Dal 29 giugno al 10 luglio a Teatri di Vita, il festival di arte e spettacolo contemporaneo dedicato all'Iran: il festival CUORE DI PERSIA (medaglia del Presidente della Repubblica Italiana). Siamo andati mercoledì 29, il primo giorno, ben accolti e dentro un'atmosfera cordiale, a vedere PADRI, MADRI E FIGLI, spettacolo scritto e diretto da Arash Abbasi e interpretato da Judith Moleko, Marta Anian e Sanam Naderi.
Una scenografia essenziale, un grande telo bianco poggiato e ben contrastante sul nero del palco, un paio di stivali in scena: da questi pochi oggetti si è sviluppata la storia, una storia di conflitto, distanze e divisione. Purtroppo è la prima cosa che si pensa quando si sentono storie sul Medio Oriente: è stato uno spettacolo sul conflitto bellico e anche familiare e generazionale. Non diciamo ora, per non essere imprecisi, i soggetti riferiti alla realtà che nello spettacolo sono stati raccontati: non abbiamo sentito questa esigenza o non ci è stata trasmessa, abbiamo avuto l'impressione che il conflitto che si voleva raccontare – benché evidente -riguardasse una storia attuale avvertita tutti i giorni, e fosse dunque un conflitto generale, possibile per chiunque, non solo in una determinata parte di mondo.
L'azione è stata essenziale: un «duello» tra figlia e padre nel primo quadro, con la figlia vincitrice che indossa gli stivali del padre divenuto nemico come per prendersi la sua identità, per poi parlargli distesa in terra, ricordando il suo passato e il loro legame distrutto dalla guerra; una madre disperata per aver perso tutto in un naufragio, una scena straziante dove l'idea della distanza è stata ben resa facendo posizionare gli attori agli estremi del telo bianco, con la figlia che non voleva più riconoscere il genitore; una giovane donna occidentalizzata in conflitto con la madre, anch'essa disperata fino a compiere un gesto estremo per poter risentire vicina la figlia.
Uno spettacolo essenziale e diretto, ben recitato in italiano, doloroso per il tema trattato; avremmo preferito un'essenzialità anche nell'espressione dei sentimenti e del conflitto tra i personaggi, spesso troppo carico e appesantito; una varietà e coesione maggiore nel testo, dal primo all'ultimo quadro; resta un'importante voce della realtà che esiste non molto distante da noi, una realtà tragicamente conflittuale in Medio Oriente come nel nostro Occidente. A noi la responsabilità di conoscerla e affrontarla.
Info:
PADRI, MADRI E FIGLI
di Arash Abbasi
con Judith Moleko, Marta Anian, Sanam Naderi
produzione Moj Theater