto scivola normale ed eccezionale come sempre proprio come la prostituzione: piaga necessaria!

PERSONE NATURALI E STRAFOTTENTI: da Pupella a Marisa Lauirito, da Lavia a Poggi

Marisa Laurito eredita il ruolo che fu già dell’immensa Pupella Maggio. Si muove con elegante teatralità nel suo personaggio vero e verace. Affiora la professionalità che le viene da quella preziosa frequentazione di palco con chi possiamo chiamare solo col nome: Eduardo. Ci piace.
Guglielmo Poggi porta in scena un personaggio difficile: un omosessuale che si innamora dei pensieri e fisicità di Byron: uno scrittore creolo. Ci sembra acerbo all’inizio, le intonazioni sono di un Teatro classico che stridono in bocca al giovane attore e personaggio. Ma presto scalda le corde vocali e dà la verità che questo Fred (già interpretato da Lavia) merita. Ci piace Livio Beschir interprete di quel Byron: il poeta che stupra Fred per riscattare la condanna all’umiliazione inferta dalla vita e dal quel padre che non sente il bisogno di inventare nemmeno con la poesia.
Divertente, brillante e commovente Giancarlo Nicoletti nel ruolo di Mariacallàs: il travestito in compagnia della sua solitudine come d’altronde tutti i controversi personaggi di Patroni Griffi. Nicoletti firma anche la regia della pièce.

PERSONE NATURALI E STRAFOTTENTI: la scenografia fantasiosa, ma il fondale…

La scenografia è fascinosa, magnetizzante. Le luci si riflettono su quinte sospese come tappeti. Ci sono le figure di Maria e Gesù che si stagliano giganti sul piccolo corpo di donna Violante tanto da dare un sapore surreale alla commedia e questo ci piace, ma quello che ci distrae e ci sembra una mera stramberia del regista e quel fondale nudo di Teatro (fatto di uscite d’emergenza, funi, luci di servizio) che “nulla ci azzecca” come direbbero a Napoli. Non è Pirandello. Non è Shakespeare. Non è metateatro. Quindi perché? Forse perché accontenta l’occhio, ma distrae la mente e quel ruolo che il Teatro deve avere: rapire lo spettatore e portarlo dentro la storia. Sul fondale c’è il residuo di quello che sembra il Colosseo, forse una vecchia rappresentazione al Vittoria. Se si voleva richiamare qualche palazzo del Vomero o di viale Partenope, non si è capito.
Per quanto quadro di grande poesia, ci porta di nuovo fuori zona quella deliziosa scena di Marisa Laurito quando danza sulle note strappate di Gabriella Ferri. Ci sembra di stare a Roma. Ma è solo una personale suggestione, niente di più. Spettacolo valido.

PERSONE NATURALI E STRAFOTTENTI

di Giuseppe Patroni Griffi

con Marisa Laurito, Guglielmo Poggi, Giancarlo Nicoletti, Livio Beshir
regia Giancarlo Nicoletti

foto Luana Belli
grafica Ruggero Pane per Overalls Adv
video David Melani
ufficio stampa Rocchina Ceglia
trailer Lorenzo Testa
direttore di produzione Diego Rifici
organizzazione Cinzia Storari
disegno luci Daniele Manenti
aiuto regia Giuditta Vasile
distribuzione Stefano Pironti – Chiediscena
produzione Altra Scena in collaborazione con Sycamore T Company

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