Una preziosa anteprima nel piccolo teatro bolognese delle Moline, PER LA RAGIONE DEGLI ALTRI è un lavoro affascinante su uno dei primi drammi di Pirandello, scritto nel 1895 ma pubblicato nel 1915. Cosa è cambiato da allora? Che cosa siamo diventati per paura di essere ciò che siamo? lo spettacolo sarà in tournée a Milano, Teatro dei Filodrammatici, dal 26 febbraio al 3 marzo, per continuare al Teatro Bonci di Cesena (7-8 aprile) e a Caserta, presso l'Officina Teatro (13-14 aprile).
Ed eccoci qui davanti alla famiglia tradizionale o, meglio, in quella che vorrebbe essere una famiglia: ma che cos'è una famiglia? Quali sono le caratteristiche necessarie per essere una famiglia? La società non ha pietà a riguardo: ci vogliono un uomo, una donna, dei figli, lo spettacolo si insinua nelle contraddizioni dell'Italia di allora, quella di Pirandello, e quella di oggi, quella del Family Day e delle proteste, sviscerando l'insensatezza e l'insensibilità del ragionamento comune e delle consuetudini.
La scena è semplice e spoglia, ma tecnologica al tempo stesso, c'è tutto l'essenziale per i rapidi cambi scena effettuati dagli stessi attori, come le scene che si susseguono, quello che non può essere ricreato dalle inutili scenografie è scritto sui tre schermi che appena veniamo accolti ci mostrano i tre protagonisti. Il necessario è descritto come le didascalie da copione. In questa cornice abbiamo il continuo andare e venire tra passato e presente, tra Pirandello e noi, l'allora e l'oggi, con tutto ciò che ne consegue.
La famiglia e l'idea che se ne ha sono al centro, vi sono drammi nel dramma, come in gioco di scatole cinesi: l'insoddisfazione e l'infelicità dei personaggi, la società che ci influenza inevitabilmente e lo sguardo degli altri, tutto ruota attorno a questi poli che manipolano i pensieri e le scelte dei tre protagonisti che non sono più individualità ognuna con le sue particolarità, ma diventano solo delle semplicistiche etichette. Abbiamo così tutti gli anonimi protagonisti di un dramma famiglia come tanti: nella stessa persona però non nella stessa famiglia il Marito e il Padre, la Moglie e la Madre. Ed è proprio qui, tra l'essere moglie e l'essere madre senza poter essere entrambe le cose, il fulcro del dramma tutto femminile incastrato all'interno di quello più ampio e sociale del protagonista. In questo dramma la figura della Moglie e quella della Madre non combaciano, nessuna delle due co-protagoniste può essere entrambe le cose, i ruoli sociali e personali son ben distinti: la moglie del protagonista non può essere madre naturale e Dina, la figlia del protagonista, è nata dalla relazione con l'amante, la madre, che ora non è più amata da lui e, filtrata attraverso lo sguardo cinico e impietoso della società, è una figura inadeguata sotto tutti i punti di vista.
Tutto procede nella doppia vita di questo giornalista italiano nell'anomima provincia italiana, dove la sua paura più grande è quella di tutti, ovvero, la paura di essere sulla bocca di tutti, lo zimbello del paese. Tutti parlano, sparlano, il protagonista mantiene i suoi due mondi paralleli, distanti il più possibile, finché riesce, ma a un certo punto non può più nascondere tutta quella polvere sotto al tappeto, deve scegliere. Amara ironia della sorte, è proprio l'inchiesta su cosa è la famiglia che Leonardo deve redigere per il suo caporedattore, che gli fa sciogliere ogni dubbio.
La sua amante è l'anello debole della società e se la moglie può sopperire alla sua croce: il desiderio di essere madre ma l'impossibilità biologica di poterlo realizzare può essere risolto allevando la figlia dell'altra come fosse sua, diventando quindi oltre che moglie anche madre; l'amante qui perde tutto, perché lui non la ama più e quindi non sarà mai moglie, e non sarà neanche più madre. L'amante è solo la madre modesta della figlia di un uomo sposato con una donna ricca e potente e rinuncerà a questo ruolo per il bene della bambina. Non c'è spazio per chi non fa parte della norma o di un ceto sociale privilegiato nell'indifferenza di una società aperta solo apparentemente ma non spontaneamente accogliente nelle intenzioni.
C'è tanto ancora da raccontare, tanto su cui mettere luce: l'ipocrisia della società, l'amore vero, un lavoro che schiaccia, le ambizioni, le aspettative, il dovere, il dolore, i giocattoli nelle tasche, la richiesta di abbandonare l'unica figlia di una madre che si sente in difetto: “con la sola ragione non potrete certo, dovrei farlo comprendere al vostro cuore prima” le viene detto, e alla fine Elena il sacrificio lo fa… con immenso dolore, ma lo fa, vittima di un ricatto psicologico che la fa piombare in una paralisi emotiva che non le permette di difendere la sua famiglia, composta da sole due persone, lei e la figlia, ma già completa così. Elena si piega, non riesce a difendere le sue ragioni.
Una riscrittura energica e inderogabile, visti i tempi in cui siamo incastrati, dove i diritti e i riconoscimenti sociali che si pensavano consolidati non sono mai da dare per scontati, un adattamento attuale del testo sacro del teatro pirandelliano, che merita senza dubbio, merita anche solo per la sincerità emotiva dell'interpretazione del protagonista, Michele Di Giacomo, che dello spettacolo ha curato l'adattamento e la regia. Sostenuto in scena dalle intense Giorgia Coco e Federica Fabiani, neanche loro si risparmiano e offrono un confronto tra donne straziante.
Siamo ancora molto indietro, i pochi passi fatti vengono messi in discussione e a proteggere il diritto alla libertà è sempre e solo una minoranza. Avanti allora, che questa minoranza non molli la presa, questo spettacolo non lascia andare, sviscera, lotta, ci mette davanti all'amarezza di certe dinamiche e ci chiede di scegliere, per la ragione degli altri.
Info
PER LA RAGIONE DEGLI ALTRI
riscrittura diMichele Di Giacomo e Riccardo Spagnulo
tratto da"La ragione degli altri" di Luigi Pirandello
regia Michele Di Giacomo
con Giorgia Coco, Michele Di Giacomo, Federica Fabiani
dramaturgia Riccardo Spagnulo
scene e luci Riccardo Canali
video Giuseppe Cardaci
suono Fulvio Vanacore
produzione ALCHEMICO TRE
col sostegno di ATER e il Comune di Mercato Saraceno (FC)
In residenza al "Cantiere Moline" dal 9 al 19 dicembre 2018 e in anteprima dal 20 al 21 dicembre, lo spettacolo sarà in tournée a Milano, Teatro dei Filodrammatici, dal 26 febbraio al 3 marzo, per continuare al Teatro Bonci di Cesena (7-8 aprile) e a Caserta, presso l'Officina Teatro (13-14 aprile).