PALOMAR @ Teatro Orologio: tra teatro di immagine e rompicapo filosofico

PALOMAR non è uno spettacolo per tutti. Esige un'attenzione e un amore particolari che solo chi ha alle spalle un solido bagaglio culturale può contraccambiare. Inquadrato come teatro fatto di immagini è sicuramente immediato. Dal punto di vista invece del linguaggio è un rompicapo filosofico che va seguito con un certo impegno che solo chi vive di cultura possiede.

Certamente dei bambini non potrebbero seguirlo, così come delle persone non interessate a una letteratura impegnativa. Si rivolge a una precisa fetta di spettatori / lettori. Tratto da tre racconti di Italo Calvino e supportato dal teatro di figura/ teatro di carta, una forma teatrale in voga nell'Inghilterra del XIX secolo, utilizza una voce over registrata per raccontare le vicende di Palomar, un uomo solo e riflessivo che osserva il mondo dall'esterno per capire come imparare a vivere. Contemporaneamente dei disegni in miniatura poggiati su un tavolo vengono fatti muovere da Alessandra Solimene e Raquel Silva.
Si è subito conquistati dalla forza evocativa dei disegni che giocano con ironia sul sesso, la solitudine e la rappresentazione dell'uomo moderno nella realtà urbana. In un gioco di incastri perfetto le immagini ci conducono per mano nel mondo visto da Palomar e nel mondo di Palomar.
Assistiamo alle sue dissertazione filosofiche su una donna in toplex che turba la sua psiche, al suo compararsi a un gorilla albino il cui unico oggetto di conoscenza di sè è una ruota di gomma, un cerchio vuoto come l'esistenza di Palomar e infine al suo interrogarsi sui rapporti umani, sentendosene sostanzialmente al di fuori e ricercando nello studio degli astri delle soluzione per migliorare se stesso, allontanondosi ancor di più dell'umanità.

Ne vengono fuori tre storie interessanti che ci vengono raccontate dalle voce over, senza slancio emotivo, ma come un referto medico, il che è affascinante, perché le storie di Italo Calvino sono uno studio sul linguaggio, sul potere dell'immagini e dell'apparenza e sulle loro relative rappresentazioni. Una lettura emotiva avrebbe banalizzato tali storie che devono essere raccontate dall'esterno senza pathos, esattamente come Palomar vede il proprio microcosmo e il mondo che lo circonda.

Sia sul piano visivo che del linguaggio Palomar può essere una piccola e gradevole catarsi per lo spettatore, perché fornisce delle chiavi di lettura su come vediamo il mondo e il nostro sè così schiacciato dall'io e le sue sovrastrutture. L'originalità e la bellezza del teatro di carta fanno tutto il resto regalandoci un teatro artigianale, raffinato e intellettuale. Da vedere per imparare altre forme di teatro diverse da quelle consuete e riascolare le splendide parole di Italo Calvino.

Info:
Ph: Manuela Giusto 

Visto il 12 – 13 Novembre 2016
Sabato ore 20,00 – Domenica ore 17,00
TEATRO DELL'OROLOGIO
Sala Gassman

PALOMAR
di Italo Calvino
regia Raquel Silva
disegni e scenografia Alessandra Solimene
musica e disegno del suono Daniela Cattivelli
luci Marco Giusti
sguardo esterno Elisabetta Scarin
manipolazione e interpretazione Alessandra Solimene e Raquel Silva
costruzione del teatro Alek Favaretto
costruzione Alessandra Solimene e Raquel Silva
Produzione Fattore K, Association Pagaille, Compagnia Pensée visible
Con il sotegno di L'Espace Périphérique (Mairie de Paris – Parc de la Villette) – Parigi,
Théâtre aux mains nues – Parigi, Association Arcade & Cie – Parigi 19, Théâtre Isle 80 -Avignon

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